mercoledì 17 marzo 2021

Anno I dell'era covid - intervista a Vincenzo Cucinotta

 Il libro di Vincenzo Cucinotta su Amazon.

La metafora della valanga pare funzionare ancora oggi.
Ricordo per chi non ha avuto occasione di leggerla che la mia teoria è che ci sia stata una mano discreta ma ferma che abbia messo in moto questa immane vicenda COVID in cui nostro malgrado siamo immersi da più di un anno. Uso la metafora della valanga con il che intendo dire che il processo a cui abbiamo assistito non abbia avuto bisogno di un accompagnamento continuo, è bastato l’impulso iniziale e poi la pendenza del terreno abbia provveduto a determinare il seguito, incluso l’accrescimento rapido delle sue dimensioni, la crescente velocità e la direzione.
Pare infine che, restando nella metafora, la pendenza si sia man mano ridotta e adesso che siamo quasi in un terreno pianeggiante, le piccole irregolarità del terreno tendano a rendere incerto il percorso, con un allargamento a ventaglio tipico di una carenza di spinta propria.
Giocoforza, l’iniziativa è stata restituita a legittimi proprietari, la politica, incluso quindi quel grado di discrezionalità sua propria. Motivazioni di concorrenza aziendale, ancor più motivazioni di ordine geopolitico legate ad esempio alla questione maldigerita della BREXIT, si sono scaricate nella gestione COVID determinando un casino davvero notevole.
Che i vaccini non siamo sicuri, non può sorprendere dati i tempi assurdamente brevi delle fasi di loro sviluppo, anzi potremmo dire che ancora non abbiamo visto niente. Non ho fonti così accurate, ma sembrerebbe che davvero i vaccini a m-RNA, finora non coinvolte in questo genere di polemiche, siano al contrario ben più pericolosi, e quindi questa discriminazione anti- AstraZeneca sembra ingiustificata su basi scientifiche e quindi ascrivibile a motivazioni politiche.
In ogni caso, la frittata ormai è fatta, quello stesso panico che finora è stato usato in modo così generalizzato come propulsore della vicenda COVID, ora si rovescia sui suoi stessi suscitatori, in particolare ridicolizzando l’assertività della casta medica e quindi mettendone in discussione l’autorevolezza.
Vedete, è da un anno che sostengo in sostanziale solitudine che quanto asserito da questa casta sacerdotale non abbia alcuna base minimamente scientifica basandosi esclusivamente su una serie di asserzioni dogmatiche che creano un sistema abbastanza autocompatibile, ma pretendendo che questa coerenza interna sia sinonimo di verità. Invece, non è così, i discorsi di tanti dementi hanno una loro autoconsistenza, ma ciò non ci trattiene dal considerarli dei dementi. Se tale credo dogmatico viene in palese contraddizione con fatti acclarati, allora è tuto il castello di falsità che crolla.
Dicevo che in questa situazione, sono in primis i medici mediatici a finire sulla brace, visto che sia i politici che gli operatori mediatici sono stati lestissimi a sfilarsi. Credo che tuttavia, soprattutto per i media, non sarà così facile distinguere la propria sorte da quella dei medici mediatici, se non altro perché senza l’apporto determinate dei media, col cavolo che costoro potevano sperare di diffondere simili falsità ovunque, l’alleanza tra loro è stata strettissima.
Io consiglierei a Draghi di interrompere il silenzio, che oggi lo condanna a una complicità di fatto con costoro, è il momento di parlare e differenziarsi così da coloro che vengono colpiti in prima persona dagli eventi.
Come finirà, non è dato sapere, ma questo clima che traeva la sua principale forza da una sorta di unanimità criminale come veniva offerta dai media, oggi dovrà necessariamente cambiare, non basterà andare davanti a un microfono e affermare in stile assertivo le proprie cavolate, sarà proprio quella fascia di popolazione più sprovveduta e più terrorizzata che reagirà malamente.

7 commenti:

  1. trovo una contraddizione nel sostenere che non c'è una regia e contemporaneamente affermare che nulla sarà piu' come prima, leggasi impoverimento, visto che nella storia ad ogni distruzione è seguita una ricostruzione .

