lunedì 4 novembre 2019

Eurogeddon - Intervista a Martin Wood del TINAncial Times


Leda: Benvenuti al telegiornale dei sovranisti arcaici. Abbiamo in studio Martin Wood capo editorialista del TINAncial times il settimanale di geopolitica del Financial Times a tiratura ridotta, 666 copie, e riservata alle cancellerie dei paesi più importanti e delle maggiori istituzioni finanziarie del mondo. Il costo è di 1000 sterline a copia con obbligo di abbonamento prepagato triennale. Chiediamo alla regia di mandare in onda la dichiarazione di Alessandro Molinari della Lega, al termine chiederemo a Martin Wood di commentarla.

Martin Wood: Si desidera un apocalisse salvifica, ma come andranno veramente le cose? Gli ingenui pensano che l'eurozona collasserà e libererà i paesi dai vincoli di bilancio, un eurogeddon che distruggerà il potere di Germania e Francia con la benedizioni degli Stati Uniti di Donald Trump.

A parte che offrire al proprio elettorato un apocalisse non mi sembra una grande prospettiva, bisogna mettere in conto che le cose potrebbero andare diversamente. Cosa succede se l’eurozona invece di crollare dovesse invece ridursi per diventare il nucleo dell’Unione europea a geometria variabile? Non sarebbe la prima volta che sentiremmo parlare di “Europa a geometria variabile” o “Europa a più velocità”, è semplicemente l’Europa desiderata dall’establishment tedesco.
Ipotizziamo quindi uno scenario in cui l’Italia dovesse affrontare la scelta di accettare un percorso di uscita dall’euro offerto dall’Unione europea o impegnarsi a fare quanto necessario per restarci. Se possiamo anche immaginare possibile un Italia del centro-sud che accetta questo “downgrade” all’interno della costruzione europea, ci sembra impossibile vedere il Nord Italia leghista (e non solo) decidere di entrare a far parte a pieno titolo nella lista dei terroni d’Europa. In passato i leghisti – Salvini compreso – già si sono espressi in materia: per loro il Sud non se lo merita l’euro, e il Nord libero dal fardello meridionale sarebbe perfettamente in grado di stare a pieno titolo nell’Europa dei primi della classe del Trattato di Maastricht

Leda: Si ha l'impressione che i no euro della Lega si aggrappino ogni giorno a una dichiarazione o a una notizia dall'estero che tiri la volata al messaggio dell'apocalisse dell'euro. Ci si chiede ad esempio perché Illo Savastano non scriva un articolo per il Sole24Ore dove dice le stesse cose del banchiere centrale ungherese! Anche tra i loro seguaci, in quella che il nostro editorialista egemone ha definito la piazza di spaccio no euro, molti resistono alla presa d'atto della posizione ufficiale della Lega, espressa da Salvini e molti altri esponenti di primo piano tra i quali Giorgetti, e addirittura da Malamore il braccio destro di Savastano.

Martin Wood: Colgo l'occasione per salutare cordialmente l'editorialista egemone Fiorenzo Fraioli di cui ho molto apprezzato la metafora, ma sarebbe meglio dire l'isomorfismo, tra la galassia no euro italiana e la piazza di spaccio. Credo, come ha rilevato Fiorenzo Fraioli, che il motivo vada cercato nella scelta dell'establishment italiano di restare agganciato all'euro anche qualora si decida di adottare una soluzione cosiddetta a geometria variabile. In tal caso Savastano e Malamore dovrebbero fare una scelta definitiva, cosa non facile perché una parte dei loro seguaci potrebbero abbandonarli con la conseguenza di perdere peso nella Lega, forse in modo addirittura drammatico.

Leda: Molto bene ringraziamo Martin Wood del TINAncial Times per averci offerto una lettura della situazione politica vista dal nord europa e segnatamente dall'Inghilterra, sperando di averlo ancora con noi a commentare l'appassionante fase politica che stiamo vivendo. Qui è Leda dal Telegiornale dei sovranisti arcaici che vi saluta al grido di viva l'Italia viva il socialismo viva la Costituzione!

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