«Perché si costituisse il governo oggi in carica, sono dovute avvenire una serie di condizioni che qui proverò ad elencare:
1. La crisi del precedente governo provocata dalla Lega.
2. La disponibilità dei 5S a trattare con il PD che ha richiesto l'attivo impegno di Grillo e di Casaleggio per costringere un Di Maio inizialmente restio.
3. La disponibilità di Zingaretti a trattare coi 5S con un'inversione a U rispetto a quanto dichiarato a ridosso della caduta del governo Lega-5S.
In sostanza, le tre forze politiche maggiormente rappresentate in parlamento, si sono sottoposte a una netta inversione nelle scelte di proprio schieramento politico pur di dare alla luce questo governo, e tutto ciò è avvenuto nel breve volgere di poche settimane.
Se aggiungiamo a ciò il fatto che per loro stessa ammissione, PD e 5S si sono accordati per la necessità di presentare una legge di bilancio rispettosa delle regole UE, allora sembra del tutto evidente che c'è una regia unica a cui degli schieramenti non frega nulla, ma gli importa soddisfare puntualmente le condizioni poste dalla UE, e credo che sia il proverbiale segreto di Pulcinella dire che questo governo è innanzitutto un governo Mattarella-Draghi.
Infine, ma su questo pochi avrebbero avuto dubbi, c'è stato uno schierarsi compatto dei media secondo una prassi ormai consolidata che vede il giornalismo non più come il cane da guardia verso i possibili soprusi del potere, ma come il cane da guardia al servizio del potere.
Tale regia ha operato attivamente per evitare che si realizzasse uno scontro tra Italia e UE, su questo credo che non ci possano essere contestazioni. Ciò che invece sarebbe il caso di approfondire è perchè questo scontro lo si è voluto evitare. Nel 2011, lo scontro non venne nè evitato, nè minimizzato, ma anzi si potrebbe dire che fu enfatizzato, senza badare minimamente ai danni gravissimi che la nostra economia ne subì.
Qualcuno potrebbe pensare che evitare tale scontro sia servito non a salvaguardare l'Italia, ma a salvaguardare la UE, che magari dovremmo smettere di considerare così forte, smettere di considerare l'obbedienza alle regole UE invece che come un vincolo inviolabile, come una scelta discrezionale.
Dovremmo quindi riflettere su quale sia il fondamento del potere UE, se esistano delle procedure così stringenti mediante le quali la UE possa forzare gli stati ad adeguarsi ai suoi dettami senza possibilità di offrire una adeguata resistenza.
Mi pare che ciò che tutti questi protagonisti condividono tra loro sia la paura, in un clima di bluff reciproci che farebbero impallidire quanto si può osservare a un tavolo da poker, ma che alla fine portano a evitare qualsiasi scontro anche se gli accordi sottoscritti sono minimali, una sorta di assecondamento del corso pseudo-automatico degli eventi.
Ciò infine si traduce in una negazione della politica, perchè i conflitti si occultano, e senza lotta politica, sparisce anche la politica, come del resto le sardine tentano di fare, eliminare la natura conflittuale della politica, e per questa via confonderla con l'oculata gestione dell'esistente.
Il totalitarismo ai nostri giorni non punta sulla violenza fisica, ma sulla pretesa di definire preliminarmente i limiti consentiti del dibattito politico. Come non mi stanco mai di ripetere, la politica o sta al posto di comando, cioè non deve subire diktat preventivi, oppure semplicemente non esiste, ne è soltanto una finzione.»
Per concludere vogliate gradire questo breve video-divertissement, aka composizione dal carattere frivolo o giocoso.
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