lunedì 30 marzo 2015

La Sovranità non è una pubblicità ingannevole!

Link correlati:

Antefatto


Glauco Benigni e Claudio Messora
Un lettore mi segnala, in un commento sul blog, la pubblicazione di un articolo a firma di Glauco Benigni (La Sovranità? Pubblicità ingannevole!) sul sito byoblu curato da Claudio Messora.

La lettura dell'articolo di Benigni mi ha molto irritato, ma non avrei dato soverchia importanza alla cosa se esso fosse apparso su un sito qualunque, e non su byoblu. Non mancano, infatti, esempi continui di critica all'idea di sovranità per mezzo di analisi che seguono approcci diversi. Per dire: l'idea di sovranità viene descritta come fantasiosa da quelli che "oggi c'è la Cina", ma anche come funzionale agli interessi del capitalismo dai fanatici dell'internazionalismo. Avrei quindi potuto bellamente ignorare l'articolo, e limitarmi a rispondere ai commenti che l'autore stesso ha scritto in coda al citato post sul mio blog.

Tuttavia il fatto che l'articolo di Benigni sia stato pubblicato da byoblu ne amplifica l'importanza, a dispetto del fatto che Claudio Messora, in un post di qualche giorno dopo, lo abbia derubricato al rango di "contributo interessante". La ragione di ciò è la contiguità di Messora con il M5S e l'importante ruolo che ha svolto per esso, e forse svolge ancora. Sia come sia, il sito byobly è un punto di riferimento per l'area grillina, e dunque la comparsa di un articolo come quello scritto dal Benigni ha la sua importanza.

L'articolo di Glauco Benigni


Ma cosa ha scritto Benigni di così grave? L'incipit lascia a bocca aperta: «Evocare la Sovranità Repubblicana Nazionale concepita nel secolo scorso, quale facile soluzione al groviglio di problemi che attanagliano il Paese, è un azzardo da valutare con serietà e forse da evitare. Evocare la Sovranità significa infatti lasciar credere al Popolo che il nostro Stato e il nostro futuro Governo possano “ancora” esercitare libere scelte sul proprio territorio. Io, purtroppo, non credo che ciò sia vero. E pertanto lo ritengo un problema che si va ad aggiungere agli esistenti.»

In questa frasetta vengono enunciati due concetti:
  1. La "sovranità" non è una soluzione facile al groviglio di problemi che attanagliano ecc.. ecc..
  2. Farlo è, in sovrappiù, cosa pericolosa che è meglio evitare
Se il primo enunciato è opinabile, il secondo lascia trasecolati. Già, perché delle due l'una: o l'enunciato è vero, e allora lo si dovrebbe pronunciare nel segreto di qualche associazione di resistenti pronti a tutto, oppure è falso e allora scrivere una tal cosa è da disfattisti. Un conto, infatti, è affermare pubblicamente che non c'è più democrazia, altro è scrivere che è meglio tacere perché parlare di sovranità è "un azzardo da evitare con serietà e forse da evitare".

Vengo al primo enunciato. Il Benigni argomenta (sto evidenziando i passaggi salienti dell'articolo): «I limiti a quel sogno di Sovranità – a causa di una serie di accelerazioni e mutazioni della geopolitica che i Media mainstream chiamano “Globalizzazione”- si sono rafforzati ed estesi al punto di mutare l’idea guida originaria di Sovranità formulata nel secolo scorso. In dettaglio: si sono rafforzati i limiti di fatto e i limiti di diritto.»

Più avanti aggiunge: «Vorrei essere chiaro: tutto ciò non è un film dell’horror (anche se talvolta può sembrarlo), si chiama Storia degli Umani in via di evoluzione sul Pianeta Terra. E dunque mi sembra corretto porre la questione alle menti più evolute, lucide e generose : evocare la Sovranità ombrello che non c’è, che non c’è più, che non c’è mai stata, che non potrà esserci così come è stata sognata, è un problema! E’ un problema perchè la semplice evocazione, senza chiarire che è un ombrello colabrodo, seduce e rassicura maldestramente l’anima collettiva. E’ una specie di pubblicità ingannevole, perchè promuove aspettative irreali, perchè l’eventuale battaglia e la stessa organizzazione delle forze vitali per il ritorno a “quella Sovranità” conduce su un binario morto della geopolitica. La Sovranità repubblicana italiana e i suoi annessi e connessi sono pericolosi perchè “finti”: un teatrino con protagonisti reali, eroiche imprese e martiri ma con registi e impresari indefiniti, mascherati.»

