sabato 10 novembre 2018

La carta della speranza


Una volta c'era la coscienza infelice della borghesia, ma oggi la borghesia una coscienza non ce l'ha più. E allora chi può aiutare il popolo lavoratore a difendersi? Un post per parlarne, per non dimenticare che senza un movimento dal basso, capace di costruire uno o una molteplicità di partiti che si facciano carico degli interessi del popolo lavoratore, l'unico destino possibile è il ritorno della schiavitù.

19 commenti:

  1. Caro Fiorenzo, sulle prime l’ interpretazione del barista ha colpito anche me, ma poi mi sono chiesto: è ancora possibile far nascere un “movimento popolare dal basso” ?
    Senza che il potere finanziario lo infiltri e se ne impossessi quando riuscisse a contare più dello zero virgola?
    Ti ricordi il movimento dei forconi?
    Due mesi di fuoco ( di paglia) e poi puff...
    Oppure il movimento di Stefano D’Andrea, che allo zero virgola manco ci arriva!
    Oggi, a Torino, dove vivo, ho assistito alla manifestazione dei Trentamila pro Tav e anti Appendino, un movimento nato su facebook che in due settimane dal niente è riuscito a fare un bel botto.
    Ma come c’è riuscito? Ogni giorno La Stampa e Repubblica gli dedicavano due pagine come minimo!!!
    Così sono capace anch’io!
    Oggi se non hai stampa, televisioni, i media pesanti, e cerchi di raggiungere la gente con un blog o via facebook diventi vecchio prima di raggiungere 10000 persone, che sono ancora niente.
    Lo stesso Bagnai, che ha (aveva?) un blog seguitissimo, per contare qualcosa a livello nazionale ha percorso la strada delle televisioni e di un partito preesistente.
    D’altronde basta leggere Fontamara per capire che fine fanno i movimenti dal basso appena danno un po’ fastidio a chi comanda!
    Quindi devo correggere il tuo barista:”Nun è che non so’ ccapaci, è che nun se pò proprio ppiù!!”

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    1. Nel conflitto di classe c'è sempre un punto di equilibrio, anche la condizione schiavile lo è. Si tratta di lottare, sempre, senza rinunciare mai, e allora, anche se non si vince, il punto di equilibrio si sposta.

      Non è vero che "nun se pò proprio ppiù!!", si può sempre. L'importante è che ci si ponga degli obiettivi raggiungibili perché altrimenti si finisce con combinare ulteriori disastri. Un obiettivo raggiungibile, adesso, è quello di far rinascere una sia pur piccola forza politica dal basso, e poi difenderla da infiltrazioni. Chi verrà dopo, se riusciremo in questo intento, dovrà difenderla, anche resistendo alla derisione (tipo: siete quattro gatti, avete appena il 3%). Se si riuscirà a resistere si potrà fare un altro passo avanti, se chi verrà dopo avrà la forza e il coraggio di lottare. E così via, sempre.

      L'alternativa è inginocchiarsi, oppure provare a infilarsi al servizio della grande borghesia industriale e finanziaria. Mi pare che qualcuno dei divi dell'antieuro abbia fatto proprio questo. Buona vita a quelli che fanno il salto della quaglia, per quanto mi riguarda non meritano neanche lo sforzo di uno sputo.

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  2. Caro Fiorenzo, la tua domanda di come si può risolvere l’incapacità del popolo lavoratore di darsi proprie autonome forme di organizzazione in particolare quella politica , ha una semplice risposta : IL problema non ammette soluzioni perché mancano le TESTE PENSANTI.
    La risposta data da Anacleto è una pseudo risposta “Oggi se non hai stampa, televisioni, i media pesanti, e cerchi di raggiungere la gente con un blog o via facebook diventi vecchio prima di raggiungere 10000 persone, che sono ancora niente.” Che pure non essendo sbagliata non va al fondo del problema e si focalizza solo sul possesso e l’uso dei media. Ma chi scrive sui media?
    IL caso Bagnai ha dimostrato il contrario. di quello che afferma Anacleto. Bagnai ha avuto successo come testa pensante su Goofynomics strappando primi posti su Macchianera addirittura al SOLE 24h e poi è andato in TV.
    A prescindere poi dalle sue scelte politiche , non si può contestare a Bagnai un ruolo di primo piano come divulgatore e affossatore di miti economici fasulli. Detto questo una piccola carrellata dei pensatori socialisti

