martedì 16 aprile 2019

La burguesía compradora y vendedora.

Nel senso che la burguesía compradora y vendedora compra le forze di opposizione per meglio vendere il paese.

E' andata così, fin dall'inizio. E' il modus operandi classico della burguesía dei paesi colonizzati. Quello che è accaduto negli ultimi dieci anni, quando un numero crescente di cittadini ha cominciato a prendere coscienza della vera natura del progetto unionista, ne è l'ennesima conferma. Non faccio nomi, tanto li sapete, né indicherò delle sigle, tanto capirete presto, e vado al nocciolo della questione. Come ben dice l'amico Mauro Gosmin in un dibattito interno al FLN (il nostro piccolo gruppo di quattro gatti dicasi quattro):

"Non abbiamo mai avuto una classe dirigente che si sia sentita italiana e abbia perseguito l'interesse nazionale, in quanto farlo significava nella quasi totalità dei casi confrontarsi e contrapporsi con le classi dirigenti estere. Credo che, alla base dell'adesione religiosa ed acritica della nostra classe dirigente al progetto unionista, ci sia stata questa volontà di dileguarsi e di fuggire al confronto con le elites degli altri paesi".

Ma non è tutto. La burguesía compradora y vendedora di un paese colonizzato esercita anche una forza di attrazione irresistibile nei confronti delle elites di opposizione, riuscendo quasi sempre ad associarle al suo tradimento. Dirò di più: questa disponibilità della burguesía compradora y vendedora a cooptare le elites di opposizione definisce una vero e proprio percorso carrieristico, per riuscire nel quale è sufficiente seguire alcune semplici tappe. Si comincia sparandole grosse, si consolida un seguito di entusiasti che sperano di aver finalmente trovato dei leaders, si entra nel gioco delle pubblicazioni/convegni/interviste quando non addirittura al governo, e oplà ci si ritrova con le chiappe al caldo all'interno del sistema. E ovviamente a chi obietta si risponde che la rivoluzione non la si fa in un giorno.

Non avete la sensazione di aver assistito, in questi dieci anni, all'ennesima messa in scena di un dramma di successo?

Riuscire a cooptare le elites di opposizione, per la burguesía compradora y vendedora, presenta un duplice vantaggio, perché non solo di disinnescano processi di aggregazione dal basso potenzialmente pericolosi che, in caso di mancato successo di questa strategia, essa dovrebbe reprimere manu militari, ma si genera anche uno stato di delusione che provoca in molti l'abbandono della lotta. In tal modo la burguesía compradora y vendedora, oltre a comprare le elites dell'opposizione, compra altro tempo. Le persone invecchiano, passano un paio di decenni, qualcun altro ci riprova, la situazione suscita speranze, ma ancora una volta le elites vengono cooptate. E così via, all'infinito.

Occorre spezzare questo circolo vizioso. Se non lo si vuole fare, allora è meglio non fare nulla: almeno i pezzi di sterco fumante che sono disposti a vendersi dovranno trovare altre vie!

Non c'è alternativa all'unica strada che, nella storia, sia riuscita ad avere un qualche successo. Una strada che comincia con la ricerca delle persone dotate di nessuna ambizione materiale ma di assoluta ambizione spirituale, pertanto non disponibili mai, e per nessuna ragione, a vendersi. Una strada che comincia con l'ascesi, passa per il martirio e finisce con la presa del potere. Il primo passo è il più difficile, paradossalmente ancor più del secondo il cui prezzo è il martirio. Questo perché il martirio promette almeno la gloria, mentre il prezzo dell'ascesi è l'ininfluenza, l'esclusione, la solitudine esistenziale.

Per cambiare il mondo ci vogliono i santi, che siate o meno credenti. Nulla cambierà mai se ci si affida a coloro che amano, sopra ogni cosa, il successo mondano. Vi faranno bei discorsi, vi sedurranno, ma è pura scatologia. Che differenza per una sola vocale, nevvero?

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