Nonno Eugenio ne spara una a settimana: quando scrive l'editoriale. Che non è facile commentare, perché le idiozie che sostiene sono tante, ma anche argomentate, e ciò pone il povero blogger nella difficile condizione di doverne scegliere una, oppure passare la mano. Oggi però il compito è più facile. Leggete cosa scrive l'antipatico vegliardo:
«Il direttorio dei sette (Donald Tusk - presidente del Consiglio europeo, Angela Merkel, François Hollande, Mario Draghi, Jeroen Dijsselbloem - presidente dell’Eurogruppo, Jean-Claude Juncker - presidente della Commissione europea - n.d.r.) è un passo avanti di grandissima importanza, è un salto verso gli Stati Uniti d'Europa. La Merkel evidentemente ha reso esecutiva una intenzione che già era nel suo pensiero ma finora rinviata. Ora deve aver capito che quella è una via obbligata in una società globale dove solo gli stati continentali hanno un peso; gli altri sono del tutto marginali.»
Dunque la sola Commissione europea non basta più, ci vuole il direttorio. Nel quale, e di ciò l'Eugenio si lagna, non c'è l'Italia. Ci sono però Francia e Germania, due paesi che da 1300 vengono a farsi gli affari loro in casa nostra ma che adesso, sarà perché c'è l'Unione Europea tanto democratica e progressiva, ci aiuteranno a combattere la corruzione. E il Parlamento europeo, quello che dovrebbe essere il luogo delle decisioni democratiche? Non pervenuto.
Particolarmente toccante il passaggio in cui scrive "La Merkel evidentemente ha reso esecutiva una intenzione che già era nel suo pensiero ma finora rinviata.". Ah, ma allora è la Merkel che decide! Perfino se fare oppure no il Direttorio? E che poteri formali avrà questo Direttorio, oltre a quello banalmente fondato sui rapporti di forza? Nonno Eugenio non lo dice, evidentemente non lo ritiene importante. Quel che conta è che, grazie alla costituzione del Direttorio, "il caso greco si avvia verso una soluzione di compromesso ma comunque tale da salvare quel paese sia dal default sia dall'uscita dall'euro.". Il che significa, detto in soldoni, che invece di un avanzo primario di 7 punti, forse (dico forse) alla Grecia verrà permesso di averlo di "soli" 4 punti, ma pur sempre dentro l'euro. Vale a dire con una moneta sopravvalutata di almeno il 30/40% rispetto alle possibilità dell'economia greca. E inoltre, visto che sono corrotti, subiranno l'imposizione di privatizzazioni e liberalizzazioni ulteriori, non ultima la fine della politica di basse tariffe portuali che consente alla Grecia di essere titolare della più grande flotta commerciale del mondo. Una cosa che farà la gioia e la felicità di qualche nazione del nord Europa.
Ma tutto questo per nonno Eugenio non è importante. Conta, invece, che nella competizione globale la Grande Europa (Heil Jincker!) possa menar pugni alla pari con gli altri grandi imperi contemporanei. E solo un'oligarchia illuminata può avere la forza di imporre, ai riottosi sudditi, la disciplina necessaria per vincere la guerra.
Se questo signore stirerà le zampe prima di me, quel giorno brinderò a Brunello di Montalcino. E' proibito dirlo?
«Il direttorio dei sette (Donald Tusk - presidente del Consiglio europeo, Angela Merkel, François Hollande, Mario Draghi, Jeroen Dijsselbloem - presidente dell’Eurogruppo, Jean-Claude Juncker - presidente della Commissione europea - n.d.r.) è un passo avanti di grandissima importanza, è un salto verso gli Stati Uniti d'Europa. La Merkel evidentemente ha reso esecutiva una intenzione che già era nel suo pensiero ma finora rinviata. Ora deve aver capito che quella è una via obbligata in una società globale dove solo gli stati continentali hanno un peso; gli altri sono del tutto marginali.»
Dunque la sola Commissione europea non basta più, ci vuole il direttorio. Nel quale, e di ciò l'Eugenio si lagna, non c'è l'Italia. Ci sono però Francia e Germania, due paesi che da 1300 vengono a farsi gli affari loro in casa nostra ma che adesso, sarà perché c'è l'Unione Europea tanto democratica e progressiva, ci aiuteranno a combattere la corruzione. E il Parlamento europeo, quello che dovrebbe essere il luogo delle decisioni democratiche? Non pervenuto.
Particolarmente toccante il passaggio in cui scrive "La Merkel evidentemente ha reso esecutiva una intenzione che già era nel suo pensiero ma finora rinviata.". Ah, ma allora è la Merkel che decide! Perfino se fare oppure no il Direttorio? E che poteri formali avrà questo Direttorio, oltre a quello banalmente fondato sui rapporti di forza? Nonno Eugenio non lo dice, evidentemente non lo ritiene importante. Quel che conta è che, grazie alla costituzione del Direttorio, "il caso greco si avvia verso una soluzione di compromesso ma comunque tale da salvare quel paese sia dal default sia dall'uscita dall'euro.". Il che significa, detto in soldoni, che invece di un avanzo primario di 7 punti, forse (dico forse) alla Grecia verrà permesso di averlo di "soli" 4 punti, ma pur sempre dentro l'euro. Vale a dire con una moneta sopravvalutata di almeno il 30/40% rispetto alle possibilità dell'economia greca. E inoltre, visto che sono corrotti, subiranno l'imposizione di privatizzazioni e liberalizzazioni ulteriori, non ultima la fine della politica di basse tariffe portuali che consente alla Grecia di essere titolare della più grande flotta commerciale del mondo. Una cosa che farà la gioia e la felicità di qualche nazione del nord Europa.
Ma tutto questo per nonno Eugenio non è importante. Conta, invece, che nella competizione globale la Grande Europa (Heil Jincker!) possa menar pugni alla pari con gli altri grandi imperi contemporanei. E solo un'oligarchia illuminata può avere la forza di imporre, ai riottosi sudditi, la disciplina necessaria per vincere la guerra.
Se questo signore stirerà le zampe prima di me, quel giorno brinderò a Brunello di Montalcino. E' proibito dirlo?
Nessun commento:
Posta un commento