martedì 17 novembre 2015

Alfredo D'Attorre: "La necessaria correlazione tra interessi dei ceti popolari e interessi nazionali"

Dal Goofy4 segnalo questo intervento di Alfredo D'Attorre, a mio parere altamente significativo e sul quale riflettere con attenzione.

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"Per questo non abbiamo nessuno scrupolo di chiamarci nazionali; poiché in questo modo non facciamo altro che riconoscere una verità storica. Le vecchie classi dirigenti reazionarie italiane non sono mai state veramente, sinceramente nazionali. Si può dimostrare che al vero interesse della nazione esse hanno sempre sovrapposto un interesse egoistico di casta. Per questo l'Italia ha avuto per tanti secoli una sorte così disgraziata, e il fascismo, erede e incarnazione di tutte le tradizioni reazionarie del paese, ha potuto cosi facilmente trionfare. Oggi i rottami di queste caste reazionarie privilegiate ed egoiste, nel momento in cui temano risorgere coi travestimenti politici più svariati, non osano nemmeno più rifarsi a questo grande appellativo di «nazione» che fu, ricordiamolo, creazione del movimento rivoluzionario democratico borghese. Noi non siamo nazionali, essi dicono, noi siamo europei. E sotto questa maschera nuova riprendono nell'ombra a tessere i vecchi intrighi dell'Italia nazionalista, mal nascondendo il loro disappunto per il fatto che le grandi potenze democratiche abbiano impegnato una lotta a fondo per la distruzione della reazione fascista e il trionfo della democrazia nel mondo intiero."

2 commenti:

  1. Bell'intervento, possiamo dire che incredibilmente nel PD c'era ancora qualche d'uno autenticamente di sinistra e come tale capace di analizzare e collocare storicamente la tradizione della sinistra italiana? Incredibile, specie protetta, un panda o un gufo?

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  2. Diego Fusaro nel suo intervento evidenzia la natura ecumenica del moderno liberismo: esso è di destra sul piano economico, di centro su quello politico e di sinistra su quello ideologico-culturale. Dal '68 in avanti il capitale, capitalizzando le idee-chiave della contestazione antiborghese, si è affrancato dalla sua matrice borghese diventando un'entità trascendente. Quelle che sembravano conquiste del pensiero progressista di sinistra sono diventate il veicolo culturale della affermazione del liberismo.

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