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    1. Scusa Gustavo, ma secondo te, durante quale delle numerose tragedie che l'umanità ha attraversato, ci si è proiettati in un ipotetico futuro in cui quella tragedia sarebbe finita? Se tu stai dentro una tragedia, la vivi e lotti per uscirne, non ti affidi per giudicare cosa fare oggi alle proiezioni in un futuro tutto ancora da realizzarsi. Invece, oggi parliamo tanto di cosa dobbiamo fare per uscirne, quanto saremo più buoni e più bravi dopo questa tragedia e robetta di questo tipo. L'effetto che ha questa chiacchiera è di guardare all'evoluzione degli eventi come se si trattasse di un film, cioè da osservatori, da guardoni potrei dire, e non come protagonisti. Ci convincono che le cose hanno una loro naturale evoluzione se lasciamo fare ai competenti, e come ti spingi a dire tu stesso, ci sarebbe una sorta di automatismo, a da passa a nuttata dicono a Napoli.
      Su questo, vorrei essere molto chiaro, la nottata finisce perchè sorge il sole e sappiamo che in questo caso l'evento è certo ed automatico, noi davvero siamo semplici osservatori dell'alba. Nelle vicende sociopolitiche al contrario, non c'è alcun automatismo, le cose finiscono perchè qualcuno le fa finire e fa qualcosa per farle finire. Tutto dipende da noi, non ce ne possiamo lavare le mani, o reagiamo, o subiamo l'azione dell'avversario che sta tentando di costruire una società dispotica divisa in due gruppi ben separati, i ricchi che saranno molto ricchi e saranno in numero esiguo, e poi un'enorme massa di schiavi tenuta a un livello di pura sopravvivenza, qualcosa che somiglia a ciò che Orwell descrive nel suo celeberrimo romanzo "1984".
      Basta osservare cosa ci impongono oggi durante questa presunta pandemia per capire quale sarà il futuro della nostra società. Qui, non siamo in presenza di una discontinuità che una volta passata, lascia che torni la normalità precedente, le modifiche introdotte le dobbiamo giudicare come definitive. Lo dobbiamo fare necessariamente in assenza di evidenze opposte, senza farci condizionare dai media che presentano tutti i divieti come transitori. Senza che nessuno sia in grado di fissare una data finale di questo periodo, la logica impone di considerare il futuro prossimo come uguale o molto simile a questo presente.

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    2. Grazie della risposta, allora mi confermi che, a questo punto ,anche se ha colto la palla al balzo, ci troviamo di fronte ad una regia dell'elite dominante ?

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    3. Io dico che c'è di certo un'intenzionalità. La valanga è stata lanciata da chi vuole ottenere dei risultati, probabilmente in una forma vaga perchè gli scenari futuri non sono così prevedibili neanche da chi ha potenza.
      Invece, se parliamo di una regia, allora mi pare che qui ci sia il concetto di gestione della vicenda, ed è su questo aspetto che non sono d'accordo, ritengo che neanche la persona più potente possa determinare i singoli atti delle singole nazioni, e soprattutto neanche gli interessa. Egli conta su un automatismo tipico delle catene di potere. Anche se un tizio è l'ultima ruota del carro e non sa nulla o pochissimo sulla finalità dell'operazione, egli nel suo piccolo si adegua, sa che il potere va assecondato, sa che la corrente va seguita.
      E' chiaro che questa non è l'unica valanga a cui ci toccherà assistere, altre e forse anche più forti dovremmo vedere e subire, ma il meccanismo sarà sempre lo stesso, si genererà una scossa nel sistema, naturalmente fatta in modo da ottimizzare la probabilità di ottenere il risultato voluto, ma nessuno può controllare l'intero processo né determinare la situazione che si viene determinata nei minimi dettagli.
      Spero ora di essere stato sufficientemente chiaro.

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  2. Qui cito l'amico Vincenzo Cucinotta (al minuto 4'38 e in seguito): A corpo libero.

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  3. Io ricordo che prima di tutto c è stato l allarme.
    I morti sono venuti dopo.
    Quindi è più probabile che ci sia dietro una regia precisa anche ora.
    Non per forza capillare ma comunque in grado di ottenere quel che vuole dal blocco occidentale.

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