giovedì 11 aprile 2019

Il tallone di ferro della dittatura liberale

Il tallone di ferro è un romanzo di Jack London del 1907. Quando lo lessi - ero poco più che un ragazzo - mi sembrò un'esagerazione, ma eravamo nel pieno del trentennio glorioso e gli obiettivi indicati (come in seguito scoprii) nella nostra Costituzione, sebbene non del tutto raggiunti nemmeno erano negati e combattuti come avviene oggi. Ero troppo giovane per capire che il vero nemico era, ed è ancor oggi, l'ideologia liberale in tutte le sue declinazioni, nessuna esclusa.

Parlo di ideologia liberale, e non di solo capitalismo, perché quest'ultima parola indica il semplice possesso di ricchezza industriale e finanziaria, la quale senza il sostegno di un'ideologia non avrebbe la forza che ha: sarebbe classe in sé e non classe per sé. La forza dell'ideologia liberale si misura anche per il potere che ha di propalare concetti falsi e assurdi come quello di debito pubblico. Un articolo di oggi sul Sòla24ore a firma di Marco Lo Conte lo conferma:

Quanti anni hai? Scopri quanto devi pagare di debito pubblico


L'articolo è corredato da un profluvio di calcoli e grafici il cui scopo è quello di persuadere il lettore di trovarsi davanti a un'analisi tecnica seria, ma si tratta di fuffa allo stato puro perché tutto il ragionamento è viziato da un assunto di fondo totalmente falso. Ciò è possibile perché solo un'infima minoranza della popolazione, anche di quella appartenente agli strati "colti", sa bene cosa si intenda con la locuzione debito pubblico.

Tanto per cominciare, dal dato numerico sul debito pubblico riportato da Lo Conte per il 2017 (2358 mld di €)  deve essere sottratto quello che è il debito pubblico da emissione monetaria, che incide per circa la metà. Il debito pubblico da emissione monetaria è costituito da denaro che non è stato prestato allo Stato da imprese e famiglie bensì dalla Banca Centrale, la quale si è limitata a creare nuovo denaro per acquistare i titoli emessi dal Tesoro. Questa frazione di debito pubblico, quindi, non è denaro che corrisponde a un valore-lavoro prodotto da imprese e famiglie e, anche se fosse "restituito" alla Banca Centrale, questa non potrebbe far altro che distruggerlo. Sia ben chiaro: quello che ho detto vale per tutte le monete, dal dollaro allo yen fino alla pizza di fango del Camerun, e ovviamente anche per l'euro: non è una faccenda specifica dell'Italia.

Si potrebbe obiettare che questa verità, anche se fosse vera come è vera, in fondo non farebbe altro che scalare il problema: resterebbero sempre 2358/2=1179 € che lo Stato deve restituire ai cittadini, cioè a imprese e famiglie. Questa frazione del debito pubblico, infatti, rappresenta valore-lavoro reale, cioè risparmi del sistema delle imprese e delle famiglie che, avendo risparmiato, hanno prestato i loro risparmi allo Stato.

Ma i cittadini, cioè le imprese e le famiglie, non "prestano" i loro risparmi solo allo Stato, ma anche alle banche. Forse che i vostri risparmi depositati in un conto corrente di una qualche banca non sono soldi che avete prestato a questa banca? Certo che sì, come pure quella parte dei vostri soldi che avete investito in azioni e obbligazioni: tutti prestati al settore privato.

Dunque il sistema delle imprese e delle famiglie presta i suoi risparmi, frutto di lavoro e dunque che hanno un valore che rappresenta quel lavoro, sia allo Stato che al settore privato per il tramite delle banche. Anzi, a dirla tutta, anche quando acquistate titoli di Stato lo fate attraverso una banca, che sui vostri ordini ci fa, scusate l'espressione romanesca, la sua buona cresta.

La domanda è: sono di più i soldi che il sistema delle imprese e delle famiglie presta allo Stato, o quelli che presta al settore privato? Ovviamente la seconda che ho detto. Però il sòla24ore non calcola quanti soldi di debito ha un pargoletto per effetto del denaro prestato al settore privato! Perché il denaro prestato allo Stato è un debito, mentre quello prestato al settore privato una ricchezza?

