mercoledì 13 novembre 2019

ILVA

Per intervenire sull'Ilva serve: 1) trasgredire ai trattati europoidi che proibiscono gli aiuti di Stato 2) trovare le risorse finanziarie, che non ci sono perché non abbiamo più una Banca Centrale 3) disporre di una struttura manageriale tecnico-amministrativa statale, che non esiste più dopo la dismissione dell'IRI e che non si ricostituisce in tempi rapidi. Pertanto l'ILVA ce la siamo giocata, e l'unica residua speranza è che, dopo un simile disastro, ci sia un ripensamento collettivo sulle scelte scellerate poste in essere negli ultimi quaranta anni. Una cosa che i maggiordomi euro-liberisti di ogni razza - in politica le "razze" esistono! - tutti servizio dell'entità europoide, non sono autorizzati a prendere in considerazione. Per questa ragione, al Veltronide che blatera in televisione che "se la sinistra perde la capacità di rappresentare questa gente viene premiata la destra" bisogna rispondere a muso duro "ah pollastrazzo, saremo noi a decidere chi ci rappresenta!"

Viva l'Italia viva il socialismo viva la Costituzione!


Addendum


Giulio Sapelli sull'Ilva. Parole importanti.



2 commenti:

  1. Ciao Fiorenzo,premesso che dal mio punto di vista è condivisibile tutto quello che hai detto, vorrei sottolineare che chi ci ha portato in questa situazione invece di essere ospitato nelle patrie galere è stato ricoperto e sarà tributato di tutti gli onori che la Srepubblica è in grado di conferire e questo è significativo del grado di giustizia che questa società è in grado di produrre. Chi tradisce il Paese invece di venire condannato, viene premiato, ma questa è una lunga storia che passa dal Re a Badoglio per giungere ai giorni nostri. Il tradimento invece di essere un atto esecrabile da condannare, prima di tutto da un punto di vista Etico, viene vissuto dalla maggior parte della nostra società come un valore positivo.
    Concludo facendo mie le parole del Prof Galli nel suo intervento ad Asimmetrie:

    "Noi non abbiamo mai avuto nella nostra storia un vincolo esterno così cogente, stringente, ineluttabile come l’euro, mai. Ci siamo legati le mani senza ritorno e non è stato un legarsi le mani generico, vuol dire sposando l’euro ti sposi l’ordo liberalismo, cioè ti sposi il concetto che l’economia non funziona sulla base della domanda. Il concetto che i salari devono essere bassi, ti sposi il concetto che la cosa più importante di questo mondo è il pareggio di bilancio, lo metti perfino in Costituzione, l’equilibrio di bilancio, lo metti perfino in Costituzione. Hai sposato una bella serie di vincoli e di problemi e ti sei chiuso dentro ed hai buttato via la chiave. E’ il destino, l’ineluttabile l’incontrovertibile, è qualcosa che non può essere discusso il punto archimedico della Sovranità. Altro che antifascismo e Stato Sociale ( i due pilastri su cui si fonda la nostra Costituzione) ecco cosa abbiamo fatto il punto Archimedico della Sovranità. Domanda, ma perché lo abbiamo fatto? Perché la nostra Borghesia ha detto, questo è un Paese di delinquenti e di disgraziati, pezzenti, masanielli, in mano a dei politici spregiudicati che sono soltanto capaci di fare clientelismo, questi ci rovinano, adesso noi borghesi non ce la facciamo a domare questa plebaglia, bene adesso l’inchiodiamo facciamo una bella letterina Andreatta a Ciampi ( 1981 divorzio Tesoro banca d’Italia) e stacchiamo il nesso tra Tesoro e banca d’Italia, d’ora in poi quando lo Stato ha bisogno di soldi non se li stampa più se li va a prendere sui mercati. Fine dello Stato Sociale."

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  2. "disporre di una struttura manageriale tecnico-amministrativa statale, che non esiste più dopo la dismissione dell'IRI e che non si ricostituisce in tempi rapidi."
    Non si ricostituisce in tempi rapidi. Ecco. Hai dato forma a un dubbio che avevo confusamente in testa da un bel po'. Questo punto è uno di quelli più dolenti per i sovranisti veri, alla FSI o alla Marco Mori per intenderci.
    Prendiamo proprio quest'ultimo: molto spesso parla della possibilità di nazionalizzare, previo indennizzo, un'azienda il cui imprenditore volesse delocalizzare lasciando in mezzo a una strada i propri dipendenti: un esproprio ai fini della utilità generale, che in UE è impossibile a causa del principio della libera circolazione dei capitali (oltre che delle merci, dei servizi e delle persone, alias forza lavoro), ma che in un'Italia nuovamente sovrana e orientata verso la Costituzione del 1948 tornerebbe a essere possibile.
    Già, ma come, se a livello di dirigenza manca FISICAMENTE il personale (quello che Fiorenzo chiama il "management") mediante il quale mandare avanti concretamente la ditta giorno per giorno?
    Queste sono domande che afferiscono alla sfera del mondo reale, non giuridico-monetario; le leggi e la moneta di un Paese si possono riscrivere e reinventare da cima a fondo con fatica e sudore ma comunque senza sostanziali problemi se c'è la ferrea volontà, ma nel caso del ricreare la dirigenza statale, il personale manageriale di una novella IRI, come fa a bastare la ferrea volontà, se manca fisicamente il personale succitato? Non si può aspettare di ricostituirlo, se le nazionalizzazioni s'hanno da effettuare in un istante. Quindi?

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