    Claude-Henri de Rouvroy conte di Saint-Simon (Parigi, 17 ottobre 1760 – Parigi, 19 maggio 1825) è stato un filosofo francese.
    Considerato il fondatore del socialismo francese

    François Marie Charles Fourier (Besançon, 7 aprile 1772 – Parigi, 10 ottobre 1837) è stato un filosofo francese Le radici del suo pensiero, che si può definire progressista se non rivoluzionario, sono da ricercarsi nell'Illuminismo e in particolare in Jean-Jacques Rousseau, soprattutto nel considerare la parità tra uomo e donna e nel nuovo metodo pedagogico, che dovrebbe favorire lo sviluppo libero e creativo dei bambini tramite la scoperta dei loro istinti individuali


    Pierre-Joseph Proudhon (Besançon, 15 gennaio 1809 – Passy, 19 gennaio 1865) è stato un filosofo, economista, sociologo, saggista ed anarchico francese.

    Friedrich Engels (Barmen, 28 novembre 1820 – Londra, 5 agosto 1895) è stato un filosofo, sociologo, economista, giornalista ed imprenditore tedesco fondatore, assieme al sodale Karl Marx, del socialismo scientifico,

    Karl Marx Carlo Marx (Treviri, 5 maggio 1818 – Londra, 14 marzo 1883) è stato un filosofo, economista, storico, sociologo, politologo, giornalista e uomo politico[4] tedesco.

    Eduard Bernstein (Berlino, 6 gennaio 1850 – Berlino, 18 dicembre 1932) è stato un politico, filosofo e scrittore tedesco.

    Karl Johann Kautsky (Praga, 16 ottobre 1854 – Amsterdam, 17 ottobre 1938) è stato un filosofo, politologo, economista e politico tedesco, tra i più importanti teorici del marxismo ortodosso, oltreché il suo maggior rappresentante a seguito della morte di Friedrich Engels. Fu inoltre l'editore del quarto volume del magnum opus di Karl Marx, Il Capitale.

    Rosa Luxemburg, (Zamość, 5 marzo 1871 – Berlino, 15 gennaio 1919), è stata una filosofa, economista, politica e rivoluzionaria polacca, fiera propugnatrice del socialismo rivoluzionario, oltreché principale teorica del comunismo in Germania

    Antonio Gramsci, (Ales, 22 gennaio 1891 – Roma, 27 aprile 1937), è stato un politico, filosofo, politologo, giornalista, linguista e critico letterario italiano

    Continuo sotto

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  3. Quindi la mia domanda è : Oggi quali sono le TESTE PENSANTI di una certa caratura filosofica, sociologica ,politica che si possono affiancare a quelli del passato ? La risposta è a mio avviso NESSUNA.
    IL massimo che abbiamo avuto a detta di Anacleto sono i Forconi , e Stefano D’Andrea di FSI , ci vogliamo mettere anche LBC? Bagnai no perché è un buon divulgatore di un pensiero economico altrui, come onestamente egli ammette . Dei pensatori della sinistra odierna si può dire quello che Foscolo diceva di Vincenzo Monti “ Buon traduttor dei traduttor d’Omero” .
    Quando si prospetta al popolo un infinito equilibrio di piccoli passi , un equilibrio che comunque si sposta anche se si perde( e quindi si sposta a favore del capitalismo) e mentre la classe operaia va in paradiso,ma si deve ben parare il culo dalle infiltrazioni (come? Non e dato saperlo), e lasciare questo testimone alle future generazioni ,che avranno come compito primario di superare la derisione ,ebbene se questo è il pensiero politico e la prassi della lotta di classe odierna la conclusione è ovvia : IL popolo si dimostra ben saggio a comportarsi come fa oggi.
    Caro Fiorenzo, come ti ho già detto in altre risposte, la tua e nostra sfortuna è che noi viviamo ed assistiamo al TRAMONTO DELL’OCCIDENTE , che è in primis un tramonto CULTURALE .
    Certo si può sempre scegliere di combattere come scelta di dare un significato alla propria vita, ma questo lo fanno , forse con migliori risultati, anche i missionari a Lambarenè. Albert Schweitzer docet.
    Buona Vita

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    1. Caro Gianni, ti faccio subito notare che hai citato una serie di pensatori di cui il primo nasce nel 1760 e l'ultimo nel 1891. Coregime se sbalio ma sono 131 anni. Ebbene, il movimento sovranista (inteso nel suo corretto significato, qui vigente, e non in quello farlocco propalato dai media) nasce nel 2012.

