Qualsiasi ordinamento sociale vede al vertice una o più classi di dominanti, la cui principale occupazione consiste, nelle democrazie moderne, nel negare questo ruolo. Con almeno altrettanta forza con cui le classi dominanti di epoche passate tendevano ad esaltarlo e a giustificarlo in base a un'ideologia funzionale allo scopo.
Una democrazia, dunque, è un sistema politico e sociale nel quale le classi dominanti nascondono la loro forza, pur esercitandola come sempre hanno fatto in tutte le epoche. La forza delle classi dominanti risiede nella loro maggiore capacità di darsi un'organizzazione politica e un'ideologia sottostante. Qualsiasi gruppo sociale voglia opporsi al potere delle classi dominanti deve dunque dotarsi di un'organizzazione politica e di un'ideologia antagonista.
Altra preoccupazione delle classi dominanti, nei sistemi democratici, è quella di indebolire, al limite annullare del tutto, ogni forma di organizzazione politica delle classi dominate. Nei paesi occidentali, dalla fine dell'Unione Sovietica, si è accentuato il divario tra la forza dei dominanti e la capacità dei dominati di opporsi. Questi ultimi, in effetti, appaiono oggi del tutto in balia dei voleri e degli interessi delle classi dominanti. Questo processo è stato particolarmente intenso in Europa, proprio per la vicinanza con l'ex Unione Sovietica, ed è stato impressionante in Italia e Germania, seppure per motivi diversi. Nel nostro paese i forti partiti di massa emersi dopo la resistenza sono stati distrutti; in Germania, paese diviso e confinante direttamente con i paesi del patto di Varsavia, si assiste ad una crescita esponenziale delle disparità, a dispetto del successo economico, enormemente facilitato dalla moneta unica.
L'opera di smantellamento delle organizzazioni politiche di massa in Italia, DC, PSI e PCI, è stata portata avanti seguendo una strategia lucida e preordinata, i cui contorni appaiono sempre più chiari con il passare del tempo. E' stato dapprima imposto, al nostro paese, un vincolo monetario esterno, lo SME, la cui gestione tecnica è stata, fin dall'inizio, sottratta al confronto politico. Successivamente, con il Divorzio Tesoro Banca d'Italia, si è avviata la formazione di una classe di rentiers, semplici cittadini e imprese produttive, i cui redditi dipendevano meno dal lavoro e sempre più dalla finanza. Nel corso degli anni ottanta si è messo mano al processo di liberalizzazione finanziaria e, contemporaneamente, ad un'intensa operazione di delegittimazione della politica, che è culminata con l'operazione Mani pulite. L'azione dei mezzi di informazione di massa ha accompagnato, e sollecitato, un radicale cambiamento dei costumi e dei valori tradizionali della società italiana, portato avanti sviluppando, in senso consumistico edonistico ed estremistico, le giuste aspirazioni del popolo ad una maggiore libertà individuale, giungendo ad eccessi grotteschi e sotto gli occhi di tutti.
Il popolo, vale a dire le classi dominate, non ha saputo opporsi. La corruzione è dilagata, facilitata proprio dal progressivo indebolimento dei partiti e delle organizzazioni di massa, che si sono trasformate rapidamente in comitati d'affari. La Kasta si è così sviluppata come un cancro, mentre la cura proposta dalle classi dominanti, cioè l'idea che una magistratura indipendente potesse arrestare la corruzione, ha agito come una chemioterapia che ha ulteriormente indebolito le capacità di difesa dell'organismo sociale.
Due generazioni di italiani si sono formate in questo clima, perdendo man mano la coscienza dei propri interessi di classe e trasformandosi in una massa amorfa di individui le cui sole capacità consistono nel lamentarsi e, massima espressione dell'agire politico contemporaneo, promuovere petizioni. Il Popolo si è così trasformato in una massa di pezzenti, a prescindere dal fatto che i casi della vita permettano ad alcuni di avere un SUV mentre altri sono disoccupati o precari. La massima aspirazione è diventata quella di cambiare il proprio destino personale, senza alcun riguardo per la condizione degli altri. Il caso della Grecia è esemplare: l'indifferenza degli italiani alle condizioni di quel popolo è rivoltante, e anzi molti contemplano l'idea di acquistare una casa in Grecia approfittando della caduta dei prezzi.
L'uscita dall'euro, scelta necessaria e fondata, viene intesa dalla stragrande maggioranza in modo semplicistico. Un numero crescente di italiani, sofferenti o preoccupati per lo stato delle cose, coltiva l'illusione che basti uscire dall'euro perché tutto torni come prima, sebbene la maggioranza sia ancora vittima della propaganda terroristica sulle conseguenze di tale scelta. Né gli uni né gli altri hanno la minima idea delle ragioni e delle implicazioni di un tale esito, mentre solo un'ancor esigua minoranza padroneggia gli strumenti minimi indispensabili per una valutazione consapevole della situazione. Questa minoranza, composta da singoli individui che comunicano attraverso la rete, non riesce coagularsi fino a costruire anche solo l'embrione di un'organizzazione politica.
