- Link correlato: Euro per tutti? No grazie. Le lezioni di Hayek contro la moneta unica [ilgiornale.it 15-03-2015]
L'articolo, firmato da Carlo Lottieri (cofondatore dell'Istituto Bruno Leoni - qui un elenco dei suoi ultimi articoli), inizia ricordando che «Il grande economista liberale morì prima della creazione della nuova valuta. Ma come dimostrano i suoi scritti l'avrebbe certamente avversata», e che Hayek aveva certamente auspicato «l'unificazione economica dell'Europa occidentale» esprimendo però «seri dubbi sull'utilità di farlo mediante la creazione di una nuova moneta europea gestita da una sorta di autorità sovranazionale».
Una prima osservazione da fare riguarda il fatto che von Hayek parlava di «unificazione economica dell'Europa occidentale», mentre l'UE si è lanciata in una accelerata espansione ad est, per volere soprattutto della Germania.
Nel prosieguo dell'articolo Carlo Lottieri sottolinea come il pensiero di von Hayek sia mutato nel tempo, passando da una visione in cui si sostiene che «un'effettiva politica monetaria razionale possa essere attuata solo da un'autorità monetaria internazionale o tramite, in ogni caso, la più stretta collaborazione delle autorità nazionali» ad una nuova secondo la quale occorre «mettere in concorrenza le valute, suggerendo una soluzione diametralmente opposta a quella della moneta unica».
Scopriamo così che von Hayek era per i cambi flessibili!
Flessibili sì, ma in che senso? Non certo nel senso di favorire quello che Hayek chiama il «nazionalismo economico», che egli considera una conseguenza della visione di Keynes, il quale riteneva che occorresse «ridurre al minimo l'interdipendenza tra le economie e che per conseguire tale risultato si debba garantire alle banche centrali la possibilità di manipolare la moneta di Stato»! Per von Hayek, dunque, vanno evitati sia gli interventi delle banche centrali nazionali, che condurrebbero al «nazionalismo economico», sia gli «interventismi sovranazionali» sul modello della BCE. La soluzione, auspicata da von Hayek, prevede invece che le monete competano tra loro, in un ordine che Lottieri definisce di «free banking».
Il tardo von Hayek immagina allora che «una gestione oculata delle valute non sarebbe affidata a un monopolio chiamato al rispetto di regole predefinite, di ordine costituzionale, ma deriverebbe dalla necessità per ogni moneta di essere apprezzata e godere del credito altrui. La questione monetaria finisce quindi per rinviare al tema degli ordini spontanei e autoregolati: in economia come nel diritto.». Von Hayek propone così che «gli attori economici possano scegliere tra monete di mercato. Ogni Paese dovrebbe consentire la piena circolazione delle valute straniere e anche permettere ai privati di crearne altre.».
Ove per "piena circolazione" si deve intendere, i suppose, anche la libertà di imposizione, da parte dei creditori, del mezzo di pagamento monetario più conveniente, per ESSI, ai fini dell'estinzione degli obblighi dei debitori.
Non so se è chiaro ma, qualora non lo fosse, credo che questa chiosa di Lottieri sia illuminante: «Leggere in Hayek un nemico dell'euro non è quindi un'operazione anacronistica e neppure una forzatura. Ma la sua prospettiva ha poco a che fare con il populismo demagogico di chi vorrebbe tornare alla lira solo per evitare ogni rigore, rinchiuderci entro i confini italiani e portarci entro una spirale inflazionistica perfino più drammatica di quella che l'Europa intera (a causa delle politiche espansive della Bce) sta per conoscere.».
Devo dire che la lettura di questo articolo di Carlo Lottieri è stata, per me, come l'accensione della lampadina di Archimede Pitagorico. Eccola qua, mi sono detto, la famosa "uscita da destra" dall'euro, la cui esistenza viene negata con tanto furore da qualche economista che si dichiara "de sinistra"!
O mi sto sbagliando?
Per capirlo bisognerebbe poter dialogare, ma l'impresa è ardua perché, come noto, né i platelminti, né gli anellidi, e nemmeno i nematelminti, insomma, tutti gli infiniti vermi del terrario nostrano, provinciale, egotista, intellettualmente ed eticamente deficitario, sono in grado di biascicare alcunché al cospetto di persone di "elevatissimo livello scientifico".
Pazienza, ce ne siamo fatti una ragione. Ma un dubbio resta: quando si viene ospitati come blogger sul giornale.it e sul Fatto Quotidiano, si diventa ospiti fissi in televisione, si viene proposti come assessori regionali alle finanze, ciò avviene in omaggio al pluralismo delle opinioni o perché si è funzionali agli interessi dominanti, i quali sono, come abbiamo ben appreso, quelli del "free banking"? Ai contemporanei l'ardua sentenza.
A von Hayek sarebbe piaciuto il post di Bagnai "La rivincita del comunismo"
RispondiEliminaP.S. Con l'occasione ti segnalo che ho aperto un blog dedicato all'opera, alle riflessioni e alle imprese del profeta di Pescara
http://gufinomics.blogspot.it/
Ciao Peter, che piacere vederti, tu che sei il migliore dei trollator cortesi! Anche se, a dire il vero, ho sempre penZato che tu sia lo stesso Bagnai, o almeno il suo alter ego perfetto.
RispondiEliminaMi fa piacere sapere che segui il mio blog e, adesso che hai aperto il tuo, ti leggerò. In fondo siamo i massimi bagnaiologhi viventi, è giusto che ci si tenga in contatto. Consentimi, però, di sottolineare che (forse) hai un vantaggio su di me, essendo (forse) tu Illo; ma, ciò nonostante, vieni dopo di me.
Ristabilite le gerarchie, consentimi di farti presente che le nostre rispettive linee critiche nei suoi confronti sono diverse. Ad esempio dissento dal tuo post #bagnailafafacile perché credo che, se si uscisse oggi dall'euro, un grosso problema potrebbe averlo la Germania, dove potrebbe manifestarsi una vera crisi umanitaria. I crucchi, che competono da quasi vent'anni con un cambio favorevole, si sono "lievemente" impigriti...
Ciò detto, non scambiarmi per un followerazzo del pescarese, perché ovviamente essere d'accordo su alcune cose non significa condividere tutto: il tutto è più della somma delle parti, e ci sono più cose tra cielo e terra che tra i suoi grafici. Ma tutto questo Illo non lo sa.
Salutimme.
Mi corigo. Dopo aver letto questo tuo commento sul giornale.it penso che il più grande bagnaiologo vivente sei tu. Pazienza, me lo ha sempre detto Illo che sono un mediocre...
EliminaTra l'altro, l'incipit dell'articolo di Marcello Foa è da scompisciarsi: "Chi frequenta questo blog sa quanta stima io abbia per Alberto Bagnai, benché provenga da un mondo diverso dal mio : lui è di sinistra e io di sinistra non sono mai stato."
EliminaMettiamola così: io da domani comincio a dire che sono sempre stato un uomo "de chiesa", e guai a chi mi dice che non mi ha mai visto a messa!
nooooo, peter yanez nooo... anche qui
RispondiEliminauna cosa è essere critici su bagnai, un'altra è essere peter yanez