      Quanto al tramonto dell'occidente, scusa ma che c'azzecca? La democrazia dobbiamo averla comunque, che l'occidente tramonti o continui a mantenere la posizione che ha da alcuni secoli. Che poi, questo tramonto inteso in senso culturale, è la conseguenza ovvia della riduzione dell'uomo a fattore di produzione. Ne segue che combattere questo tramonto, e chi ha ridotto la dimensione umana a pura merce di scambio, è un dovere prima di tutto morale. Se non ti va di partecipare a questa battaglia, se pensi che sia perdente, no problem. Fatti non fummo a viver come bruti ma per seguir vertute e canoscenza.

      Saltando ad altro canto: e più non dimandare.

      Buona vita.

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    2. Caro Fiorenzo il mio scopo era proprio quello di evidenziare la continuità quasi generazionale di grandissimi pensatori di sinistra,che hanno caratterizzato tutta la storia del movimento socialista,proprio per questo ho messo le date di nascita e morte dei
      soggetti. A queste grandi personalità intellettuali si può correlare anche la crescita qualitativa e quantitativa del movimento operaio.
      Prendendo come termine la morte di Gramsci,sono ormai quasi cento anni che vediamo il lento e inesorabile declino intellettuale di un pensiero innovativo politico e FILOSOFICO,in quelli che dovrebbero essere le guide socialiste.
      In sintesi scarsa robustezza intellettuale dei pensatori,genera sbandamento e confusione nelle masse. Voglio essere drastico. Le masse non sono importanti e da se non generano alcun movimento spontaneo dal basso di una valida politica. Sono importanti invece le idee, che necessariamente albergano in singole teste culturalmente e filosoficamente ben formate a fare la differenza. In sostanza il marmo per fare una statua era li in piazza della Signoria a Firenze,a portata di tutti. Ma solo Michelangelo ne fece venire fuori il Davide
      "L'enorme blocco di marmo bianco destinato all'opera era infatti già stato abbozzato prima da Agostino di Duccio nel 1463-1464 e poi da Antonio Rossellino nel 1476, ma poi era stato abbandonato da entrambi per le caratteristiche non ottimali del pezzo,anche perché era stato sgrossato rozzamente e questo limitava le possibilità di intervento."
      A proposito di arte, ho visto che hai delle riproduzioni di Leonardo,La Dama con l'ermellino e un Caravaggio i Bari, ma alle tue spalle si vede, un poco male, un paesaggio ben fatto . Chi è il pittore e il titolo del quadro?

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  4. È strano come una quaglia che fa entrismo a destra sembra fare uscismo da sinistra.

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  5. La manifestazione di Torino è il tentativo, come quello di Roma di trovare argomenti in sintonia con la popolazione per provare a far ripartire l'azione politica (cosmetica perché di fondo non cambierà mai) il PD.

    Ma penso che il problema principale sia che può muoversi su questioni secondarie come il TAV più che altro. Credo che anche lì si siano mossi quelli del PD perché più che altro hanno paura di perdere la cadrega. Poi ci sarà sempre qualcuno scontento per l'azione di qualsiasi governo.

    Di certo dopo tutta l'opposizione massmediatica che abbiamo visto negli ultimi mesi (perché di fatto l'opposizione a prescindere l'ha fatta la stampa) se questi sono i risultati!!! Non dico di essere d'accordo con il governo gialloverde. Sappiamo bene che cosa ci sarebbe da fare, ma da qui a dipingerli come satana (come fa la stampa) ce ne corre…

    Comunque in generale i giornali stanno pian piano morendo, la Rai… Beh vedremo adesso con le nuove direzioni, quelle di Berlusconi e la7 con i giornaloni al seguito saranno sempre all'opposizione.

