mercoledì 3 settembre 2014

Gianni T.

Un ammiratore di Murray Rothbard è venuto su questo blog di statalisti a scassare i cabasisi.

Trattasi di tal Gianni T., che noi sospettiamo essere un ciociaro emigrato negli Stati Uniti, per la precisione nel New Jersey. L'irruzione è avvenuta nei commenti a questo post.

Piuttosto che star lì a discutere INUTILMENTE, los Calimeros preferiscono chiudere la questione con un video di risposta.

7 commenti:

  1. Guardi, non credo meritassi addirittura un video. Ho solo esposto un parere.

    La ringrazio quindi per aver dato spazio alle tesi da me introdotte con l'apprezzabile ironia che vi distingue.

    Mi riprometto di non postare piu alcun commento, visto che le miei opinioni come lei dice sono antitetiche, provocatorie e fuori contesto rispetto all'orientamento del blog.

    In merito a quanto viene da lei detto, faccio delle precisazioni.

    In primo luogo non ho avversari politici, e il termine "fattoria degli animali" fa riferimento al rifiuto di accettare qualunque altra tesi che non sia la propria magari perche si e' "pigri"....le ricordo che tale "pigrizia" e' la stessa che c'era negli anni 90, in tanti cittadini, quando gli "illuminati" dell'EuroMoneta manovravano con Trattati fatti approvare nottetempo mentre gli Italiani andavano al mare!

    Non ho mai concepito una societa che si privasse del ruolo dello Stato che e' IMPORTANTISSIMO e INSOSTITUIBILE per la difesa della proprieta privata, come garante del diritto e per la salvaguardia dei confini nazionali.

    In quanto a Rothbard, come tutti gli economisti di qualunque scuola, NON ha scoperto ne la "formula magica" ne elaborato teorie infallibili e valide per tutte le stagioni.

    Ognuno dei grandi pensatori, da Adam Smith a Ricardo, da Marx a Keynes, da Shumpeter a Friedman ha "illuminato" i posteri con "frammenti di verita" che andrebbero contestualizzati con un approccio piu pragmatico e meno dottrinale. Ho avuto modo di leggere le opere di molti di loro, Marx e Keynes inclusi, e ci sono scritte cose di buon senso e altre che potevano funzionare solo in mondo da loro idealizzato.

    Non sono quindi un discepolo acritico ne ideologizzato di alcuna scuola, che sia essa Austriaca o del monetarismo.

    Semplicemente guardo ai numeri e ai dati di fatto.

    In Italia e' mancato lo STATO nell'economia in questi ultimi 40-50 anni?

    L'enorme pressione fiscale e l'enorme debito pubblico sono segni tangibili di questa assenza?

    Le centomila e passa leggi che regolano (si fa per dire) la societa sono il frutto di un disegno
    "liberal-liberista" ?

    Quale "elites illuminata", dovrebbe garantire uno Statalismo efficiente e neutrale (?) in un contesto in cui lo Stato e' prestatore di ultima istanza (via Banche centrali) e promotore di leggi e regolamenti?

    Faccio modestamente notare che nel vostro dibattere, questi interrogativi sono del tutto assenti.

    In conclusione non mi pongo l'obiettivo di convincere nessuno con le mie tesi.

    Mi permetto di postare alcuni links (in italiano) che meglio illustrano i concetti della Scuola Austriaca, concetti che NON sono "verita colata" ma dei tasselli che possono contribuire ad arricchire l'intelletto anche di coloro che sono su posizioni opposte.

    Se avra la bonta di leggerli scoprira che i ragionamenti sono raffinati e persino molto critici nei confronti dell'attuale sistema. Insomma non una semplicistica concezione darwinista della societa con il forte che sbrana il debole!