Il ragionamento è capzioso, e la cosa appare evidente se si mette per un momento da parte l'idea ingenua di "sovranità" che Benigni sembra voler ascrivere ai sovranisti. E' sufficiente, a tal fine, sostituire il termine "sovranità" con "perseguimento dell'interesse nazionale", che della sovranità, quale che sia la sua più o meno compiuta realizzazione, è l'immediato corollario. L'ultimo capoverso, allora, suonerebbe più o meno così: Il perseguimento dell'interesse nazionale della repubblicana italiana e i suoi annessi e connessi sono pericolosi perchè “finti”: un teatrino con protagonisti reali, eroiche imprese e martiri ma con registi e impresari indefiniti, mascherati. 

Lascio ai lettori il piacere di continuare il gioco con il resto dell'articolo.

Ebbene questa è, ai miei occhi, una resa senza condizioni. La sostanza della narrazione veicolata è che ci sono forze contro le quali combattere è non solo inutile, ma addirittura pericoloso, e che occorre rassegnarsi al fatto che il perseguimento dell'interesse nazionale altro non sia che «un teatrino con protagonisti reali, eroiche imprese e martiri ma con registi e impresari indefiniti, mascherati». E dunque che i sovranisti sono manovrati! Magari inconsapevolmente, aggiungo provando ad interpretare più a fondo il benigni-pensiero, ma comunque manovrati, in definitiva degli utili idioti.

Mi corre l'obbligo di ricordare al Benigni che questa idea ingenua di sovranità non alligna nel campo sovranista. Noi sappiamo benissimo che la sovranità è un valore relativo, condizionato dai rapporti di forza reali, e dunque che essa deve essere intesa come una tensione spirituale e politica costante, non come un dato digitale on/off. Neppure la potenza dominante, gli USA, sono pienamente "sovrani" nel senso on/off veicolato dalle argomentazioni del Benigni. Eppure, mentre gli Stati Uniti non cessano di perseguire l'interesse nazionale, e guai a quel politico che osasse mettere in dubbio tale diritto, qui da noi ci si fa belli nel sostenere che questo è un comportamento inutile, pericoloso, e che addirittura chi ha a cuore l'interesse nazionale in realtà lavora per il re di Prussia!

Il finale dell'articolo del Benigni chiarisce altri aspetti del suo pensiero: «Negli anni, fra l’altro, tale Sovranità Ltd. è entrata a far parte del grande sogno collettivo oggi abortito dalle democrazie costituzionali occidentali, che dopo aver promesso welfare e progresso senza limiti, da 4-5 anni fanno i conti con i limiti strutturali del Pianeta terra e con le piaghe delle crisi finanziarie non risolte.».

Dunque, per il Benigni, la crisi del sogno di sovranità delle democrazie occidentali si sarebbe infranto contro il muro dei "limiti strutturali del pianeta terra e con le piaghe delle crisi finanziarie non risolte". E questa è una tesi veramente fantastica. Lo è perché la crisi che stiamo vivendo non è una crisi da mancanza di risorse bensì da sovrapproduzione, che solo in Europa non è stata superata perché qui i rapporti di debito/credito hanno come principali titolari soprattutto gli Stati nazionali, uniti da una moneta disfunzionale ma divisi, eccome se divisi! dal fatto di aver mantenuto, ognuno di essi, una propria contabilità nazionale.

Aggiungo che le cosiddette "crisi finanziarie", almeno momentaneamente risolte (negli USA e in UK) o non risolte (in Europa) traggono tutte la loro origine nel fatto che, da almeno trent'anni, è stato interrotto il meccanismo redistributivo verso il basso degli aumenti di produttività; e che ciò è avvenuto per il mutamento degli equilibri politici negli USA che le altre nazioni dell'occidente hanno dovuto (o voluto, ad opera delle loro classi dominanti) supinamente subire proprio a causa di un "deficit di sovranità". Nella sostanza quello che è accaduto è che ciò che va bene agli Stati Uniti deve andar bene per tutte le altre nazioni. Si chiama "Washington consensus".

