sabato 19 aprile 2014

Se questo è un papero!

Sarà matto come un cavallo. Magari non ha capito subito cosa era l'UE (chi è senza colpa scagli la prima pietra). Magari magari magari. Ma nel 2000 Paolo Barnard, che al tempo lavorava con Report, faceva queste cose. Cosa faceva chi, oggi, lo chiama "papero"? Uniti si vince, divisi si perde!

7 commenti:

  1. Per me e per tanti altri è stato colui che per prima ci ha aperto gli occhi

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  2. Concordo e condivido subito. Bravo Fiorenzo!

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  3. Personalmente nutro grandissima stima e affetto per Paolo Barnard.
    Ho iniziato ad interessarmi di economia quando lessi in un forum la notizia dell'entrata in vigore del MES (di cui non avevo mai sentito parlar prima dai nostri telegiornali) ed è solo grazie a lui che ho cominciato a rendermi conto di cosa ci sta succedendo.
    Certamente non ha un bel carattere ma questo non ha mai influito sul mio giudizio; penso che ognuno di noi ha i suoi bei difetti e anche che, in generale, non sono i difetti visibili che mi fanno paura ma quelli che vengono tenuti nascosti per falsità, disonestà, perbenismo e viltà.
    Mi fa rabbia quando lo sento chiamare "papero" (alla stessa maniera di quando sento chiamare Bagnai "ranocchio") perchè significa che ci si è fermati alla superfice e si è dato peso ai difetti invece di andare a fondo dei problemi e cercare di capire quello che dicono.
    Non è necessario essere daccordo con tutto quello che fanno o dicono, io non lo sono; le informazioni sono la cosa importante ma purtroppo sta vincendo la componente caratteriale e l'impossibilità di unire le forze di tutti coloro che sono contro questa folle politica.
    Mi ha fatto molto piacere leggere qui che non sono l'unico a pensare che Paolo non è un papero.
    E' un grande giornalista e un grande uomo, coi suoi pregi e i suoi difetti.

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  4. Ho commesso l'errore di giudicare come "caratteriali" certe prese di posizione. Questo perché l'ironia e il sarcasmo mi piacciono. Ma c'è un limite a tutto. Superata una soglia, il problema diventa politico. Significa negare il dialogo, porsi come gli unici autorizzati a intervenire nel dibattito. Significa, in sostanza, demonizzare tutti e, poiché da soli non si può avere la forza di incidere, ciò implica che il vero progetto è quello di proporsi come "capataz", che fa rima con...

    Con questo non voglio dire che la battaglia delle idee debba/possa essere un incontro tra gentiluomini. Si può anche essere spietati, ma le regole del gioco valgono per tutti. Non valgono invece per il "potere", e ovviamente nemmeno per chi si è messo in testa di "conquistare potere nel sistema di Potere". La logica, chiara come il sole, consiste nello scambio all'insegna del: "io ti tengo buoni i villici e tu, Potere, mi rendi il merito che mi hai negato".

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    1. Secondo me certe prese di posizione possono essere caratteriali o dovute alla interpretazione personale degli eventi che ci accadono o che osserviamo e anche dovute allo stato d'animo che stiamo vivendo.

      Ovviamente la negazione assoluta del dialogo è un'altra cosa.

      Riguardo le ultime tue due frasi qui sopra temo di non aver capito a chi/cosa ti riferisci.

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    2. Mi riferisco, con tutta evidenza, a chi ha chiamato "papero" Paolo Barnard: un abitante geniale, ma anche un po' tonto, del mitico mondo di Topolinia, nonché amico del principale collaboratore del commissario Bassettoni.

      E più non dimandare.

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    3. Ah, ora capisco...
      Non conosco i fatti ma intuisco bene che ci siano motivazioni motivate, ultimamente pare anche a me che oltrepassi spesso il limite del rispetto altrui ed eviti di dialogare con chi non gli va a genio.

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