giovedì 19 marzo 2015

Acqua, luce, gas e i cretini della meritocrazia.


Torno a casa dopo una dura battaglia con gli imberbi virgulti, che di imparare l'arte di vivere liberi (cioè studiare) non hanno molta voglia, e apro Musoliber [Loco dello internetto ideato et gestito da Marco Saccaroberga. Intro vi si trova la pergamena de Feudalesimo e Libertà attraverso cui lo Imperatore favella alla plebaglia. [Sinonimi]: Voltotomo, Facebook].

E che ti trovo? Una frase che mi fa incazzare come una biscia, questa: "Le cose succedono facendole succedere. Vediamo se arrivano anche dalla Ciociaria plausi alla relazione di Fabrizio Barca. Vediamo chi è il primo.... tra poco arrivano le quote della Snai. Quelle di bwn ci so' già".

A scrivere è Armando Mirabella, ex-giovane del PD locale (ma di quelli tanto tanto tanto buoni e carini carini) il quale linka, sulla sua pagina Musoliber, questo post di Fabrizio Barca.

N.d.r. Fabrizio Barca è un economista e politico italiano. Presidente del Comitato per le politiche territoriali dell'OCSE dal 1999 al 2006, ha ricoperto la carica di ministro per la coesione territoriale del governo Monti, dal 16 novembre 2011 al 28 aprile 2013.


La "relazione" di cui parla il Mirabella è questa: "Pd, relazione di Barca su circoli romani: ‘Partito dannoso, deformazioni clientelari’".

Si tratta, è ovvio, di un'operazione repulisti all'interno del PD romano, Cosa buona e giusta, perché i "disonesti" vanno allontanati onde far spazio agli "onesti". Bravi! Bravi! Bravi! E allora parliamo degli "onesti". Chissà se i buoni e bravi piddini sanno quel che si apprestano a combinare gli "onesti"!

Scrive Marcello Foa (vade retro Satana!) su "Il Giornale" (vade retro Satana!): "L’importante, spesso, non è spiegare, ma non far capire. Molte riforme fondamentali passano tra le pieghe di un provvedimento come se fossero marginali. I parlamentari approvano senza nemmeno sapere cosa votano, seguendo le indicazioni del capogruppo mentre i giornalisti ne scrivono senza capire o, ancora meglio, non ne scrivono affatto".

Di cosa sta parlando Marcello Foa? Della riforma dell'articolo 5 della Costituzione italiana (La Repubblica, una e indivisibile, riconosce e promuove le autonomie locali; attua nei servizi che dipendono dallo Stato il più ampio decentramento amministrativo; adegua i principi ed i metodi della sua legislazione alle esigenze dell'autonomia e del decentramento), di cui pochi parlano preferendo concentrarsi su altri aspetti, ad esempio la riforma del Senato. Eppure la ciccia, quella vera, sta proprio qui.

Il meccanismo scelto dalla maggioranza renziana (piddini malpancisti semper votanti) è quello di intervenire sul Titolo V della Costituzione, che dà attuazione all'art. 5, e che è riformabile (mentre la prima parte della Costituzione è intoccabile). Ecco la sintesi de La Stampa, riportata da Marcello Foa:

"TITOLO V – Sono riportate in capo allo Stato alcune competenze come energia, infrastrutture strategiche e grandi reti di trasporto. Su proposta del governo, la Camera potrà approvare leggi nei campi di competenza delle Regioni, «quando lo richieda la tutela dell’unità giuridica o economica della Repubblica, ovvero la tutela dell’interesse nazionale»."

E che significa? Significa che, siccome le cosiddette Public Utilities (acqua, luce, gas, trasporti locali etc.) sono oggi in capo alle autonomie locali (Regioni, Province, autonomie locali, comuni), e dunque lo Stato non può venderle semplicemente perché non sono robba sua, allora si riforma la Costituzione per riportarle in capo allo Stato, che così le potrà privatizzare.

A dimostrazione di quanto questo passaggio sia importante, Marcello Foa pubblica un servizio televisivo de La Gabbia nel quale a un certo punto il dirigente generale Lorenzo Codogno, a capo della direzione I analisi economico-finanziaria del Dipartimento del Tesoro, del Ministero dell’economia e delle finanze, intervistato sulla vendita di partecipazioni Eni, Finmeccanica, Enel dichiara: «Il problema è che non prendi tantissimo perché ho fatto il calcolo un po’ di tempo fa sono 12 miliardi, non è una gran cifra, meno di un punto di Pil. La vera risorsa sono le utilities a livello locale. Lì sono veramente tanti, tanti miliardi, il problema è che non sono nostri, dello Stato, sono dei Comuni, delle Regioni (…) E quindi bisogna cambiare il titolo V della Costituzione. Ed espropriare i Comuni e le Regioni».

Luciano Barca (comunista)
Fabrizio Barca (piddino)
E adesso torniamo ai piddini "onesti", alla Mirabella, che da noi a Frosinone non contano una mazza ma sono tanto presenti su Musoliber. In realtà non contano una mazza da nessuna parte, ma lasciamo perdere. Questi ingenui fanciulli di cosa si occupano? Ma è ovvio, dell'operazione repulisti nel PD romano annunciata da Fabrizio Barca! Il quale, giova ricordarlo, è figlio di quel Luciano Barca che, nel lontano 1978, commentando la decisione di entrare nello SME (il paparino dell'euro) ebbe a dire: "Europa o non Europa questa resta la mascheratura di una politica di deflazione e di recessione anti operaia".

Non basta! Perché gli onesti piddini ciociari partecipano anche alle manifestazioni per la ripubblicizzazione dell'acqua, insieme ai giovani virgulti socialisti (che a Frosinone ancora esistono).

Riassumendo: non parlano, forse perché non ci capiscono una mazza, della riforma del Titolo V, che avrà l'effetto di togliere il controllo delle Public Utilities (acqua compresa) agli enti locali; sono contro la privatizzazione dell'acqua; vanno in piazza a sventolar bandiere. E naturalmente restano piddini. Però vanno in sollucchero al pensiero di un repulisti nel PD romano. Perché, come è evidentissimissimo, il probbblema è la corruzzzione, ma anche la casta, ma anche la cricca.

Ma non è che, sotto sotto, i giovani virgulti sperano che, dopo il repulisti, scocchi finalmente la loro ora? E daje! Ma che vado a pensà!

Ah, dimenticavo: nel frattempo Memmone Marzi, a Frosinone, annuncia di voler rientrare nel PD. Dopo la purga, ovviamente...

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