sabato 26 maggio 2018

Antropologia del sovranismo


Ci sono diventato vecchio a inseguire la speranza che il mondo del lavoro dipendente riesca (non "riuscisse": la speranza non è morta) a trovare la forza di auto organizzarsi politicamente. Prima col M5S (oggi Credo Militante) poi con la narrazione anti euro e infine, radicalizzandomi sempre di più, diventando sovranista. Mi corre l'obbligo di ricordare che con "sovranismo" non si intende qui la sola sovranità monetaria, e nemmeno la Lega o il Credo Militante, bensì la...

COSTITUZIONE del 1948

Il punto centrale è che il mondo del lavoro dipendente, nel seguito "la plebe" perché bisogna chiamare le cose col loro nome, pur essendo numericamente preponderante rispetto alla somma di tutte le altre forze economiche e sociali, non ha nemmeno uno straccio di reale e sostanziale rappresentanza politica. La plebe è un giocatore che, ormai da decenni, non ha accesso al campo da gioco, al massimo fa il raccatta palle.

Chiariamo un concetto: essere classe dominante in politica significa essere capaci di organizzarsi, dunque se la plebe non ha rappresentanza politica ciò significa che non è capace di costruirla. Ma se non hai la capacità di costruire una reale e sostanziale rappresentanza politica, che viva non per gentile concessione di qualche frazione dei dominanti (siano queste correnti della massoneria o Stati esteri) bensì per forza propria, allora non conti una beneamata fava.

La domanda che dobbiamo porci è: perché la plebe, che pure è numericamente preponderante, non riesce a organizzare una propria reale e sostanziale rappresentanza politica, sia pur inferiore al suo effettivo peso sociale e politico? Perché siamo all'anno zero?

La responsabilità è solo della plebe, o anche di coloro che hanno tentato (fallendo finora) di costruire un partito popolare, cioè sovranista?

Cazzo! (linguaggio plebeo) non lo vede la plebe quanto essa è disprezzata? Guardate che questa cosa, il disprezzo per la plebe, è estremamente pericolosa perché segna il limes tra la barbarie e la civiltà.

Il disprezzo per la plebe segna il limes tra la barbarie e la civiltà

Non è necessario, per preservare questo limes, che la pur numericamente preponderante forza sociale ed economica della plebe sia tale anche sul piano politico, ma è cosa di gravità inaudita che essa non abbia nemmeno uno straccio di rappresentanza, cioè un partito politico plebeo che ne difenda gli interessi. Non intendo dilungarmi su come ciò sia accaduto (lascio il compito ai fini intellettuali) ma voglio puntare direttamente al cuore del problema, chiedendovi: perché in questi anni, in cui i progetti delle classi dominanti hanno fallito - dall'Unione Europea alla globalizzazione - la plebe è stata silente? Ma soprattutto, perché coloro che a vario titolo si sono fatti paladini dei suoi interessi non sono riusciti a cavare un ragno dal buco, dividendosi, polemizzando e, infine, arruolandosi (quanto meno i più svegli) in formazioni politiche che sono chiaramente espressione delle classi dominanti, sia pure in conflitto tra loro?

Ditemi: per combattere contro l'iperglobalizzazione ordoliberista non v'è altra scelta che aderire al Credo Militante, o diventare salviniani?

Vi ricordate di quando si parlava di una soglia di sbarramento all'8%?

No, dico, all'8%!

Oggi siamo al 3%. Vi dice qualcosa? A me, che sono un frequentatore del baretto di Castro dei Volsci, dice una cosa chiara e lampante: l'8% non serve, perché tanto la plebe non arriva nemmeno al 3%. E, se continuiamo così, la soglia sarà presto dell'1%. Tanto la plebe, politicamente, non esiste.

La plebe diventa popolo quando è capace di organizzarsi politicamente. Per farlo ha bisogno della "coscienza infelice della borghesia" che significa sistema di valori ideali. Cioè morale. Ciò perché senza morale, quando Dio è morto e con Lui il senso del limite, trionfa l'individualismo che, in politica, si traduce nel blandire la plebe con l'inconfessabile e inconfessato obiettivo di entrare nel sistema di potere delle classi dominanti adottando un ruolo critico ma pur sempre subalterno. Tuttavia così la coscienza infelice muore. Nasce da questa pulsione, e si sviluppa prepotentemente, l'idea che, senza arruolarsi nelle formazioni politiche delle classi dominanti, non c'è speranza.

Accade allora che davanti al dato esplicito che il Credo Militante è supportato (per non dire creato) da poteri angloamericani, e che la Lega è sfrontatamente liberista, la plebe, pur di opporsi a una versione estremista quanto deleteria del liberoscambismo, si rivolga a costoro per essere difesa. Mossa intelligente e comprensibile da parte della plebe, ma che rilancia la palla delle responsabilità a quanti, in questi anni, invece di assumere posizioni conseguenti con quanto hanno ben compreso, davanti alla scelta tra essere radicalmente (e perdenti) dalla parte della plebe, o cercare strapuntini alla corte di un capitalismo industriale percepito come "migliore" (come in effetti è) hanno scelto la seconda strada.

Cos'altro può fare la plebe se non ha alternative? Ovviamente sceglie il male minore. Ma questo male minore non è ancora il suo bene, per una ragione precisa: senza forza politica la plebe non può diventare popolo, vale a dire spendere il suo peso sociale ed economico nella lotta di classe.

Domani (26 maggio 2018) andrò al congresso nazionale del FSI, al quale non sono iscritto pur essendo stato tra i primi militanti. C'è altro, in giro, che difenda la plebe?

