mercoledì 2 ottobre 2019

Il nuovo 6 per mille, a gocce!

I veri sovranisti, quelli che sono per il recesso dai trattati europei, ma hanno creduto che il M5S e/o la Lega fossero una scelta adeguata a tal fine, dovrebbero prendere atto della realtà e cominciare a guardarsi intorno. Ricordo a tutti che il prossimo 27 ottobre si svolgeranno le elezioni in Umbria, dove è presente la lista del FSI, Riconquistare l'Italia, guidata da Martina Carletti.


In Italia i lavoratori sono oltre 23 milioni. Se ognuno di loro spende, in media, 1500 €/mese, nel caso tutti questi pagamenti avvenissero con carte elettroniche, e ipotizzando un prelievo dell'1,5% in media, si ottiene un prelievo aggiuntivo di 517,5 mln al mese, ovvero 6,21 mld/anno. Vale la pena confrontare questo dato con i 100 mln/anno del risparmio che si otterrà con la riduzione del numero dei parlamentari: 62 volte di più!

Si obietta che questo prelievo ai danni degli italiani, il quale per altro finirebbe per intero nel circuito finanziario e non nelle casse dello Stato, avrebbe l'effetto di abbattere l'evasione. Tutto bene da questo punto di vista? Non è detto. Ovviamente qui si parla della piccola evasione, non di quella grande. Il che significa, ad esempio, che un cittadino che volesse far svolgere piccoli lavoretti a qualcuno dovrebbe farlo in chiaro, con un aumento dei costi in tasse a parità di retribuzione versata al lavoratore. Ora, poiché si devono fare i conti con la capacità di spesa di coloro che vivono con redditi di 1500 €/mese o meno, il risultato più probabile sarà una contrazione nell'offerta di piccoli lavoretti, quelli che tipicamente vengono commissionati per piccole riparazioni casalinghe e di giardinaggio. Pertanto la piccola evasione sarebbe sì colpita, ma al prezzo di ridurre il fatturato complessivo del mercato dei lavori a giornata. Dunque, ad un aumento dell'imposizione per unità di lavoro di questo genere di attività, potrebbe corrispondere addirittura una riduzione degli incassi dello Stato. Fantastico! Si regalerebbero così 6,21 mld di € all'anno alle banche (sottraendoli ai lavoratori) facendo diminuire la raccolta fiscale!

Con in più il costo rappresentato da abitazioni, giardini, piccole proprietà che sempre di meno verranno manutenute, svalutandosi quindi con maggiore velocità.

Ma allora perché si propone di adottare un provvedimento così assurdo, certamente osteggiato dai cittadini? La risposta sta nello stato comatoso dell'economia per contrastare il quale, in assenza di capacità di spesa da parte degli Stati per la demenziale adozione dell'euro, l'unico strumento a disposizione è la politica monetaria. Questa consiste, tipicamente, nell'abbassare il tasso di sconto di alcuni punti, ma questa opzione è impedita dal fatto che già oggi esso è vicino allo zero. Se lo si portasse in territorio negativo i risparmiatori, invece che percepire interessi sia pur bassissimi o nulli tenendo conto delle tasse, dovrebbero pagare per tenere i propri soldi sul conto corrente. Voi lo fareste se, ad esempio, il valore nominale del vostro tesoretto liquido venisse decurtato del 2% o del 3%  all'anno? Probabilmente, piuttosto che investirlo in rischiose azioni e obbligazioni, potreste essere tentati di prelevarlo per tenerlo ben nascosto in una cassetta di sicurezza o addirittura in casa.

Ecco dunque che l'abolizione del contante, o in modo equivalente una sua tassazione quando lo si preleva, toglierebbe al piccolo risparmiatore ogni possibilità di fuga, così da consentire una discesa del tasso di sconto in territorio negativo. E in effetti la proposta che viene avanzata, essendo di natura transitoria al fine di arrivare in tempi brevi all'uso obbligatorio dei pagamenti elettronici, prevede da un lato di tassare ogni prelievo in contanti sopra i 1500€ mensili, contestualmente ad uno sconto fiscale per i pagamenti con carta di credito. Una volta raggiunto l'obiettivo dell'eradicazione del contante i risparmiatori, tutti i risparmiatori in possesso di piccoli tesoretti liquidi, non potranno far altro che tenerli su un conto corrente, il quale subirà le conseguenze della discesa in territorio negativo del tasso di sconto quando si deciderà di fare l'unica cosa possibile per contrastare la recessione, in assenza di capacità di spesa diretta degli Stati. Cioè nella gabbia dell'euro.

Tra i fautori di questa manovra troviamo il M5S, in anni passati vendutosi agli elettori come movimento no-euro.

Qualche illuso residuo potrebbe pensare che, allora, non resti che votare per la Lega di Salvini, ma si sbaglia alla grande. Ieri, 1 ottobre 2019, nel corso della trasmissione otto e mezzo il leader della Lega ha dichiarato, senza per altro che ciò gli fosse chiesto dalla conduttrice Lilli Gruber, che la Lega non è per l'uscita dall'euro e/o dall'Unione Europea. Se non ci credete visionate il filmato dal minuto 23'55''.

I veri sovranisti, quelli che sono per il recesso dai trattati europei, ma hanno creduto che il M5S e/o la Lega fossero una scelta adeguata a tal fine, dovrebbero prendere atto della realtà e cominciare a guardarsi intorno. Ricordo a tutti che il prossimo 27 ottobre si svolgeranno le elezioni in Umbria, dove è presente la lista del FSI, Riconquistare l'Italia, guidata da Martina Carletti.

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