    Una cosa è certa, sta arrivando una recessione e il PD e Berlusconi rappresentano, se andassero al potere con spallata o meno, la fine del paese perché sappiamo quali politiche porterebbero avanti. Teniamo bene a mente chi sono ancora i nostri nemici. Onestamente speravo che il PD scendesse almeno attorno al 10%, va bene che sono composti da vecchiacci (ahahah come dice Francesco Colonna, ti ricordi Fiorenzo?), ma sono ancora troppi.


    Quanto alla speranza, ci sono dei gruppi in giro, dobbiamo anche capire che mettere vicino gente per far politica è una cosa molto lunga, se non si hanno i mezzi.


    Penso alla fine come già anni fa diceva Fiorenzo che ci sarà un momento che la contingenza e la storia richiederà a questi gruppi di riunirsi per fare una vera opposizione, ci vorrà del tempo. Ma purtroppo le occasioni non mancheranno, l'importante è però sconfiggere culturalmente e politicamente quantomeno la "sinistra" che abbiamo oggi o veramente non abbiamo speranza.


    Chi segue giornali come il manifesto, la repubblica, left, ecc. deve andare in netta minoranza e sperare che queste testate chiudano definitivamente, hanno fatto troppi disastri prima e continuano a farli ora, soprattutto con una informazione economica disastrosa. E lo dico anche, per capire quanto loro sono in malafede, perché in una prospettiva europeista in ogni caso dovrebbero parlare di ruolo di banca centrale, bilancio federale ecc. Perché non lo fanno? Perché dietro ci sono i costi politici ed economici che ci hanno portato a capire il fallimento della UE e dell'eurozona, questo noi, ma se lo esplicitano anche loro dovrebbero automaticamente ammettere le enormi ed ostative forze che precludono certi disegni. Non lo fanno appunto perché il loro gioco verrebbe smascherato e questo li rende soggetti abietti.

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    1. Mamma mia… Scrivendo di getto questa mattina non ho ricontrollato… Spero che si capisca il senso ahah… (p.s. non sono analfabeta).

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    2. CARO dexxo dex, sei troppo severo con te stesso. IL tuo post è chiaro e, anche dal mio punto di vista, condivisibile. E'fondamentale avere ben chiaro chi sia l'avversario principale da abbattere,poi sgomberato il terreno dagli infidi, ci si può confrontare e scontrare su temi e progetti politici e non per posizioni di poltrone e poteri.E tu hai fatto un quadro preciso degli avversari ai quali ci dobbiamo opporre.
      Buona Vita.