8 commenti:

  1. Fiorenzo, da che mondo è mondo, mai la plebe ha costruito da sè la propria rappresentanza politica. Se i sovranisti avessero seguito il piano politico che assieme a Ippolito avevamo suggerito, probabilmente oggi qualcuno di noi sarebbe finito in parlamento, checchè ne pensino quelli che tra noi sovranisti si ritengono sommi strateghi.
    Difficilmente, si riproporrà una situazione così propizia nel prossimo futuro, e io non smetterò di chiedere conto e ragione di questa assenza, non dal mio punto di vista personale, ma dal punto di vista storico.
    Ciò che raccomanderei, sarebbe di non scaricare le nostre responsabilità di ceto politico dirigente che c'eravamo assunti assieme a molti altri sulle spalle della plebe come tu chiami i semplici elettori. Le responsabilità sono chiare e a nulla servirà che i sovranisti che hanno fatto il gran rifiuto sostengano le loro ragioni con le più svariate e speciose argomentazioni.

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    1. Non è assolutamente vero che la plebe non sia mai riuscita ad esprimere una sua classe dirigente capace di giocare un ruolo nella partita politica, talvolta anche alla pari con le classi dominanti. Quando non ci riesce, allora è l'intero corpo sociale che si sclerotizza; così come quando, approfittando di momenti particolari assume tutto il potere esprimendo una classe dirigente che diventa dominante, finisce col segnare la fine di un'era e l'inizio di un altra. Finiscono così, molto spesso, le grandi civiltà.

      Il fatto che gli auto nominatisi leader sovranisti della plebe abbiano finora fallito non significa che ciò sia impossibile. La plebe oggi preferisce Salvini, ci piaccia o meno.

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    2. Forse c'è un equivoco, io non dico che le classi dominate non possano ribaltare l'ordine esistente e andare al potere, dico che da sole non sono in grado farlo, Gramsci diceva che ci voleva il tradimento di una parte della classe dominante.
      Ci vuole insomma un ceto intellettuale in grado di trasformare una semplice ribellione in atto rivoluzionario, cioè di dare luogo a una nuova classe dirigente.
      Se rileggi il mio commento, ti rendi conto che il messaggio era che non si può chiedere a chi è plebe di potere articolare una compiuta ipotesi politica, gli devi semplicemente chiedere di credere in te e di supportarti.
      Nel contesto dato, è ingeneroso dare la colpa agli elettori, diamola a coloro che hanno fatto fallire l'ipotesi della formazione di una lista sovranista: non è questo ciò che è mancato?

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  2. Mi piace il termine plebe ,riesumato anche dal nostro " patrizio " Scalfari perchè il termine proletariato è superato per mancanza di nascite
    Fino a che la plebe si fa raggirare da un Menenio Agrippa con il sofisma delle membra del corpo non c'è speranza di vederla governare.
    “Private generalmente e sistematicamente di ogni educazione scientifica, grazie alle paterne cure di tutti i governi e delle classi privilegiate le quali traggono utilità nel mantenerle il più a lungo possibile nell’ignoranza nella devozione e nella fede − tre sostantivi che esprimono all’incirca la stessa cosa − le masse non conoscono neppure l’esistenza e l’uso di quello strumento di emancipazione intellettuale che si chiama critica, senza la quale è impossibile una completa rivoluzione morale e sociale.”
    MIKHAIL BAKUNIN

    “La maggioranza degli uomini, appartenenti non soltanto alle masse popolari, ma alle classi privilegiate che sono spesso più colte delle masse, si sentono tranquilli e in pace con se stessi solo quando, nei pensieri e in tutte le azioni della loro vita, seguono fedelmente, ciecamente, la tradizione e la consuetudine. I nostri padri hanno pensato ed agito cosi, perché dovremmo pensare ed agire diversamente da tutti gli altri? Queste parole esprimono la filosofia, la convinzione e la pratica del 99% dell’umanità, presa indifferentemente in tutte le classi della società. E, per come ho già rilevato, ciò costituisce il più grande ostacolo al progresso e all’emancipazione più rapida della specie umana.”
    MIKHAIL BAKUNIN

    Capito da dove bisogna cominciare ancor prima di essere sovranisti ?

    Buona Vita .

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    1. La maggioranza degli uomini è di indole conservatrice, ed è un bene perché la vita ha bisogno di stabilità. Da ciò segue, inevitabilmente, che i tempi della storia sono più lunghi di quelli di una singola esistenza. Serve infatti che i difetti di un dato assetto sociale si cumulino nel tempo, affinché alla prudenza subentri la voglia di cambiamento.

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  3. Ma cosa si sono fumati sul colle? È chiaro che alle prossime elezioni saranno seppelliti. Non capisco... a meno che non sia proprio questo l'esito che si vuole. La professione di fede europeista di Savona delle ultime ore (addirittura con la proposta di fare propaganda europeista in tutte le scuole di ogni ordine e grado) mi lascia parecchi dubbi. Dove vogliono arrivare? Cosa sta succedendo? Grande è la confusione sotto il sole...

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    1. Direi "grande è la confusione al Colle".

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    2. evidentemente puntano sul fatto che, dicendo platealmente che si tratta di votare per l'uscita dall'euro o per la permanenza (anche se non è dato sapere quanto questo sia vero), scatenando al contempo i mercati si riesca a terrorizzare gli italiani ("i risparmi!") al punto da sottrarre voti alla somma di 5S e Lega e darli a forze che appoggerebbero un futuro ennesimo governo del Presidente.

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