Non pensano, e a tentare di ragionare pervengono alle risposte già opportunamente preparate da altri, in base alle quali il dubbio, o il ‘complottismo’ è un disturbo comportamentale, disturbo da rifuggire rimettendo i piedi nuovamente sulla linea, ben ordinati e pronti ad obbedire, o almeno ad imitare gli altri, per fare esattamente quello che il sistema gli dice che tutti stanno per fare, e che quindi per tranquillità faranno anche loro. Si sentono fondamentalmente protetti e avvolti in un grande mantello che il mondo gli ha messo a disposizione e da cui si sentono tutelati, protetti, senza mai porsi alcuna domanda, e che da quando sono nati gli è stato detto essere la realtà. È un po’ come per i ragazzi che, cooptati o volontari, partivano per la prima guerra mondiale e che quando si ritrovavano in trincea si sentivano dei fanti, e si illudevano di essere andati alla guerra senza neanche capire cosa in realtà veramente fosse la guerra, fino a quando però con una canna puntata alla schiena e una canna puntata al petto realizzavano di non essere altro che carne regalata al macello. “Uomini contro” di Francesco Rosi è un bel film. Dovrebbero vederlo in tanti. Magari capendo che quello che succede in guerra succede esattamente anche in pace, e che quelli che per censo e influenza credono di essere superiori agli altri diventano lupi, ma solo quando vedono i tanti diventare pecore.
Non pensano, e a tentare di ragionare pervengono alle risposte già opportunamente preparate da altri, in base alle quali il dubbio, o il ‘complottismo’ è un disturbo comportamentale, disturbo da rifuggire rimettendo i piedi nuovamente sulla linea, ben ordinati e pronti ad obbedire, o almeno ad imitare gli altri, per fare esattamente quello che il sistema gli dice che tutti stanno per fare, e che quindi per tranquillità faranno anche loro. Si sentono fondamentalmente protetti e avvolti in un grande mantello che il mondo gli ha messo a disposizione e da cui si sentono tutelati, protetti, senza mai porsi alcuna domanda, e che da quando sono nati gli è stato detto essere la realtà. È un po’ come per i ragazzi che, cooptati o volontari, partivano per la prima guerra mondiale e che quando si ritrovavano in trincea si sentivano dei fanti, e si illudevano di essere andati alla guerra senza neanche capire cosa in realtà veramente fosse la guerra, fino a quando però con una canna puntata alla schiena e una canna puntata al petto realizzavano di non essere altro che carne regalata al macello. “Uomini contro” di Francesco Rosi è un bel film. Dovrebbero vederlo in tanti. Magari capendo che quello che succede in guerra succede esattamente anche in pace, e che quelli che per censo e influenza credono di essere superiori agli altri diventano lupi, ma solo quando vedono i tanti diventare pecore.
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