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  6. “Lo stesso Bagnai, che ha (aveva?) un blog seguitissimo, per contare qualcosa a livello nazionale ha percorso la strada delle televisioni e di un partito preesistente.”
    Ciao Fiorenzo sono d’accordo con quanto da te esposto e prendo spunto da questa frase per provare a sviluppare il mio ragionamento. Si è vero adesso Bagnai è in televisione, come Borghi, come Rinaldi, ma questo non ha cambiato e non cambierà mai secondo me nemmeno di un millimetro la vita della maggioranza del popolo italiano, quella meno forte. Hanno cambiato la loro, sicuramente in meglio.
    Se vogliamo costruire un partito dal basso diventa una precondizione necessaria allontanare e tenere alla larga tutti quei personaggi in cerca d’autore attraverso i media tradizionali o attraverso i canali non convenzionali, You tube per intenderci, perché vanno lì non per spiegare come “vanno le cose del mondo” alla casalinga di Voghera, ma bensì per cibare l’insaziabile proprio ego. A parte Stefano d’Andrea, se osservate, quasi tutti quelli che sono andati su Byoblu lo hanno fatto per presentare un proprio libro o un proprio blog o per magnificare il loro sapere, mai per presentare un gruppo da loro fondato che lavora nel territorio. Questi personaggi saranno sempre i primi a tradire e a cambiare bandiera. Chi cerca la visibilità cerca la gloria per se stesso, non gliene può fregare di meno della comunità, essa è sempre uno strumento per la propria realizzazione personale. Non abbiamo bisogno della statura morale di siffatti personaggi.
    Sembra un paradosso nell’era di Internet e della comunicazione globale, ma se veramente vogliamo costruire un partito dal basso, che non si sfaldi al primo stormir di foglie, dobbiamo agire come i carbonari dell’ottocento, che tutto cercavano fuorchè la visibilità, in quanto li avrebbe costata la vita o il carcere. Avremmo bisogno di una/due persone per provincia che assommano in se alcune caratteristiche indispensabili, come la cultura, la capacità organizzativa, la pazienza , la perseveranza e soprattutto sapere anteporre l’interesse della causa al proprio interesse personale. Questi ipotetici personaggi dovrebbero lavorare nel territorio, costituendo delle cellule embrionali e dovrebbero come dei maestri, far crescere le persone appartenenti alla cellula, da un punto di vista culturale e politico . Sono perfettamente cosciente che questo percorso chiede decenni di lavoro e chi come me, che purtroppo non ha le caratteristiche sopradescritte, data l’età probabilmente non vedrà mai i frutti, ma altre strade non ne vedo. Bisogna saper lavorare per i propri figli e nipoti. Prima è necessario creare una classe dirigente coesa sui valori fondanti del partito, successivamente si cercherà il consenso e quando si aprirà la finestra storica giusta si cercherà di prendere le leve del potere. D’altronde pensiamo ai nostri nemici, non avversari, nonostante i loro mezzi finanziari sterminati hanno dovuto subire il trentennio d’oro prima di passare al contrattacco. La differenza fra loro e noi è che loro erano quattro noci nel sacco con i soldi e con la capacità di occupare militarmente i gangli vitali della società, noi siamo tre noci nel sacco non abbiamo soldi e non occupiamo nessun posto strategico.

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  7. Continua
    Chi sono le persone deputate a creare il partito dal basso? Secondo me bisogna partire dai redditi, i quali si dividono in: reddito da lavoro, reddito, impresa, reddito derivante da rendita. I primi due anche se confliggenti, hanno un comune denominatore comune; entrambi hanno interesse che l’economia cresca, il conflitto è successivo nella spartizione del reddito prodotto. Ma ripeto entrambi hanno interesse che il reddito complessivo cresca. Gli interessi di quasi tutti gli appartenenti alle prime due categorie sono inconciliabili con i possessori di rendite in quanto per quest’ultimi il loro interesse affonda su una società in stagnazione o di bassa crescita, per due semplici motivi: La bassa crescita consente la stabilità dei prezzi, in una società in stagnazione i debiti sono più difficili da ripagare, per cui i possessori di rendite hanno la possibilità di appropriarsi per un tozzo di pane dei beni reali appartenenti alle prime due categorie
    Riassumendo non esiste nessun spazio di mediazione fra chi ha un reddito di lavoro o d’impresa e i possessori di rendite, in quanto i guadagni di quest’ultimi sono le perdite degli altri. Per banalizzare gli utili delle banche private sono le perdite di famiglie ed imprese.
    Quali sono i possibili alleati dei possessori di rendite da parte dei salariati o degli imprenditori? Per quanto concerne gli imprenditori, tutti quelli che hanno una produzione rivolta all’export, non mi dilungo a spiegarlo è abbastanza intuitivo. Se devo essere competitivo con l’estero devo contenere i salari, lo Stato Sociale e quindi contengo le dinamiche inflattive, tanto care ai rentier. Oltre agli esportatori, anche quegli imprenditori che subentrano allo Stato nell’erogazione dei servizi: Cliniche ospedaliere private, le mense private, le imprese di pulizia private per citarne alcune. Fra le professioni, pochi avvocati, pochi commercialisti, pochi architetti.
    Mentre fra i salariati quali saranno i naturali alleati dei rentier: Giornalisti, accademici, alta burocrazia Statale, parte della Magistratura, parte dell’esercito, manager d’impresa sia pubblica che privata.
    Chi resta per far nascere i partiti dal basso? Tutte le professioni che non sono al servizio dell’alta finanza e dell’alta industria, tutti gli imprenditori, commercianti e artigiani che sono rivolti al mercato interno, i quadri intermedi dentro la pubblica amministrazione, i quadri intermedi dell’industria privata, gli operai altamente specializzati ormai in via d’estinzione e ai pensionati dotati di alto tasso d’altruismo.

