martedì 30 settembre 2014

La resilienza dell'€uro (10)

Il secondo shock petrolifero


Reza Pahlevi
Il rovesciamento del regime dello scià Reza Pahlavi nella seconda parte del 1979 bloccò la produzione petrolifera dell’Iran, innescando forti movimenti speculativi. Il prezzo del petrolio raddoppiò (con massimi pari al triplo rispetto ai valori ante crisi). Le conseguenze per l’Italia furono un aggravio sensibile della bilancia commerciale e il riaccendersi dell’inflazione che, dal 12.43% del 1978, risalì al 21.8% del 1980.

Questa volta, però, la risposta alle difficoltà avrebbe avuto un segno diametralmente opposto a quanto si era fatto nel corso degli anni settanta. Sul piano internazionale si impose una visione monetarista, ispirata alle teorie dell’economista Milton Friedman, mentre l’adesione allo SME comportò, per il nostro paese, una politica di tassi reali positivi sui titoli di stato che avrebbe causato l’esplosione del debito pubblico: infatti, non potendo più svalutare la lira nella misura necessaria, per sostenerne il cambio era necessario attirare capitali dall’estero offrendo rendimenti via via più alti, e sempre superiori all’inflazione!

Per quanto riguarda le conseguenze della svolta monetarista praticata dalla FED americana guidata da Paul Vocker occorre ricordare che, secondo questa teoria, l’inflazione dipende dalla quantità di moneta in circolazione, ragion per cui effettuando una stretta creditizia alzando i tassi di interesse sui prestiti bancari, scoraggiando quindi gli operatori economici dall’indebitarsi con le banche, l’inflazione scende. Quello che accadde fu che i capitali cominciarono ad affluire verso gli Stati Uniti, attirati dagli alti tassi di interesse, e il dollaro cominciò ad apprezzarsi trascinandosi dietro le monete europee. 

Luigi Spaventa
Come già detto, l’aggancio allo SME costringeva l’Italia a seguire il trend. Scrive Luigi Spaventa in un articolo su Repubblica del 22 agosto 1990: “Il disavanzo petrolifero dell' Italia triplicò fra il 1979 e il 1985, quando sfiorò i 30 mila miliardi… Fra '79 e ' 85 le importazioni nette in quantità diminuirono di oltre il 18%; l'indice del prezzo unitario delle importazioni nette espresso in lire aumentò da 100 lire nel 1979 a 368 nel 1985! Ma questo aumento del prezzo in lire non fu tutta colpa del petrolio. Se lo scomponiamo nelle due determinanti del prezzo in dollari e del cambio, troviamo che esso è dovuto: nei primi due anni ad un raddoppio del costo del greggio in dollari e ad una svalutazione del cambio lira-dollaro del 37%; negli altri quattro anni ad una riduzione del costo in dollari del 20% e ad una svalutazione della lira del 67%. Sull' intero periodo, l'apprezzamento del dollaro sulla lira fu causa più importante della triplicazione del nostro disavanzo che non l' aumento della quotazione del greggio.”.


Gli alti tassi di interesse causarono una dura stretta creditizia con una drastica caduta della crescita del PIL e un aumento della disoccupazione. Fu la caduta del PIL mondiale, causata dalla stretta creditizia imposta dalla FED, a stroncare l’inflazione in tutto il mondo, mentre l’Italia, agganciandosi allo SME, inaugurava una linea di politica economica che esigeva una costante compressione dei salari reali per mantenere la competitività di prezzo delle nostre esportazioni. 

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