domenica 29 novembre 2015

La rivoluzione sarà trasmessa in diretta?



Andare in televisione, oggi, non solo è inutile ma addirittura dannoso. In questo video Fulvio Grimaldi è costretto a parlare subendo le continue interruzioni, al limite dello sbeffeggiamento, di Luca Telese. Per non dire degli sguardi delle strafighe (certamente grandi storiche e politologhe) presenti in studio, e del "povero Toti" che si perde...

Io credo che tutto ciò, nella situazione attuale, sia del tutto controproducente. Cedere al desiderio di apparire è umano, e ci sarà sempre chi lo farà: se Fulvio Grimaldi avesse rifiutato, ne avrebbero trovato un altro. L'informazione mainstream ha bisogno delle voci dissenzienti perché in tal modo dimostra di essere pluralista, per cui chi si presta a ciò non fa niente di buono salvo soddisfare un proprio bisogno psicologico.

L'informazione di contrasto a quella mainstream deve essere rigorosamente auto-prodotta, e circolare attraverso canali ad essa concorrenti. E siccome in questa mia posizione sono ultra radicale, lasciatemi dire che non vanno bene neanche i social, al limite neppure le grandi piattaforme di condivisione video, e che l'unica cosa da fare è quella di dedicare ogni sforzo alla realizzazione di canali di controinformazione indipendenti.

3 commenti:

  1. Quello è sbeffeggiamento puro.
    Un atteggiamento che meriterebbe una risposta sola.
    Cambiare le cose andando in tv è un po come cambiare la UE dall interno. O come cambiare la politica italiana entrando dentro ai partiti già esistenti.

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  2. Chi si ficca in simili trappole è uno stronzo patentato.

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  3. ....Intendiamoci: Fulvio Grimaldi è uno dei pochi giornalisti ancora degni di questo nome, ma ha gravemente sottovaluto il contesto, illudendosi che lo avrebbero lasciato articolare un discorso compiuto. Invece hanno fatto in modo che diventasse una figura caricaturale, affinché i beoti che hanno lo stomaco di seguire quel genere di "informazione" abbiano l'impressione che a quelli che criticano l'establishment manca qualche rotella.

    Non c'è niente da fare: ciò che distingue una democrazia da un regime dittatoriale pseudodemocratico non è la garanzia che i governanti siano eletti dal popolo ma che i mezzi d'informazione non siano controllati direttamente o per interposta persona dai governanti stessi. Ovunque questo accade, non c'è e non può esserci democrazia, nonostante esistano meccanismi istituzionali che astrattamente garantiscono la rappresentatività dei governanti.

    Il problema sta tutto e solo nella gestione dei mezzi d'informazione.

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