Addendum 23.30: ci vuole più Europa [los Calimeros dopo Ball€urò]
E' evidente che coloro che parlano di cambiare l'Europa si riferiscono, in realtà, non al trattato di Maastricht, bensì ai successivi, ratificati dopo l'inizio della crisi. Infatti, se si riferissero al trattato di Maastricht essi vorrebbero, tout-court, la fine dell'Unione Europea.
Né la Lega Nord né Fratelli d'Italia hanno mai sostenuto che si deve recedere da Maastricht, pur criticando la moneta unica. Tutti gli altri partiti, oltre a non voler recedere da Maastricht, sostengono che l'euro va mantenuto, ma affermano anche di voler rivedere i trattati ratificati dopo l'inizio della crisi, in particolare il Fiscal Compact e, in subordine, il MES. In particolare, il recesso o la diluizione del Fiscal Compact dovrebbero implicare, per logica conseguenza, anche la revisione della modifica costituzionale sul pareggio di bilancio, approvata in Italia (e solo in italia) un mese e mezzo dopo la ratifica del Fiscal Compact.
Quando il MES e il Fiscal Compact vennero ratificati, e fu introdotto il pareggio di bilancio in Costituzione, il M5S non era in Parlamento. La Lega votò contro il Fiscal Compact, il MES e il pareggio di bilancio. Fratelli d'Italia ancora non esisteva. Nemmeno la lista Tsipras era in parlamento.
Giova ricordare i nomi e le appartenenze dei firmatari della legge sul pareggio di bilancio:
E' pur vero che, in politica, i tatticismi sono all'ordine del giorno. Questo significa che, relativamente al prosieguo del percorso europeo, possono esserci forze che vogliono in realtà più (o altro) di quanto dichiarano, e forze che vogliono meno.
Una potrebbe essere la Lega. Non sono ancora certo che FdI possa essere inserita in questa categoria, perché ancora oggi (22 aprile 2014) sul sito ufficiale si legge «Vogliamo difendere la conquista di una moneta unica, ma vogliamo che sia la moneta dei popoli europei e non lo strumento di potere delle banche. L’euro agisce come amplificatore delle disfunzioni degli Stati nazionali, rendendo impellenti le misure di risanamento che per troppi anni sono state rimandate a “tempi migliori”. Oggi l’euro sta diffondendo la consapevolezza delle politiche irresponsabili che hanno causato l’attuale debito degli Stati sovrani. Non possiamo sottrarci a queste responsabilità, ma contestiamo la strada che Bce e Ue percorrono, quella della “recessione perpetua”, dell’austerità, della pressione fiscale senza politiche per la crescita.». Se l'italiano di Fratelli d'Italia è lo stesso che parliamo tutti noi, questa frase iscrive di diritto FdI nella categoria successiva, quella che raccoglie tutti gli altri partiti che vogliono mantenere l'euro ma cambiare l'Europa.
A chiacchiere, ma solo a chiacchiere, appartengono a questa categoria tutte le altre formazioni politiche. Perfino Renzi vuole "cambiare l'Europa"! Per non parlare di Bersani, firmatario del pareggio di bilancio in Costituzione. Qui il tatticismo elettorale attinge a vertici insuperabili. Viene spacciato agli elettori, come obiettivo del "cambiare l'Europa", anche la semplice speranza di ottenere una dilazione, da lady big ass, nell'ottemperare agli obblighi del MES e del Fiscal Compact! Gli elettori che voteranno per il PD, per i due tronconi dell'ex-PDL e per Scelta Civica e satelliti, si assumeranno la responsabilità di essersi espressi in favore del mantenimento degli impegni sottoscritti con il MES, il Fiscal Compac e il pareggio di bilancio.
