sabato 27 ottobre 2018

De-generazione sessantottina: dal "vietato vietare" al divieto della realtà


Il manifesto dell’associazione Provita con l’immagine di due giovani uomini che spingono un carrello da supermercato con all’interno un bimbo e la didascalia “due padri non fanno una madre” è stato rimosso.

La rimozione progressiva della realtà è pervenuta al divieto, ovviamente in nome del bene, dell’etica, della tolleranza: il nuovo proibizionismo delle anime belle è selettivo, ma roccioso, intransigente.  Cristallizza un’etica infranta e ricostruita alla rovescia. Colpa del libretto delle istruzioni.

Apocalisse significa rivelazione, e il marchio, dal greco charagma, indica qualcosa che viene impresso, scolpito. La Bestia “obbligò tutti, piccoli e grandi, ricchi e poveri, liberi e schiavi, a farsi mettere un marchio sulla mano destra o sulla fronte. Nessuno poteva comprare o vendere se non portava il marchio, cioè il nome della bestia o il numero che corrisponde al suo nome. Chi ha intelligenza, calcoli il numero della bestia, perché è un numero d’uomo; e il suo numero è seicentosessantasei” (Apocalisse 13:16-18).

In questo periodo la cronaca si occupa del caso di Miguel Bosé, il cantante spagnolo, il cui divorzio (omo, ça va sans dire) fa un gran rumore di piatti rotti. Il suo ex, oltre all’argenteria e a qualche suppellettile, avrà due dei quattro bambini- due coppie di gemellini maschi – che vivranno in Spagna. Gli altri due andranno con l’altro padre (genitore 1 o 2, fa lo stesso) in Messico. Nati con metodi artificiali, figli naturali di chissà chi, non solo non hanno conosciuto il calore di una madre, ma verranno separati per volontà dei genitori legali.

La sfera sessuale è quella in cui appare maggiormente la riduzione della persona a oggetto.

Spezzato l’ordito della civiltà, l’animale uomo smarrisce il suo destino “politico” e si trasforma nell’Identico che si crede Unico perché tale è il suo codice a barre. 

Il prodotto uomo è tracciato, manca la data di scadenza, ma ci stanno lavorando, convincendoci ad annullare noi stessi con modulo di richiesta, basta una pillola o un’iniezione. 

Un telefilm poliziesco americano ha come protagonista un investigatore infallibile, Monk, dipendente da pillole, psicanalisti, preda di infinite fobie, incapace di muovere un passo senza una sfortunata assistente che schiavizza. Il tema musicale della serie ha un titolo illuminante: è una giungla, là fuori. Di quella giungla chiamata realtà hanno orrore le monadi di fragile porcellana convinte di esistere a prescindere dal mondo circostante.

Folle Aristotele ad asserire che nulla è più naturale dell’unione del maschio con la femmina, un falsario Spinoza, per il quale chi cerca l’uguaglianza tra diseguali cerca una cosa assurda. Un pazzo estremista Dante, che si permette di destinare le anime all’Inferno o in Paradiso sulla base al criterio morale cristiano. Che paura le pene dei dannati, provocano incubi notturni. Da rielaborare il Vangelo che annuncia per gli empi pianto e stridor di denti, ludibrio per il vecchio Hegel, colpevole di definire la famiglia comunità etica naturale.  E’ un proibizionismo ridicolo, paradossale, quello dei nipotini del 68, la famiglia Addams al potere. Allora era vietato vietare, oggi, in nome delle stesse parole d’ordine libertarie, il divieto diventa obbligatorio.

Il resto è qui: 

GENARAZIONE CODICE A BARRE - di Roberto PECCHIOLI


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