giovedì 19 novembre 2015

Claudio Messora intervista Giovanni Fasanella, autore di Colonia Italia

Considero Claudio Messora un grande giornalista, sebbene in un'occasione abbia - forse troppo aspramente - polemizzato con lui. Questa intervista (del 12-11-2015, un giorno prima dell'attacco a Parigi) a Giovanni Fasanella, autore di "Colonia Italia" (con Mario José Cereghino), è quanto mai tempestiva. Di Giovanni Fasanella e Mario José Cereghino avevo letto un altro libro, "Il golpe inglese", che mi aveva molto colpito, al punto di vagheggiare un'intervista. Come spesso mi accade, non diedi seguito al mio proposito, distratto dalle troppe altre cose che mi piace fare.

Il primo collegamento che l'intervista mi ha suggerito è che forse, dico "forse", le dichiarazioni di Matteo Renzi sull'indisponibilità dell'Italia ad intervenire militarmente nel conflitto potrebbero avere qualche connessione con la tesi di fondo del libro, e cioè che il nostro paese sia, ancora oggi, condizionato dalle ingerenze inglesi e francesi.

Mi permetto una divagazione, precisando che le mie competenze geopolitiche sono troppo scarse perché possano essere prese sul serio. Collego però alcuni fatti: la riluttanza della Germania ad intervenire in Ucraina, il protagonismo francese in Libia, la necessità per la Francia di recuperare, sul piano geopolitico, quanto sta perdendo nel confronto economico con la Germania. Infine, l'interesse strategico della Germania nel coltivare la partnership con la Russia. A partire da questi fatti, e nell'ipotesi che l'asse Berlino-Parigi su cui si fonda tutta la costruzione europea sia ancora saldo, mi sembra possibile porre la seguente domanda: la contraddizione principale che divide l'Europa è, oggi, il confronto tra l'asse Parigi-Berlino e il mondo anglosassone?

Colà dove si puote ciò che si vuole, ovviamente, mica tra noi carnazza...

4 commenti:

  1. Tenuto conto che la nostra classe politica si venderebbe per due spicci anche al re del Lesotho....

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    1. Ti prego, non prendere il mio mettere le mani avanti ("le mie competenze geopolitiche sono troppo scarse perché possano essere prese sul serio") come una celia. Le cose stanno esattamente così, ed io brancolo nel buio come il 99%. Mi sforzo, come sempre, di essere onesto con me stesso.
      Se ho scritto una cazzata (molto probabile) me ne farò una ragione; se, per pura fortuna, ci avessi azzeccato... non me ne farò vanto. Ci si può vantare solo di ciò che si dice con cognizione di causa, e poi si rivela vero. Non è questo il caso.

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  2. Gli autori si sono basati interamente su documenti ufficiali desegretati. É sconvolgente che nell'oceanico mondo della informazione e controinformazione, a parlare di queste cose, liberamente documentabili, siano solo due persone.

    Cmq, ciò che fa di Messora un buon giornalista é, paradossalmente, il fatto che non è un giornalista professionista

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  3. Più che altro il fatto che i migliori giornalisti rimasti in Italia siano principalmente Freelance dimostra soltanto, ancora una volta, che l'informazione in questo pseudopaese è in mano alle lobbye esattamente come una volta.

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