Ma cosa vogliono, effettivamente, gli tsipriti? Essi vogliono gli "Stati Uniti d'Europa", vale a dire il completamento del trattato di Maastricht sul piano politico. Ciò implicherebbe una fiscalità comune, una effettiva unione bancaria, l'elezione di un parlamento con pieni poteri legislativi, una politica estera comune, un esercito comune, gli eurobond e una BCE sottoposta al controllo politico. Insomma pinzellacchere! Per ottenere le quali, ammesso che ci sia una comune volontà di procedere in tal senso, servirebbero non meno di una decina di anni, durante i quali i paesi creditori dovrebbero accettare comunque, da subito, una mutualizzazione dei debiti e una politica monetaria espansiva. Non basta: l'assenza di ogni presa di posizione sul trattato di Maastricht implica (chi tace acconsente) che gli tsipriti non intendono mettere in discussione il principio di libera circolazione di capitali, merci, servizi e persone sancito da Maastricht. Di più: da quanto mi risulta (corigeteme se sbalio) gli tsipriti non fiatano sul principio di concorrenza, che è il vero pilastro fondante dell'Unione Europea, l'assioma zero sul quale poggiano tutti gli altri. Che dire? Compagni che sbagliano? Auguriamoci che essi siano, almeno, favorevoli alla legalizzazione delle droghe di cui fanno certamente largo uso...
Il M5S. Ah, quel non movimento con un non programma, dove tutti sono liberi di essere d'accordo con Grillo&Casaleggio? Quel partito che vuole un referendum sull'euro e l'abolizione del Fiscal Compact? Non è strano questo? Un referendum sull'euro (dunque il M5S non ha una posizione: aspetta il referendum) e l'abolizione del Fiscal Compact, cioè il trattato che tiene in piedi l'euro? Ma questa sì che è una posizione! Come mai una posizione sul Fiscal Compact c'è, ma non c'è sull'euro, che senza il Fiscal Compact finirebbe all'istante? Ma allora, sotto sotto Grillo&Casaleggio sono per l'uscita dall'euro, sia pure per vie traverse? Allora hanno ragione i grillini quando dicono che, sull'euro, il M5S ha una posizione tattica? Ed è una posizione tattica anche l'idea di tagliare la spesa pubblica di 200 mld l'anno? Ma non è, ciò, in contraddizione con la scomunica del Fiscal Compact? Perché mai dovremmo recedere dal Fiscal Compact e poi tagliare (ripeto: tagliare) la spesa pubblica di 200 mld l'anno?
Questa, cari signori, è logica! Non logica aristotelica, ma logica Fuzzy. Sapete cos'è la logica fuzzy?
Da wikipedia:
Con grado di verità o valore di appartenenza si intende quanto è vera una proprietà: questa può essere, oltre che vera (= a valore 1) o falsa (= a valore 0) come nella logica classica, anche pari a valori intermedi.
Si può ad esempio dire che:
Applichiamola al non programma del M5S:
E mi pare giusto! Come decidere? Si estraggono a sorte non solo gli eletti, ma anche i punti del non programma. Se tutti facessero altrettanto, questa è l'idea geniale del duo Grillo&Casaleggio, la corruzione finirebbe all'istante, e la Casta pure! Insomma, la fuzzy democracy.
Cosa vogliono dire coloro che affermano di voler "cambiare l'Europa"?
Dobbiamo partire da un dato di fatto: l'Europa, meglio l'Unione Europea (UE), è il trattato di Maastricht. Dopo l'inizio della crisi, tuttavia, i paesi dell'UE hanno ratificato altri trattati, come il MES e il Fiscal Compact.Paesi membri del MES |
██ Membri della zona euro
██ Membri dello SME
██ Altri membri UE
██ Membri UE che non hanno firmato il patto di bilancio
|
Né la Lega Nord né Fratelli d'Italia hanno mai sostenuto che si deve recedere da Maastricht, pur criticando la moneta unica. Tutti gli altri partiti, oltre a non voler recedere da Maastricht, sostengono che l'euro va mantenuto, ma affermano anche di voler rivedere i trattati ratificati dopo l'inizio della crisi, in particolare il Fiscal Compact e, in subordine, il MES. In particolare, il recesso o la diluizione del Fiscal Compact dovrebbero implicare, per logica conseguenza, anche la revisione della modifica costituzionale sul pareggio di bilancio, approvata in Italia (e solo in italia) un mese e mezzo dopo la ratifica del Fiscal Compact.
