martedì 3 aprile 2018

Ambizione e politica (seconda parte)

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Eccoci qua. Sette anni di impegno, di lavoro, di convegni, di tentativi di aggregazione, di appelli, ed eccoci qua, appesi a quello che faranno Di Maio e il PD. Salvini? Andrà all'opposizione, ce lo ha detto chiaro e tondo l'altro giorno, quando ha dichiarato "Se al governo, aboliremo le sanzioni contro la Russia". E siccome le sanzioni contro la Russia proprio non si possono toccare, la Lega andrà all'opposizione.

Certo, qualche incrinatura negli equilibri politici c'è stata, oh se c'è stata! ma è un fatto che l'unica forza politica di una qualche consistenza, contemporaneamente espressione di forze sociali nazionali e contro l'euro, ha solo il 17%, e difficilmente potrà contare sull'appoggio dell'altra forza politica espressione di una forza individual-nazionale, quella guidata dalla mummia di Arcore. Restano il PD, anch'esso espressione di forze sociali nazionali, ma pesantemente compromesso con un progetto ormai fallito, e quella viscida cosa che è il M5Scontrini. E naturalmente il deep state italiano.

Dunque il pallino è nelle mani del M5Scontrini, del PD e del deep state. Che fare? Commentare? Fare post sui social? Organizzare convegni? Autoconvocarsi? Avete fatto caso che nessuno al bar parla più di politica? Muti, tutti muti! Il che è ovvio perché il popolo, anche se non sa una fava, capisce bene le cose come stanno!

Sono stati fatti due errori: 1) non capire quanto viscido sia il M5Scontrini (ma sarà chiaro molto presto) e 2) fallire nel tentativo di mobilitare una frazione sufficiente delle energie popolari in un progetto politico democratico, tale da essere oggi una delle forze in partita.

A me interessa parlare della seconda cosa, la prima essendo destinata a chiarirsi da sola. Anzi, da sòla!

Sorvolo sulle scelte dei grandi capatàz ai quali abbiamo dato fin troppo credito, perché se un popolo ha bisogno di eroi è davvero un povero popolo. Facciano quel che vogliono, tanto lo sappiamo cosa sperano: che la situazione si sistemi adottando, almeno in parte, i loro (giusti) suggerimenti. Così da cogliere i classici due piccioni con una fava: passare all'incasso ed ottenere il meritato trionfio (non è un refuso).

Capatàz a parte, ci sono le oche del Campidoglio, delle quali faccio parte anch'io. Abbiamo lanciato l'allarme, ci siamo mobilitati, abbiamo fatto convegni, appelli, tentato aggregazioni... e abbiamo fallito.

Perché abbiamo fallito?

Io lo so. Abbiamo fallito perché abbiamo gareggiato fra noi nella ricerca della migliore proposta da sottoporre alle masse, finendo così per comportarci come i polli di Renzo. Troppe energie incanalate nella ricerca della SOLUZZZIONE, nessuna nello studio del METODO.

Ora, chi conta sul popolo non può porsi in una postura paternalistica perché, così facendo, replica il paternalismo dei piddini ex-Ds ex-PDS ex-PCI i quali, partendo dal sapere quello che voleva il popolo, sono finiti col sapere di sapere. Bisogna rovesciare l'approccio e ammettere: noi non sappiamo cosa sia buono per il popolo, quindi facciamo in modo che il popolo possa esprimersi. Il che significa fare quello che, da sempre, fanno le vere élites popolari: costruire le proto-organizzazioni attraverso le quali il popolo possa esprimersi. Ah, ma il popolo non sa quello che vuole, ci vogliono le avanguardie! Sì cari, ci vogliono le avanguardie, ma il loro compito non è quello di indicare (anzi imporre) la soluzione, bensì quello di costruire proto-organizzazioni alle quali il famoso mitico popolo possa aderire sapendo, con assoluta certezza, che le soluzioni verranno trovate agendo in esse, partecipando in prima persona.

Chiariamoci! Non mi sono iscritto a Potere al Papero, non sono improvvisamente diventato un assemblearista, uno di quelli che "parliamo ci confrontiamo ci diciamo tutto e questa è la democrazzzia". Io dico che le avanguardie, proprio perché sono tali, hanno il dovere di costruire le proto-organizzazioni politiche nelle quali il popolo possa esprimere i suoi veri bisogni selezionando, in modo rigorosamente e formalmente democratico, le sue élites. Che sono un'altra cosa rispetto alle avanguardie, aka oche del Campidoglio oggi ridotte ad essere polli di Renzo.

Chiudo e vi saluto, per ora, ribadendo l'attributo fondamentale cui deve conformarsi qualsiasi proto-organizzazione popolare: essere rigorosamente e formalmente democratica.

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