    Apprezzo la vostra ironia e lo stile con cui affrontate queste complesse tematiche.....auguri per il vostro impegno!

    http://vonmises.it/2012/03/19/884/

    http://vonmises.it/2014/07/18/il-ciclo-naturale-iv-parte/

    http://vonmises.it/2012/02/11/keynes-e-la-crisi-prima-parte-il-modello-keynesiano/


    http://vonmises.it/2014/09/03/la-filosofia-della-proprieta-parte/


    http://vonmises.it/2014/09/01/ascesa-e-declino-della-societa-capitolo-iii/

    http://vonmises.it/wp-content/uploads/2013/07/Stato-mercato-e-democrazia.pdf

    http://vonmises.it/wp-content/uploads/2013/07/Azione-tempo-e-conoscenza-La-scuola-austriaca-di-economia.pdf

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    1. Gianni, evidentemente qui i pregiudizi non consentono un confronto a mente aperta.

      Dopo aver letto stralci degli articoli proposti, ho capito che la strada e' ancora molto lunga, perche' l'indottrinamento e' durato decenni e risvegliarsi e' dura.

      Mi sembra di rivivere nell'inghilterra ai tempi dell'abolizione della schiavitu'.
      Gli schiavisti ribattevano alle critiche con biasimo asserendo che il sistema agricolo sarebbe collassato senza la forza lavoro degli schiavi.

      Chi avrebbe potuto immaginare che la tecnica sarebbe riuscita ad abbassare dal 70 al 3% la forza lavoro in agricoltura!

      Nello stesso modo gli statalisti non riescono ad immaginare un mondo in cui le organizzazioni statali tornino a piu' adeguate dimensioni, riducendo la tassazione ed evitando di continuare a richiedere prestiti sulle teste dei discendenti dei "propri" cittadini.

      Purtroppo stiamo assistendo a governanti talmente indebitati e pieni di se' che l'unica soluzione per loro e' andare in guerra... comodamente dalle loro "sale di controllo".

      L'unica risposta non-violenta che vedo a nostra disposizione e' abbandonare gradualmente le valute "statali", nelle mani delle Banche Centrali (gravemente manipolate tramite l'inflazione; dollaro in primis) e passare a monete matematiche "del popolo", come ad esempio i Bitcoin, che essendo deflattive spingono la gente a consumare solo cio' di cui ha bisogno lasciando che i loro risparmi crescano in valore; immaginatevi solo per un momento il cambiamento di mentalita' del mercato...
      non piu' "usa e getta" ma "utilizza e ricicla" all'ennesima potenza.

      Oggi viviamo nel paradigma inverso.. e ne saremo presto vittime se non reagiremo in maniera non violenta.

      Rifiutiamo il debito e cerchiamo una via monetaria alla libertà... finchè ce ne.

      (Scusi lo sfogo prof)

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    2. Caro Paolo Tritto, ho sospettato che fossi della genga austeriana già quando mi hai chiesto, in un commento a un video su YT, la mia opinione sul bitcoin. In ogni caso sembra confermato, sia dalle tue parole che da quelle di Gianni T., che il problema per voi è lo Stato. In particolare lo Stato democratico che svolga una significativa azione redistributiva. Questo è stato il modello economico disegnato dalla Costituzione del 1948, attenendosi al quale un paese uscito distrutto e sconfitto dalla seconda guerra mondiale è riuscito in trenta anni a diventare la quinta potenza economica mondiale.

      La contrapposizione tra noi e voi è nettamente politica, gli aspetti tecnici essendo del tutto secondari.

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    3. Gentile professore,
      mi permetta questa 'ultima intromissione' nel suo blog per chiarirle che non sono un 'individualista'' come lei crede di avermi profilato da un semplice commento su YT.

      "Sembra confermato" che sarei contro lo Stato democratico?
      Ma prof. da dove lo evince? :)

      Assolutamente NO; mi sarebbe piaciuto esercitare il diritto di voto per eleggere un primo ministro, ma negli ultimi anni siamo stati COSTRETTI a non rispettare la Costituzione (indovini da chi).