Quando il MES e il Fiscal Compact vennero ratificati, e fu introdotto il pareggio di bilancio in Costituzione, il M5S non era in Parlamento. La Lega votò contro il Fiscal Compact, il MES e il pareggio di bilancio. Fratelli d'Italia ancora non esisteva. Nemmeno la lista Tsipras era in parlamento.
Giova ricordare i nomi e le appartenenze dei firmatari della legge sul pareggio di bilancio:
FIRMATARI |
Marco BELTRANDI (Partito Democratico) |
Pier Luigi BERSANI (Partito Democratico) |
Renato CAMBURSANO (Italia dei valori) |
Linda LANZILLOTTA (Partito Democratico) |
Giuseppe Francesco Maria MARINELLO (Popolo della Libertà) |
Antonio MARTINO (Popolo della Libertà) |
Maria Paola MERLONI (Partito Democratico) |
RELATORI |
Carlo VIZZINI (Popolo della Libertà) |
Antonio AZZOLLINI (Popolo della Libertà) |
E' pur vero che, in politica, i tatticismi sono all'ordine del giorno. Questo significa che, relativamente al prosieguo del percorso europeo, possono esserci forze che vogliono in realtà più (o altro) di quanto dichiarano, e forze che vogliono meno.
Le forze politiche favorevoli all'uscita dall'euro che (forse) vogliono più (o altro) di quanto dichiarano
Una potrebbe essere la Lega. Non sono ancora certo che FdI possa essere inserita in questa categoria, perché ancora oggi (22 aprile 2014) sul sito ufficiale si legge «Vogliamo difendere la conquista di una moneta unica, ma vogliamo che sia la moneta dei popoli europei e non lo strumento di potere delle banche. L’euro agisce come amplificatore delle disfunzioni degli Stati nazionali, rendendo impellenti le misure di risanamento che per troppi anni sono state rimandate a “tempi migliori”. Oggi l’euro sta diffondendo la consapevolezza delle politiche irresponsabili che hanno causato l’attuale debito degli Stati sovrani. Non possiamo sottrarci a queste responsabilità, ma contestiamo la strada che Bce e Ue percorrono, quella della “recessione perpetua”, dell’austerità, della pressione fiscale senza politiche per la crescita.». Se l'italiano di Fratelli d'Italia è lo stesso che parliamo tutti noi, questa frase iscrive di diritto FdI nella categoria successiva, quella che raccoglie tutti gli altri partiti che vogliono mantenere l'euro ma cambiare l'Europa.
E' lecito insinuare che la Lega abbia adottato una posizione per l'uscita dall'euro al fine di intercettare voti ed evitare, in tal modo, di scomparire? Certamente questo elemento esiste, ma è assai più probabile che la Lega si stia facendo interprete degli interessi concreti delle PMI del nord, le più gravemente svantaggiate dal cambio fisso. Questa posizione, inoltre, non confligge con la "mission" di questo partito: l'aspirazione alla secessione della Padania. Infine, non può essere sottaciuto il fatto che in nessuna occasione Salvini e Borghi abbiano mai alzato il tiro oltre la semplice uscita dall'euro, spingendosi fino al punto di criticare il trattato di Maastricht.
La Lega, dunque, non è una forza sovranista. O, se lo è, ciò vale per la mitica Padania.
Le forze politiche che vogliono "cambiare l'Europa"
A chiacchiere, ma solo a chiacchiere, appartengono a questa categoria tutte le altre formazioni politiche. Perfino Renzi vuole "cambiare l'Europa"! Per non parlare di Bersani, firmatario del pareggio di bilancio in Costituzione. Qui il tatticismo elettorale attinge a vertici insuperabili. Viene spacciato agli elettori, come obiettivo del "cambiare l'Europa", anche la semplice speranza di ottenere una dilazione, da lady big ass, nell'ottemperare agli obblighi del MES e del Fiscal Compact! Gli elettori che voteranno per il PD, per i due tronconi dell'ex-PDL e per Scelta Civica e satelliti, si assumeranno la responsabilità di essersi espressi in favore del mantenimento degli impegni sottoscritti con il MES, il Fiscal Compac e il pareggio di bilancio.
Restano il M5S e la lista Tsipras.