Le proteste, la nota di Messora e la chiosa di Glauco Benigni


Credo che la pubblicazione dell'articolo di Benigni abbia dato la stura a qualche protesta, non solo sul mio piccolo blog. Dalla chiosa del Benigni deduco tuttavia che egli confonde il movimento sovranista con alcune frange del M5S che flirtano con questo concetto, ma che definire effettivamente parte del movimento sovranista è più che arduo. La riprova di ciò è in questo passaggio, laddove egli scrive: «Non credo che Messora – come qualcuno insinua – abbia voluto utilizzare il mio articolo per colpire il progetto sovranista del M5S (ndr messora: qui c’è qualcuno che si fa di sostanze pesanti).».

Al netto della battuta conclusiva, credo sia necessario che il Benigni si scolpisca bene in testa che, allo stato, non esiste alcun progetto sovranista del M5S, a meno di non voler dare inizio al solito trito e disgustoso balletto semantico consistente nell'appropriarsi del linguaggio altrui una volta che questo comincia ad affermarsi nell'immaginario politico. Credo che il Benigni sia in buona fede, ma colgo l'occasione per ribadire, sottolineare, evidenziare, rimarcare, affermare con estremo vigore che il movimento sovranista è nato, si sta sviluppando e continuerà a farlo fuori dal recinto del M5S!

Lo dico in modo più diretto: appropriarsi del termine "sovranismo" da parte del M5S o di chiunque altro, senza una rottura decisa e definitiva con il proprio passato che arrivi, come minimo, all'autoscioglimento e alla nascita di un nuovo movimento che sia una frazione del più vasto movimento sovranista, è un comportamento fascista!

Ciò detto senza offesa per i fascisti, che almeno hanno il buon gusto di definirsi per quello che sono.

Momentanea conclusione


Credo che, per il momento, quanto scritto possa bastare, e resto in attesa di eventuali reazioni da parte di Benigni e Messora. Sul mio piccolo blog si è già sviluppata un'aspra polemica con il Benigni che spero possa continuare su binari meno animosi, a patto che egli voglia por fine a una coppia di comportamenti:
  1. Confondere la realtà del sovranismo italiano con i pur interessanti vagiti provenienti dalla base del M5S.
  2. Parlare con il dovuto rispetto dei sovranisti italiani, che sono una realtà piccola ma ben strutturata e composta da militanti preparati che da anni, talvolta da decenni, vivono la politica con la passione del cuore e la razionalità della mente.
In altre parole, quando si parla di "sovranismo" ci si rivolga ai "sovranisti", e non a quanti si appropriano della parole senza ben comprenderne il significato; Inoltre si metta da parte, una volta e per sempre, la facile e falsa narrazione tendente ad equipararci ad una delle fantasmagoriche sette gombloddisde che popolano il web 2.0. Se queste condizioni saranno rispettate ne guadagnerà la qualità del confronto, anche con coloro che sono affascinati da visioni globaliste, come temo temo che sia per l'ottimo Glauco Benigni. 

Quanto a Messora: usque tandem potrai tenere il piede in due scarpe?

3 commenti:

  1. Sinceramente mi sembra tutto un fraintendimento. Forse troppa dialettica a partire dell'articolo di questo Benigni, però leggendo i successivi commenti di Messora, mi pare che la lettura fosse in chiave sovranista e non anti-sovranista.

    RispondiElimina
  2. Si, c'è stata un'animosità eccessiva. Chiedo scusa per questo a Glauco Benigni. Diciamo una sfuriata tra galletti, daje. Per una volta ce po' sta. Poi si vedrà, il tempo è galantuomo. Mi dispiace anche per il fatto che, quando lo conobbi, mi risultò assai simpatico, con quel bell'aspetto risorgimentale.

    RispondiElimina
  3. A proposito di Risorgimento... "Liberi non sarem se non siam uni" . Ce po' sta' pure Manzoni, no? . Buona Pasqua a tutti i Sovranisti e smettete de magnà agnelli che ve caricate de karma negativo.

    RispondiElimina