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  8. Come far partire qualcosa dal basso?

    Come avevo (mal)scritto nel mio precede intervento, bisognerebbe, ma non dando eccessive energie in questo momento, trovare dei punti d'incontro solo con quei gruppi che hanno in comune i problemi creati dalla UE, neoliberismo ed euro.

    Nel frattempo ognuno, per come può, nella sua zona dovrebbe cercare sostenitori. La parte culturale svolta (lo stesso Fiorenzo, Barnard, Sollevazione ecc.) fino ad ora è stata utilizzata da lega e M5S che l'hanno utilizzata a loro uso e consumo.

    Sarebbe quindi da fare questo lavoro anche a sinistra, cercando di contrastare PD e cespugli internazionalisti cosmopoliti vari.

    Bisognerebbe però che una parte del mondo culturale "amico" cercasse di metter su un sistema informativo che arrivi alle masse, quindi con l'obiettivo di raggiungere giornalmente almeno qualche centinaia di migliaia di persone. Altrimenti risciamo sempre che a menar le danze siano Repubblica, il manifesto, ecc...

    Possibile che non si riesca a fare una cosa del genere? Con tutti i laureati in scienza della comunicazione che abbiamo in Italia?

    Avere una associazione tipo a/simmetrie non per scopi di bassa bottega, ma come base di lancio di proposte economiche da proporre ed elaborare per l'elettorato. Penso che con una decina di economisti più qualche laureando la cosa sia fattibile.

    E alla via così... La battaglia culturale però, a mio modesto avviso, è allo stato attuale ancora importante per disinnescare certe derive e cominciare a tirar su una opinione pubblica si sinistra capace di comprendere i problemi e di schierarsi.

    Un'altra cosa, le proposte all'elettorato o per cercare attivisti devono essere semplici ed efficaci (ci sarà tempo per istruire più approfonditamente), fossilizzarsi su tematiche troppo tecniche non aiuta. Anche perchè già situazioni macroscopiche (vedi Grecia, ma anche da noi emigrazione, povertà ecc.) sono palesi, bisogna però riuscire a rompere l'incantesimo eurista/europeista di sinistra e far unire i puntini. E non è facile, per questo ci serve un'alleanza con il mondo culturale che ha capito la situazione e le faglie politiche in cui incunearsi.

    P.S. Dal manifesto del partito comunista del 1848 ai primi successi elettorali dei partiti socialisti quanto tempo è passato? Nulla è semplice e nulla si fa domani mattina, questo è da mettere in conto subito, altimenti discuterne non serve a niente.

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  9. Mi è arrivato un commento di Francesco Bluesky su YT che, secondo me, coglie perfettamente l'origine del problema. Ho evidenziato in grassetto il passaggio fondamentale:

    "Caro Fiorenzo, sono anni che ti seguo con attenzione e grazie a te ho imparato molte cose. Anche se sono un anonimo e so quanto tu preferisca dialogare con chi si palesa, spero presto di fare la tua conoscenza magari in qualche occasione di dibattito pubblico se non troppo distante da Firenze, dove vivo attualmente. La domanda che tu poni è fondamentale ed è davvero difficile rispondere. Perché oggi si lavora(quando si è fortunati) e si rincorre uno stile di vita sano che sembra essere difficile da raggiungere. Perché le persone si sentono sempre più sperdute e sole lasciate al loro destino e anche quando sono arrabbiate e capiscono che ci sarebbe da fare una rivoluzione civile-culturale, finiscono sempre di lavorare più tardi e svegliarsi più presto x cercare di portare a casa qualche soldo in più e non hanno la benché minima voglia di impegnarsi in una lotta politica che sembra essere una guerra persa in partenza. La realtà è questa secondo me. Tutti vorrebbero trovare rifugio in una casa già costruita da qualcun'altro, nessuno( o pochissimi) poserebbero una pietra x costruirne una. Sono stato un attivista x il mio territorio contro l'invasione delle multinazionali del petrolio e so come si comporta la massa quando gli chiedi qualcosa. Ti saluto con stima. Francesco"