Senza organizzazioni politiche il potere delle classi dominanti non sarà mai nemmeno scalfito. I pochi tentativi in tal senso stanno pagando a caro prezzo il successo del M5S (una setta nata dal nulla in pochissimo tempo) nel catalizzare il disagio crescente e diffuso. Ma il M5S è, appunto, una setta, non un partito politico, e non si pone il problema di creare una nuova classe dirigente, propalando anzi lo slogan "uno vale uno", che è l'antitesi dell'organizzazione. Se a ciò si aggiunge il fatto che questa setta non ha un suo chiaro progetto politico espresso attraverso un programma (questo viene definito attraverso sondaggi in rete), appare evidente che non è questa la strada giusta.
Ora è il momento dei professori. Un gruppo di essi, il cui riferimento è il prof. Bagnai, ha sposato l'idea che la diffusione della razionalità economica possa costituire la soluzione. Essi non si pongono il problema che, per quanto capillare possa essere questa operazione, mai accadrà che milioni di elettori possano comprendere le loro sofisticate argomentazioni, e anzi che queste, per quanto corrette, finiranno con l'essere travolte da nuove e più efficaci campagne di disinformazione. Nella sostanza, sebbene polemici con il M5S, essi stanno costruendo una setta di altro genere. In questo caso non si fa ricorso ai sondaggi, ma in filigrana si può leggere, anche in questo caso, il venefico slogan "uno vale uno".
Né maggior successo ha ottenuto il tentativo, del giornalista Paolo Barnard, di costruire un'opposizione al potere delle classi dominanti seguendo lo schema dei trecento di Leonida. A prescindere dalla validità o meno della teoria proposta (la MEMMT) il difetto di fabbrica di questa impostazione consiste nel proporre una soluzione magica che, se attuata, potrebbe far funzionare il sistema, mentre ogni approfondimento delle complesse tematiche della lotta di classe viene derubricato alla favolistica narrazione dell'1% che opprime il 99%.
C'è, infine, una minoranza infima che ha deciso di "riscoprire l'acqua calda", ovvero che la lotta politica si fa con l'organizzare e conciliare, in un partito politico, gli interessi di classe affini. Il vostro umile reporter ha scelto questa strada. Per ricominciare, abbiamo scelto di partire dal meglio che abbiamo: la Costituzione del 1948.
Chi vivrà vedrà.
Mi ha molto colpito la sua valutazione circa l'attuale democrazia, oltre che l'analisi sul smantellamento delle classi politiche che una volta esistevano. Mi piace inoltre l'idea che ci sia gente come Lei che pensa alla necessità di sviluppare un programma politico concreto, percorribile su cui ottenere la condivisione di più persone possibili al fine di formare una forza politica di cambiamento. Mi piacerebbe conoscere, almeno a sommi capi, quale idea di progetto politico di ricostruzione dell'Italia Lei ha in mente. Magari riesco a condividerlo.
RispondiEliminaMax, mi metti in difficoltà perché da una parte dovrei spingerti a seguire la mia strada (mi sono iscritto all'ARS, nei cui fini ho piena fiducia, essendo per altro anche membro del direttivo nazionale), dall'altra non posso rinunciare a quello che è un mio dogma personale: fare sempre di testa mia e suggerire agli altri di fare altrettanto.
EliminaIl mio consiglio, pertanto, è quello di informarti, e mi limito qui a segnalarti due movimenti sovranisti e alcuni blog.
Movimenti sovranisti:
1) Associazione Riconquistare la sovranità (ARS). Vedi anche Appello al popolo>
2) Movimento popolare di liberazione - sinistra no euro
I siti seguenti sono alcuni lievemente sovranisti, altri no. Mettici la testa, ma comunque sono validissimi:
1) Goofynomics. Vedi anche A/simmetrie
2) Orizzonte48
3) Voci dall'estero
4) main-stream
Penso che, se sei arrivato da queste parti, probabilmente li conosci già. Se, dopo aver riflettutto, sceglierai di avvicinarti ad ARS, sarò lieto di presentare la tua richiesta di iscrizione. Se deciderai altrimenti, amici più di prima. Qui sarai sempre il benvenuto.
p.s. per quanto riguarda i documenti politici di ARS, ti suggerisco soprattutto quello sulla repressione finanziaria e il documento di analisi e proposte.
che c'entra l'indipendenza della magistratura adesso non si capisce... ma non eri a difesa della Costituzione?
RispondiEliminaLa magistratura deve essere indipendente, ma non può surrogare l'azione di controllo diffuso e preventivo posta in essere da veri partiti, cioè da partiti che non siano comitati di affari. Se i partiti diventano comitati di affari, perché hanno perso la loro funzione di rappresentanza di interessi di classe reali, l'intera società si ammala del cancro corruttivo e l'azione della magistratura ha l'effetto di una chemioterapia. Si tira avanti per un po', tra grandi sofferenze, e poi si schiatta. Anche nella cura del cancro vero, si sta affermando l'idea che l'alimentazione e lo stile di vita giocano un ruolo fondamentale.
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