Cominciamo dagli tsipriti. Nessuno di essi, per quanto ne so, osa mettere sul banco degli imputati il trattato di Maastricht, sebbene non manchino i richiami alla vecchia opposizione di Rifondazione Comunista, l'unico partito che nel lontano 1992 votò contro, insieme a pochi sparsi elementi di altri partiti. La differenza con i partiti precedenti (PD-exPDL-Scelta Civica e satelliti) è nei toni. Gli tsipriti tendono all'esagerazione poetica, richiamano gli alti valori del sogno spinelliano, parlano di Europa dei popoli. E promettono opposizione dura e pura nel prossimo parlamento europeo.
Ma cosa vogliono, effettivamente, gli tsipriti? Essi vogliono gli "Stati Uniti d'Europa", vale a dire il completamento del trattato di Maastricht sul piano politico. Ciò implicherebbe una fiscalità comune, una effettiva unione bancaria, l'elezione di un parlamento con pieni poteri legislativi, una politica estera comune, un esercito comune, gli eurobond e una BCE sottoposta al controllo politico. Insomma pinzellacchere! Per ottenere le quali, ammesso che ci sia una comune volontà di procedere in tal senso, servirebbero non meno di una decina di anni, durante i quali i paesi creditori dovrebbero accettare comunque, da subito, una mutualizzazione dei debiti e una politica monetaria espansiva. Non basta: l'assenza di ogni presa di posizione sul trattato di Maastricht implica (chi tace acconsente) che gli tsipriti non intendono mettere in discussione il principio di libera circolazione di capitali, merci, servizi e persone sancito da Maastricht. Di più: da quanto mi risulta (corigeteme se sbalio) gli tsipriti non fiatano sul principio di concorrenza, che è il vero pilastro fondante dell'Unione Europea, l'assioma zero sul quale poggiano tutti gli altri. Che dire? Compagni che sbagliano? Auguriamoci che essi siano, almeno, favorevoli alla legalizzazione delle droghe di cui fanno certamente largo uso...
Il M5S. Ah, quel non movimento con un non programma, dove tutti sono liberi di essere d'accordo con Grillo&Casaleggio? Quel partito che vuole un referendum sull'euro e l'abolizione del Fiscal Compact? Non è strano questo? Un referendum sull'euro (dunque il M5S non ha una posizione: aspetta il referendum) e l'abolizione del Fiscal Compact, cioè il trattato che tiene in piedi l'euro? Ma questa sì che è una posizione! Come mai una posizione sul Fiscal Compact c'è, ma non c'è sull'euro, che senza il Fiscal Compact finirebbe all'istante? Ma allora, sotto sotto Grillo&Casaleggio sono per l'uscita dall'euro, sia pure per vie traverse? Allora hanno ragione i grillini quando dicono che, sull'euro, il M5S ha una posizione tattica? Ed è una posizione tattica anche l'idea di tagliare la spesa pubblica di 200 mld l'anno? Ma non è, ciò, in contraddizione con la scomunica del Fiscal Compact? Perché mai dovremmo recedere dal Fiscal Compact e poi tagliare (ripeto: tagliare) la spesa pubblica di 200 mld l'anno?
Questa, cari signori, è logica! Non logica aristotelica, ma logica Fuzzy. Sapete cos'è la logica fuzzy?
Da wikipedia:
Con grado di verità o valore di appartenenza si intende quanto è vera una proprietà: questa può essere, oltre che vera (= a valore 1) o falsa (= a valore 0) come nella logica classica, anche pari a valori intermedi.
Si può ad esempio dire che:
- un neonato è "giovane" di valore 1
- un diciottenne è "giovane" di valore 0,8
- un sessantacinquenne è "giovane" di valore 0,15
Applichiamola al non programma del M5S:
- "referendum sull'euro" di valore 1
- "no al Fiscal Compact" di valore 0,8
- "tagliare la spesa pubblica di 200 mld l'anno" di valore 0,15
E mi pare giusto! Come decidere? Si estraggono a sorte non solo gli eletti, ma anche i punti del non programma. Se tutti facessero altrettanto, questa è l'idea geniale del duo Grillo&Casaleggio, la corruzione finirebbe all'istante, e la Casta pure! Insomma, la fuzzy democracy.
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