martedì 2 giugno 2020

Sana Costituzione

Una piacevole chiacchierata con  l'avvocato Lillo Massimilano Musso, fratello di Dario (il giovane sottoposto a TSO per aver manifestato il suo dissenso sulla "presunta" pandemia da coronavirus) al termine di una lunga passeggiata nel centro di Roma. Abbiamo parlato di Costituzione, anzi di Sana Costituzione, cioè di quello che veramente è la carta fondamentale dello Stato, al netto di ogni retorica sulla sua "presunta" bellezza.



Addendum del 3 giugno 2020

L'uomo fuori come un balcone e quelli dietro il balcone.

Ieri sono stato a Roma per incontrare l'amico Lillo Massimiliano Musso, e così mi è capitato di ritrovarmi tra i gilet arancioni. La sensazione che mi è rimasta appiccicata addosso è di avere incontrato i poveri, quelli veri, che trovano in un uomo che sta fuori come un balcone un riferimento, il solo che sappia rivolgersi a loro.
I poveri, dunque, quelli che spostano pacchi in un magazzino, guidano carrelli ma non riescono nemmeno a diventare caporeparto, ben diversi dal mondo rabbioso dei fans della Lega popolato da persone che, magari fino a poco tempo fa, qualche soldino riuscivano a guadagnarlo, anche evadendo o facendo impicci di vario genere.
I poveri, quelli veri, quelli che quando si muovono, o tentano o si illudono di farlo, ci segnalano che altrove, in quell'altrove che per loro è lontano, nebuloso, incomprensibile, qualche grosso pasticcio sta accadendo.
Tra questi poveri ho trovato calore, una fede ingenua nelle loro possibilità di cambiare le cose, una ricerca spasmodica di punti di riferimenti. L'uomo che sta fuori come un balcone gli offre, per l'appunto, un punto di riferimento: è un ex-comandante dei carabinieri, Istituzione che i poveri rispettano quanto temono, ma che resta pur sempre quella a cui pensano di rivolgersi quando subiscono uno dei mille soprusi di cui la loro vita, più di quella di tutti gli altri, è costellata, appunto perché sono poveri.
E intorno ai poveri, anzi tra di loro, la solita muta di "stelline" in fila per il nuovo grande concorso di bellezza che questi tempi travagliati annunciano, pronti a dispensare soluzioni facili e semplicistiche, che sono le uniche che i poveri possono capire.
L'uomo fuori come un balcone stringe mani, impartisce ordini imperiosi, ma è solo e stanco, non ha futuro e lo sa, mentre intorno si accalcano i poveri e le aspiranti stelline del nuovo grande concorso di bellezza. L'importante è esserci, "chi gira lecca chi non gira secca" dice il proverbio, tanto la regia del concorso è in quell'altrove lontano, nebuloso, incomprensibile, eppure sempre nei salotti di tutte le case. Uno spettacolo pensato apposta per i poveri, in loro onore, col fine di arruolarli nella nuova grande battaglia contro le ingiustizie. E l'unica gioia dei poveri, come sempre, è quella di partecipare alle grandi battaglie in loro nome e contro di loro. Vi presento uno dei tanti reclutatori, Mario Giordano, che non è fuori come un balcone, bensì uno di quelli che stanno dietro il balcone.

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