Per altro, è bene che lo sappiate, quando acquistate le buone e sante obbligazioni bancarie, quelle che quando una banca privata fallisce perdete i vostri sudati risparmi, in moltissimi casi queste incorporano una frazione di valore in titoli di Stato, e sapete perché? Perché un'obbligazione il cui valore sottostante fosse garantito solo dal mercato azionario sarebbe troppo rischiosa, per cui è bene che una parte di questo sia in titoli di Stato, che sono l'investimento più risk-free che ci sia dopo il denaro liquido (al netto dei deliri del sindacalista Landini, che propone la patrimoniale sui vostri conti correnti).

Ora, avete mai sentito di banche che falliscono? Direi di sì. E gli Stati? Possono fallire gli Stati? Qui bisogna fare una distinzione: gli Stati sovrani falliscono solo ed esclusivamente quando perdono una guerra, gli Stati colonia falliscono spesso.

Quali Stati e quante volte sono falliti

Voi ci trovate Gli Stati Uniti? O l'Inghilterra? O la Francia? O l'Italia? Ci trovate, è vero, la Germania, che prima di diventare uno Stato sovrano, grazie a Bismarck, era una fetecchia (tre default dal 1800 al 1850) e dopo essere diventata una grande potenza è fallita per aver perso la I guerra mondiale! E guardate che, nella maggioranza dei casi, tutti questi Stati non sono falliti per il debito pubblico ma per il debito estero. Avete mai sentito parlare di guerre delle banane? Leggetevi quello che scrisse il più grande eroe di queste guerre, il generale Smedley Butler:

«Ho passato 33 anni e 4 mesi in servizio militare attivo, e durante questo periodo ho speso la maggior parte del mio tempo come uomo di fatica di alto profilo per il Grande Mercato, per Wall Street e per le banche. In pratica ero un estorsore, un gangster a servizio del capitalismo. Nel 1914 ho contribuito a rendere il Messico e specialmente Tampico un terreno sicuro per gli interessi petroliferi americani. Ho contribuito a rendere Haiti e Cuba luoghi convenienti per fare affari per i ragazzi della National City Bank. Ho contribuito allo stupro di una mezza dozzina di repubbliche del Centro America a beneficio di Wall Street. Tra il 1902 ed il 1912 ho contribuito a purificare il Nicaragua per la banca internazionale d'affari Brown Brothers & Co. Ho portato la luce in Repubblica Dominicana, nel 1916, per gli interessi americani nella produzione di zucchero. Nel 1903 ho dato una mano a rendere l'Honduras un buon posto per le compagnie statunitensi della frutta. Nel 1927 in Cina ho dato il mio contribuito per fare in modo che la Standard Oil potesse continuare ad operare indisturbata. Guardando indietro, avrei potuto dare alcuni buoni suggerimenti ad Al Capone: il meglio che era riuscito a fare era estendere il suo racket a tre distretti; io ho operato in tre continenti.»

Uno Stato sovrano, se non perde una guerra disastrosa, non può fallire! E dunque bene fanno i suoi cittadini a prestargli una quota consistente dei loro risparmi, perché quei soldi sono assolutamente risk-free. O comunque molto più al sicuro di quelli prestati alle banche private, che infatti regolarmente falliscono. E vengono salvate dagli Stati.

Chissà perché il sòla24ore non fa lo stesso calcolo sui risparmi prestati dal sistema delle imprese e delle famiglie al settore privato, e non titola "ogni bambino che nasce in Italia ha tot-mila euro di debito con le banche!"

Basta, vado a mangiare qualcosa. Tanto sono anni che scrivo queste cose, insieme con un migliaio di altri pazzi in giro per l'Italia, ma non serve a niente. I potenti altoparlanti dell'ideologia liberale continueranno a titolare merda come questa:

Quanti anni hai? Scopri quanto devi pagare di debito pubblico

e voi a credergli.

Viviamo sotto una feroce dittatura, altro che democrazia! E' il tallone di ferro della dittatura dell'ideologia liberale, che fa del capitalismo una classe per sé mentre il mondo del lavoro, imprese e famiglie, è solo classe in sé, cioè polli da spennare.

2 commenti:

  1. Lo ha detto il prete alla messa cui mia moglie ogni tanto insiste che io vada con lei... Quanto è pesante il fardello di 30 mila euro di debito pubblico che ogni bambino ha sul groppone quando nasce.
    Il prete....

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  2. Se non sbaglio in alcune stazioni italiane hanno installato il contatore del debito pubblico, gentilmente offerto dall'istituto bruno leoni.
    Bah, cioè fatemi capire, ma lo Stato deve finanziarsi esclusivamente tramite le imposte?
    Ho un idea, perché non chiedere al suddetto istituto di completare il tabellone con un contatore che riporti la ricchezza privata?

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