      Ho semplicemente auspicato che:
      'le organizzazioni statali tornino a più adeguate dimensioni, riducendo la tassazione PER EVITARE di continuare a richiedere prestiti(incrementare debito pubblico) sulle teste dei futuri cittadini'

      Almeno mi dia dell'utopista o mi schernisca in altro modo... :)
      Io sono un volontarista che crede nel 'principio di non aggressione'.

      D'accordo; vada, tagli questo nodo con un bel colpo... tac

      Cordiali saluti

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    4. Caro Paolo Tritto, penso di essermi espresso male. Hai ragione, non ho elementi per dire che sei antidemocratico, ma rifletti: lo si può essere a propria insaputa. In realtà sono le teorie "austriache" che, per quanto le conosco, mi sembrano tali. E' possibile che io mi sbagli, ma il guaio è che, da quel poco che ho letto, non ho veramente dubbi in proposito.

      Ti ho dato dell'"antidemocratico" in quanto (mi sembra di capire) sostenitore di queste teorie. Ciò non toglie che, sul piano personale, del carattere, dell'indole, tu possa essere molto più democratico di me.

      In definitiva: chiedo scusa a te, a Gianni T. e ad altri eventuali "austriaci" frequentatori di questo blog, se il mio (chiamiamolo) pregiudizio verso la scuola austriaca è tale da non consentirmi un dialogo sereno. Veramente ragazzi non ci riesco.

      D'altra parte, quando leggo che la funzione dello Stato sarebbe quella di "difendere la proprietà privata"... lo capisci che non c'è dialogo razionale possibile? Per me la funzione dello Stato è quella di limitare la crescita della proprietà privata. Ma questo l'ho chiarito nel video.

      Un cordiale saluto.

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    5. Paolo, non so se hai potuto informarti a riguardo, ma la tassazione è stata storicamente bassa nei momenti in cui lo Stato ha potuto essere individuo economico attivo e tendenzialmente dominante.

      La tassazione aumenta nei momenti nei quali lo Stato deve adempiere a doveri finanziari riguardo ai sopraggiunti creditori ( privati ). Guarda caso questo ha sempre coinciso con "l'indipendenza" dagli interessi politici dell'istituto di credito centrale. E questa posizione debitoria inficia la fornitura corretta dei servizi sociali di cui lo Stato è responsabile verso i cittadini.

      Se lo Stato opera con obiettivi di piena occupazione e non di difesa del profitto, non ha nessuna ragione di attuare misure fiscali restrittive, se non quelle di regolamentazione del mercato interno ed anche in questo caso, non particolarmente estremizzate. E, in questo contesto, riesce ad ottimizzare il rilascio dei servizi sociali ( anche per un "gretto" interesse verso il consenso popolare )

      Oggi lo Stato è completamente assente dal contesto economico, non è attivo, non partecipa. Ha meramente una funzione di garante dei grandi interessi finanziari e di "recuperatore di crediti". Crediti che nessuno, ne io ne te, ne Fiorenzo ha mai avuto intenzione di accendere. Lo ha fatto per noi qualcun'altro, dimentico delle funzioni sociali della sua posizione politica, e che per questo ha avuto le sue convenienze, scaricando su di noi le conseguenze.

      Quindi quando tu e gli austriaci, lamentate una eccessiva presenza dello Stato io rispondo che no, è proprio il contrario.

      L'unica vera differenza è che mentre tu, mi par di capire, lamenti l'invasività statale ma sei conscio del sua funzione riequilibrante del conflitto redistributivo, gli austriaci come Gianni, marcatamente a favore di un disequilibrio di questo conflitto ( a favore di chi lo puoi immaginare ) usano le disfunzioni dello Stato come scusa per agevolare l'idea di una sua totale eliminazione.

      Quindi, attenzione, a non essere propedeutico a chi in definitiva, ha interessi diametralmente opposti ai tuoi.

      Mi associo ai saluti cordiali di Fiorenzo

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  2. E poi tutto si riduce al vecchio "avere o essere".

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