    Francesco pone l'accento sul fatto che manca una casa. In realtà ce n'è già una, il FSI, ma evidentemente quella pur encomiabile organizzazione non basta. E non basta perché ogni organizzazione ha una sua natura pre-politica dipendente da una molteplicità di fattori per cui, anche se ci si riconosce nei suoi programmi, non si riesce a starci dentro. Per dire: io stesso, pur essendo stato tra i primissimi ad aderire, ad un certo punto ho dovuto uscirne, pur mantenendo ottimi rapporti di stima e rispetto reciproco con tutti gli iscritti al FSI.

    Dunque servono più case sovraniste!

    Il fatto è che in questa fase di riflusso, susseguente alle delusioni e disillusioni dei primi anni - una su tutte: Bagnai, oggi nella Lega, che organizza il Goofy7 all'insegna del sovranismo... Illo che quando gli si parlava di sovranità sapete bene come rispose - molti non hanno la forza di impegnarsi. E invece io penso che la situazione sia oggi la migliore possibile.

    [continua]

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    1. Dexxo Dex suggerisce: "Bisognerebbe però che una parte del mondo culturale 'amico' cercasse di metter su un sistema informativo che arrivi alle masse, quindi con l'obiettivo di raggiungere giornalmente almeno qualche centinaia di migliaia di persone. Altrimenti rischiamo sempre che a menar le danze siano Repubblica, il manifesto, ecc..."

      Questa è la proposta che ci fece l'amico Guido Grossi quando, nel maggio 2017, partecipò a un piccolo convegno che organizzai a casa mia. Seguite questo link.

      Fatto? Guido Grossi proponeva, come primo passo, un'ambiziosa iniziativa editoriale online. Io penso, invece, che questo debba essere il secondo passo: prima serve una casa. Ma che dico "una casa", almeno una tenda!

      E qui ha ragione Francesco Bluesky che parla, appunto, della necessità di una casa: "Tutti vorrebbero trovare rifugio in una casa già costruita da qualcun'altro, nessuno( o pochissimi) poserebbero una pietra x costruirne una".

      Perché il fatto è che costruire una casa (che dico: una tenda!) è un'operazione più difficile rispetto all'aderire a qualcosa di già esistente, molto più difficile. Non per l'impegno, ma per le qualità umane necessarie. Servono, come dice Bluesky, "i pochissimi".

      Lancio qui una proposta: ci sono dalle cinque alle dieci persone disponibili a spendere qualche ora in assemblee online per discutere come organizzare questa benedetta tenda sovranista? Non serve di più, SdA partì con meno di quindici persone. Vogliamo o no costruire la seconda gamba del sovranismo costituzionale, oppure questa idea deve continuare a camminare saltellando solo su quella costruita dal FSI?

      Per quanto mi riguarda farò come quelli che scrutano il cosmo, con le antenne radio, in ascolto di segnali alieni. Non appena arriverà qualche segnale distinguibile dal rumore di fondo si potrà cominciare.

      I'm listening... waiting for a beep.

