mercoledì 17 aprile 2019

La burguesía compradora y vendedora - Atto III



«(…) i voti non sono tutto (…). Non sono i nostri milioni di elettori che possono fornire allo Stato i miliardi e la potenza economica necessaria a dominare la situazione. Vi è in Italia un quarto Partito, che può non avere molti elettori, ma che è capace di paralizzare e di rendere vano ogni nostro sforzo, organizzando il sabotaggio del prestito e la fuga dei capitali, l’aumento dei prezzi o le campagne scandalistiche. L’esperienza mi ha convinto che non si governa oggi l’Italia senza attrarre nella nuova formazione di Governo, in una forma o nell’altra, i rappresentanti di questo quarto Partito, del partito di coloro che dispongono del denaro e della forza economica.» (a un consiglio dei ministri dell’aprile 1947; citato in E. Sereni, Il Mezzogiorno all'opposizione, Torino 1948, p. 21)

Dopo quel discorso, Alcide De Gasperi fece seguire alle parole i fatti, come testimonia Augusto Graziani ne “Lo sviluppo dell’economia italiana” (Torino, Bollati Boringhieri, 1998, pag. 41):
Tutti i ministeri economici vennero affidati a uomini di sicura fede liberista. Einaudi lasciò il governo della Banca d’Italia a Menichella e assunse la direzione del nuovo ministero del Bilancio: Del Vecchio, autorevole studioso di eguali tendenze liberiste, assunse il ministero del Tesoro; i ministeri delle Finanze e dell’Industria andarono rispettivamente a Pela e a Merzagora, ambedue legati agli ambienti della grande industria del Nord. A questo governo spettò di prendere nei mesi immediatamente successivi i provvedimenti di maggiore portata, e di realizzare la famosa svolta deflazionistica del 1947.

Poi ci sono quelli che non riescono a pensare ad altro che a quelli che arrubbano. Io ho troncato ogni rapporto con questo tipo di cervellini.

5 commenti:

  1. Questo tipo di cervellino è un accessorio in dotazione ai molti, almeno per quanto sperimento nella vita di tutti i giorni. L'argomento è mooolto difficile da destrutturare in maniera convincente. Con i più io non riesco proprio a farmi intendere su questo punto. Ho rinunciato, l'attenzione degli interlocutori si sposta presto sui prezzi eccezzzzionali e sempre più bassi di Amazon et similia. Che fare?

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Bisogna diventare monaci. Il crollo dell'occidente, che è una inevitabile conseguenza della decadenza dei suoi valori di convivenza umana e civile, ci costringe a operare per salvare il salvabile. Cioè a "copiare i codici", per tramandare a chi verrà dopo di noi il ricordo della nostra civiltà. Nella speranza che ciò possa essere utile per ricominciare.

      Siamo al tempo di Rosmunda, costretta da Alboino a bere il vino in una coppa ricavata dal teschio di suo padre: "Secondo la leggenda, dopo una notte di gozzoviglie a Verona, nella reggia che era stata di Teodorico, Alboino bevve vino in una coppa ottenuta dal cranio del padre di Rosmunda, Cunimondo, e costrinse perfino la moglie a imitarlo."

      Elimina
    2. Personalmente sono giunto alla conclusione che bisogna avere il coraggio di separarsi dai degenerati e fondare letteralmente una società parallela: i numeri ci sono.
      Poiché se è vero che non siamo il 51%, o magari nemmeno un 30%, volete che nell'intero Occidente un 5-10% di persone (a mio avviso potrebbero essere qualcosina di più) non abbiano una visione del mondo comunitaria, organica, solida, democratica (vera democrazia, ossia democrazia sostanziale e sociale), integralmente postliberale?

      Nella sola Europa parleremmo di milioni di persone.

      E quel 10% della mia ipotesi non deve certo cercare di convincere un altro 41% per giungere a un 51%; no: deve rifondare una società totalmente nuova, parallela, slegata da quella liberale degenerata.

      Lo sconforto ci assale quando pensiamo che sia difficile convincere tutti gli altri, e in effetti è giusto che ci assalga, giacché, se la strategia è quella, allora è veramente troppo complicato arrivare all'obiettivo (“il 50% più uno”).
      È la strategia di per sé che ritengo però viziata alle proprie fondamenta.

      Contarsi, invece, con l'obiettivo di secedere per poi dotarsi di un nuovo, come dire, patto sociale, può dare il la a un riavvio integrale della civiltà.

      Elimina
  2. Ciao Fiorenzo, io penso che noi abbiamo avuto una borghesia sempre pronta a vendersi allo straniero, pur di succhiare il sangue al Paese, perchè chi doveva rappresentare gli interessi delle classi lavoratrici sono sempre stati subalterni culturalmente all'ideologia liberista, tanto per non fare nomi: PCI e CGIL in testa. Quando negli anni 70, gli alti dirigenti del PCI volevano passare da una società basata sulla crescita dei consumi, vista come elemento corruttivo della politica, ad una società basata sulla crescita degli investimenti, dimostrarono o la loro totale malafede, ovvero la loro totale subalternità al pensiero economico liberista. Personalmente credo che erano sia in malafede, e questo lo dimostra le carriere negli uffici studi nelle grandi banche mondiali dei loro figli, sia anche vittime della loro ignoranza in materia macroeconomica.
    Per quanto riguarda la situazione attuale, come l'Europa ha bisogno di gravi crisi per fare passi in avanti, citando Monti, credo che per molti pseudo intellettuali sovranisti, le gravi crisi economiche e sociali siano indispensabili per promuovere sia la loro carriera personale, sia per uscire dal loro anonimato.
    Una volta dissi a un noto personaggio che c'era bisogno di un tavolo permanente degli intellettuali dissidenti. Mi rispose che quel tavolo c'era. Aggiungo io che se c'è, purtroppo è totalmente scollegato con il popolo, il quale è visto semplicemente come un semplice numero che fa andare avanti il contatore delle visite nei loro blog.

    RispondiElimina