19-22 luglio 2001, G8 di Genova. L'euro, già moneta scritturale dal 1 gennaio 1999, sarebbe arrivato nelle tasche degli europei cinque mesi dopo. Al G8 c'erano molti gruppi di sinistra che oggi strogolano di "più €uropa" o "altra €uropa".
Ricordo quel pomeriggio di tanti anni fa. Ero al computer, intento a programmare, quando la mia compagna, che stava guardando la televisione, cominciò a gridare dall'altra stanza. Inizialmente non le diedi ascolto, pensando a qualche carica un po' più decisa della norma, ma lei continuava a gridare. Cominciò anche a bestemmiare e a quel punto (non essendo la cosa nel suo stile) mi allarmai e corsi a vedere...
Furono quattro giorni di follia. Ai quali seguirono anni in cui, polemiche infinite a parte, il buon andamento dell'economia fece dimenticare a molti quei giorni maledetti. Non così per me, che proprio da allora tornai ad occuparmi di politica. Dapprima poco, poi sempre con maggior impegno.
Ma le cose sembravano andar bene (eravamo nella fase espansiva del ciclo di Frenkel), la disoccupazione (sebbene con una crescente precarizzazione) era su livelli medi e in calo, i prezzi salivano e anche la borsa veleggiava verso i suoi massimi. Insomma questa €uropa, sebbene fattasi conoscere a suon di manganellate, sembrava funzionare. La "beata ignoranza" dei più elementari fatti economici mi spinse così a interpretare l'attività politica come lotta alla corruzione e agli sprechi. Lo stesso accadde a migliaia e migliaia di altri, competenti nei loro campi ma del tutto digiuni di economia politica.
Oggi sappiamo che le cose stanno diversamente. La lezione che dovremmo trarne, a mio avviso, è che quando un cambiamento viene imposto con la violenza e la propaganda, allora è sempre un cambiamento in peggio. Dobbiamo capire che questa è una legge universale. Lo avessimo saputo allora, nel luglio del 2001, forse le cose sarebbero andate diversamente.
Tuttavia oggi lo sappiamo. Ringraziamo tutti coloro che ci hanno aiutato a conoscere e capire le cose che non sapevamo, e facciamo un passo avanti. Il percorso dalla teoria alla prassi non è semplice, ma è giunto il momento di fare il primo passo. Dobbiamo costruire dal basso nuovi partiti, che si oppongano a quelli che hanno tradito gli interessi di classe dei lavoratori: salariati privati e pubblici, piccoli e medi imprenditori, artigiani, commercianti, professionisti, operatori culturali.
L'ARS, Associazione Riconquistiamo la Sovranità, è uno dei tentativi che sono già in corso. L'8 giugno 2014 ci sarà la III assemblea nazionale, aperta agli iscritti e a tutti coloro che vorranno partecipare.
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