domenica 21 ottobre 2018

Un'armata brancaleone con sciabolette e scarpe di cartone

Noi sovranisti costituzionali siamo stati derisi, negli anni passati, in quanto saremmo stati un'armata brancaleone. Oggi il più convinto e costante nel lanciare quest'accusa, per altro del tutto fasulla, si ritrova in un governo che è frutto dell'alleanza tra una forza politica esodiretta e una che è portatrice degli interessi di quel pezzo del sistema industriale e finanziario italiano che, già scettico sull'adesione all'euro a metà degli anni novanta del secolo scorso, oggi corre il rischio di essere depatrimonializzato.

Il governo gialloverde conta sul fatto che gli USA lo aiuteranno. Il che è come dire che voi andate a giocare a poker con un tedesco e un americano, e fate affidamento sul fatto che l'americano cercherà di farvi vincere per non far vincere il tedesco, invece di pensare a vincere per conto suo portandosi a casa anche il vostro orologio di marca.

In tutto questo c'è una piccola forza politica - per sua stessa ammissione non  più sovranista costituzionale - che dichiara, ove e qualora le forze sistemiche dovessero tentare di abbattere il governo gialloverde, che si dovrebbe mobilitare il popolo. Encomiabile proposito, senonché questo popolo da mobilitare è lo stesso che è stato indottrinato con slogan come "honestà" e "l'Italia agli italiani", che è come dire è stato armato di sciabolette ed equipaggiato con scarpe di cartone. Una circostanza logica, a ben vedere, perché chi comanda sa bene quanto pericoloso sia armare per davvero il popolo lavoratore! E in politica, armare il popolo significa renderlo edotto di come stanno davvero le cose. Troppo pericoloso. Le élites, da che mondo è mondo, cercano di risolvere le questioni al loro interno, evitando di mobilitare effettivamente il popolo perché questa scelta, una volta fatta, ha conseguenze molto serie.

Ma il prezzo da pagare, quando ci si rifiuta di "armare il popolo", può essere altrettanto alto. Staremo a vedere.

In ogni caso oggi lo stato maggiore gialloverde, che conta generali come Di Maio e Salvini, ma anche marescialli di campo del calibro di Borghi, Bagnai, Barra Caracciolo, si ritrova, ironia della sorte, a guidare un esercito di sciabolette con le scarpe di cartone, avendo escluso e delegittimato l'élite popolare dei sovranisti costituzionali. Qualche migliaio di guerrieri, poca cosa dunque, che certamente non attaccherà il governo alle spalle, ma a cui neanche si può chiedere di sacrificarsi per salvarli, loro e soltanto loro, se e quando la vera armata brancaleone dovesse sfaldarsi.

I sovranisti costituzionali combattono solo per il diritto/dovere del popolo lavoratore a farsi Stato!

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