lunedì 1 ottobre 2018

De imitatione Goofy

Crescita reale Inflazione Deficit Debito/Pil
«Quando verrà per noi il giorno del Giudizio, non ci sarà domandato che cosa avremo letto, ma che cosa avremo fatto, né con quanta dottrina o eleganza avremo parlato, ma quanto santamente avremo vissuto.» (Libro Primo del "De imitatione Christi").

Abbiamo la manovra coi suoi numeretti. Mi sono preso la briga di realizzare una simulazione della dinamica del rapporto debito/pil sulla base delle formule esposte da Goofy in questo post dell'otto gennaio 2013.
Il rapporto debito/pil (indicato con d) è calcolato a partire da quello dell'anno precedente, dal deficit f, e dalla crescita nominale gamma (in prima approssimazione somma di crescita reale e inflazione)
Potete divertirvi a modificare i parametri per vedere quel che succede. Tenete presente che si tratta di un modellino molto semplificato, che non tiene conto delle relazioni reciproche tra i diversi parametri, ma è utile per un'indicazione di massima.
Naturalmente noi sappiamo che il debito pubblico è un falso problema, mentre quelli veri sono la crescita reale e l'inflazione, in un sistema come l'UE basato sulla concorrenza tra sistemi nazionali in assenza di trasferimenti fiscali. Serve la crescita, ma questa ha due componenti: crescita reale e inflazione, che sommate ci danno in prima approssimazione la crescita nominale. Ebbene, per vincere la competizione tra stati, nel contesto dell'UE, occorre avere un'alta crescita reale e una bassa inflazione. Se manca la prima, le regole europee vietano di puntare sulla seconda, mentre in assenza di inflazione si può fare tutta la crescita reale che si vuole. La crescita reale può essere stimolata dagli investimenti, ma solo se privati, e comunque sempre con bassa inflazione, cioè aumentando i salari meno degli aumenti di produttività.
E' un sistema mostruosamente classista, perché il suo fine primario è quello di non consentire espropri di ricchezza da parte della maggioranza della popolazione a danno della minoranza più ricca. So di sconvolgere parecchi, ricordando che la redistribuzione è in ultima analisi un esproprio, ma non posso farci niente. Questo non è un blog per allodole.
Inoltre, il vincolo sull'inflazione discende dalla necessità, per la Germania che non ha più il marco, di preservare i costi relativi delle sue catene di valore quando importa dall'estero. Ho spiegato la questione in questo post: Perché la Francia può fare il 2,8% di deficit e noi no? Una spiegazione macroeconomica a cura del vostro subdivulgatore di paese.
Sono tutte cose arcinote, giocando sulle quali il m5s e la Lega hanno vinto le ultime elezioni idrauliche, cioè ad esito predeterminato. Molto utili sono state la caciara montata sul falso problema dell'immigrazione - i flussi che non si possono fermare... si è visto - e la campagna acquisti tra noi sovranisti costituzionali. Quest'ultima, assolutamente prevedibile, è una conseguenza del fatto che non siamo riusciti a far nascere un partito dal basso, di classe, democratico, con una classe dirigente vasta e diffusa che non sarebbe mai possibile ingaggiare tutta. 
Ormai il danno è fatto, l'elettorato è stanco e deluso e si accontenterà delle briciole che verranno lasciate cadere. Nel frattempo si provvederà a ridurre il numero dei parlamentari, ad introdurre la procura europea e a mettere in piedi un sistema di polizia interna comune. Non è solo il vostro sub divulgatore a dirvelo, ma anche il grande divulgatore Bagnai: "Il progetto europeo è un progetto politico, non economico, ed è dalla politica, non dai decimali, che dipendono la sua sostenibilità e la sua evoluzione."
Spiace che simili evidenze sfuggano agli amici del blog statebbòni.blogspot.com, sul quale continuano ad apparire articoli, come quest'ultimo firmato da Leonardo Mazzei, in cui si dà un'importanza straordinaria all'operato di questo governo per il solo fatto di ever messo in cantiere una manovra con qualche decimale in più di quanto, falsamente e furbescamente, preventivato dall'esecutivo Gentiloni. Come se non sapesse, il Gentiloni, che le elezioni le avrebbe perse, e, anche fosse andata diversamente, avrei proprio voluto vederlo mettere in pratica un deficit dello 0,8%!

2 commenti:

  1. aldilà di tutto il fatto che si permetta di andare in pensione prima è la rottura di un tabù non da poco. io lo reputo il punto di gran lunga più importante della manovra e anche quello che sarà più indigesto alla UE e agli europeisti.

    il reddito di cittadinanza lo sappiamo che è in realtà ben visto dai liberisti.

    il vero atto controcorrente, se così vogliamo chiamarlo, è la rottura della tendenza che vuole che l'età pensionabile aumenti anno dopo anno fino all'infinito.

    anche perchè consentendo pensionamenti prima si aumenta la domanda di lavoro giocoforza. o almeno ne si rallenta il restringimento. potenzialmente allentando il processo di deflazione sui salari in cui siamo immersi da 30 anni.

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