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  10. Non vorrei che il mio intervento, che ha aperto questa interessante discussione, venisse letto in senso nichilistico di tanto peggio tanto meglio!
    Nulla è più lontano dai miei intendimenti di borghese ( piccolo) con forte coscienza infelice, determinata dal fatto che vedo la progressiva proletarizzazione della classe a cui appartengo nell’ambito di una lotta di classe che ormai si gioca non più tra proletariato e borghesia ma tra lavoratori e rentier, come fa giustamente notare Mauro Gosmin.
    Il fatto è che molti lavoratori, specie quelli appartenenti alla media borghesia, credono di essere dei rentier perchè hanno 100000€ da parte e fanno trading online, e di conseguenza tirano la corda dalla parte sbagliata, con tanti ringraziamenti (anzi senza nemmeno quelli)da parte dei veri rentier, che hanno svariati milioni e li tengono alle Cayman!
    Sarebbe opportuno per prima cosa dare la sveglia a costoro, ma so, per averci provato con qualche mio amico, che è una delle cose più difficili del mondo.
    Quanto alle teste pensanti, di cui parla Gianni Barbato, non è che non ci siano, è che non viene data loro voce, come è accaduto al compianto Costanzo Preve, o all’altrettanto compianto Massimo Bontempelli, o al prof La Grassa, filosofi ed economisti degni di figurare nell’elenco di Teste Pensanti, e non certo traduttori dei traduttor di Omero!
    All’opera di questi o di più giovani come Luca Grecchi, lo stesso Diego Fusaro, Massimo Amato e Luca Fantacci, Ernesto Screpanti, Sergio Cesaratto, potrebbe legittimamente e proficuamente ispirarsi chi volesse fare politica dalla parte dei lavoratori!
    Ma occorre per prima cosa far capire a proletari e borghesi lavoratori (e tra questi metto piccoli e medi imprenditori, dal direttore di fabbrica all’ultimo degli operai come diceva Marx)che devono lottare dalla stessa parte e che a loro si contrappone il grande capitale internazionale, che conta pochi nomi (Elkann, Benetton, DeBenedetti, Tronchetti, Bolloré,Soros,Warren Buffett, non più di 10000 nomi in tutto il mondo) ma infiniti mezzi e Media e fino ad adesso sta clamorosamente vincendo la lotta di classe !
    Fiorenzo, ho sempre apprezzato la tua onestà intellettuale, ti seguo da molto come da molto ho seguito Bagnai, anch’io ho avuto con lui delle vivaci discussioni e mi sono poi astenuto da commentare ulteriormente il suo blog, ma non ti nascondo che il 4 marzo ho votato il suo partito e ora voglio dar loro un po’ di tempo per vedere cosa combinano.
    Forse sono un illuso, pensa che molto tempo fa avevo votato anche Berlusconi...
    Però MAI il PD!!!



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    1. Credo che questo sia il problema principale: aspettare cosa fanno gli altri. Ma la questione vera è trovarsi preparati e con delle ragionevoli forze per cercare di entrare in partita al momento giusto, altrimenti non serve a niente. Certamente i suddetti miliardari hanno mezzi, ma anche divisioni interne. Non si deve mai pensare che stiamo parlando di un blocco che la pensa sempre alla stessa maniera. Se fosse così non staremmo qui nemmeno a parlare. L'errore più grosso è aspettare. Indubbiamente il PD è il nemico che ancora rimane da abbattere, ma a mio avviso anche i vari cespugli sinistri ancorati ad una visione delle cose che favorisce la solita cricca dei rentier proponendo soluzioni al di fuori della portata delle classi subalterne.

      Pur essendo ateo (ne sa qualcosa Andrea Guglieri che mi ha cancellato un commento fuori dalle righe che avevo scritto sotto un suo post), metto questa parabola:

      + Dal Vangelo secondo Matteo

      In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli questa parabola: «Il regno dei cieli sarà simile a dieci vergini che presero le loro lampade e uscirono incontro allo sposo. Cinque di esse erano stolte e cinque sagge; le stolte presero le loro lampade, ma non presero con sé l’olio; le sagge invece, insieme alle loro lampade, presero anche l’olio in piccoli vasi. Poiché lo sposo tardava, si assopirono tutte e si addormentarono. A mezzanotte si alzò un grido: “Ecco lo sposo! Andategli incontro!”. Allora tutte quelle vergini si destarono e prepararono le loro lampade. Le stolte dissero alle sagge: “Dateci un po’ del vostro olio, perché le nostre lampade si spengono”. Le sagge risposero: “No, perché non venga a mancare a noi e a voi; andate piuttosto dai venditori e compratevene”. Ora, mentre quelle andavano a comprare l’olio, arrivò lo sposo e le vergini che erano pronte entrarono con lui alle nozze, e la porta fu chiusa. Più tardi arrivarono anche le altre vergini e incominciarono a dire: “Signore, Signore, aprici!”. Ma egli rispose: “In verità Io vi dico: non vi conosco”. Vegliate dunque, perché non sapete né il giorno né l’ora». Parola del Signore

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    2. Perdindirendina! Cinque vergini in una notte!

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    3. Pensa tu ,se le stolte fossero state sagge che ammucchiata.

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