giovedì 4 settembre 2014

Commento a «GOD chiosa 'Ricciotti e altri eroi dimenticati del Risorgimento', by Gianluigi Leone»

Gioele Magaldi
Lo scorso 19 agosto segnalai al Gran Maestro Gioele Magaldi, animatore di Grande Oriente Democratico (GOD), un contributo del socio ARS Gianluigi Leone dal titolo "Ricciotti e altri eroi dimenticati del Risorgimento (1)". L'articolo di Leone è stato poi pubblicato sul sito di Grande Oriente Democratico (GOD) con una chiosa, che riporto integralmente prima di commentarla.

La chiosa


Presentiamo alla lettura
Segnalatoci dal nostro Gran Maestro Gioele Magaldi, cui a sua volta era stato segnalato dall’amico Fiorenzo Fraioli, abbiamo inteso rilanciare questo bel pezzo di Gianluigi Leone a proposito del fratello massone e carbonaro Nicola Ricciotti (1797-1844), figura leggendaria e archetipica del patriottismo risorgimentale.
Già, il Risorgimento.
Nel contesto del suo articolo, Leone ricorda il fatto che lo stesso massone Giuseppe Garibaldi volle onorare la memoria del confratello Nicola, chiamando il suo quarto figlio Ricciotti Garibaldi (1847-1924) e menziona altri famosi eroi risorgimentali. Come ad esempio il libero muratore Luigi Angeloni (1758-1842), che nel 1837 accolse a Londra il confratello Giuseppe Mazzini, e come Luigi Marcocci, che nel 1849 sarà tra i protagonisti di quella Repubblica Romana animata ideologicamente ancora dal Maestro genovese.
Tutto bello, buono, giusto e perfetto.
Solo che, questa benemerita rievocazione massonico-carbonara di insigni patrioti risorgimentali, viene vergata da un rappresentante dell’ARS del Lazio - Gianluigi Leone -, su un sito (www.appelloalpopolo.it) collegato ufficialmente all’Associazione Riconquistare la Sovranità.
E l’ARS, com’è noto, dall’alto o dal basso della sua posizione integralisticamente “sovranitarista”, vede come il fumo degli occhi qualunque unione europea, federale o meno, fossero pure gli “Stati Uniti d’Europa” di natura rigorosamente e sostanzialmente democratica.
Così, pur sembrandoci benemerita la rievocazione proposta da Gianluigi Leone, ci tocca il compito di rammentare a costui e ai suoi amici dell’ARS che i personaggi da loro menzionati, e soprattutto coloro che più erano vicini a Garibaldi e a Mazzini, sognavano un risorgimento italiano come prodromico e perfettamente complementare ad analoghi risorgimenti tedeschi, ungheresi, russi, francesi, etc., nella prospettiva di far convergere questi processi di autodeterminazione dei singoli popoli europei in chiave costituzionale, parlamentare, laica, liberale e democratica, verso una qualche forma di pacifica integrazione continentale e sovranazionale.
In effetti, sin da George Washington e Gilbert du Motier de La Fayette, da Mazzini a Cattaneo e a Garibaldi, da Hugo a Kossuth a Mill e a Spinelli, l’internazionale massonica progressista dichiara esplicitamente di auspicare degli “Stati Uniti d’Europa”.
Giuseppe Mazzini fonda la “Giovine Europa” (1834) come complemento necessario della Giovine Italia (1831), e tra le camicie rosse garibaldine del 1860 vi sono legioni di patrioti europei e statunitensi che si battono per il Risorgimento italiano con la stessa energia e vocazione cosmopolita con cui, negli anni precedenti e successivi, si erano e si sarebbero battuti per i diritti di altri popoli afflitti da regimi dispotici e illiberali. Ma combattere in favore della patria e dell’unità italiana, per costoro, significa incastonare dei preziosi mattoni per edificare una più ampia e integrata Patria Europea…
Giusto per amore di verità storica, cari Gianluigi Leone, Fiorenzo Fraioli e amici tutti dell’ARS...
E a proposito del dibattito fra europeisti (democratico-progressisti e non certo filo-oligarchici, filo-tecnocratici e/o estimatori di questa UE matrigna e scellerata) e nazional-sovranitaristi, invitiamo tutti a leggere e a meditare i contenuti di
sia con riguardo al testo principale, sia con la giusta attenzione per una serie di commenti pepati e interessanti.

I FRATELLI DI GRANDE ORIENTE DEMOCRATICO (www.grandeoriente-democratico.com)
[ Articolo del 15-30 agosto 2014 ]

Il mio commento alla chiosa


Conosco Gioele Magaldi dal febbraio 2011 allorché lo intervistammo in Campo dei Fiori a Roma sotto la statua di Giordano Bruno. Successivamente, nel maggio 2012, come ecodellarete.net organizzammo il convegno "La natura dell'euro: la pillola rossa o la pillola blu". Ospiti, oltre a Gioele Magaldi, Stefano D'Andrea, Alberto Bagnai, Moreno Pasquinelli, Piero Valerio, Sergio Di Cori Modigliani.

Di Gioele mi colpirono soprattutto l'estrema educazione e l'imperturbabile modo con cui si confrontò con un veemente Moreno Pasquinelli che, evidentemente, vedeva in lui, in quanto massone, l'incarnazione stessa del nemico di classe. Ma l'atteggiamento di Gioele prevalse sulle divergenze di opinione per cui la sera del convegno, nella mia casa di campagna, assente tra i relatori il solo Bagnai, trascorremmo una piacevolissima serata. 

Nella chiosa, scritta da un collaboratore di Magaldi, la rievocazione di Gianluigi Leone, seppur definita "benemerita", viene criticata in quanto "vergata da un rappresentante dell’ARS del Lazio - Gianluigi Leone -, su un sito (www.appelloalpopolo.it) collegato ufficialmente all’Associazione Riconquistare la Sovranità". L'estensore della chiosa sottolinea che l'ARS "vede come il fumo degli occhi qualunque unione europea, federale o meno, fossero pure gli 'Stati Uniti d’Europa' di natura rigorosamente e sostanzialmente democratica".

Questa lettura della posizione dell'ARS è, a mio avviso, lievemente superficiale ed estrema. Tutto sta, evidentemente, nel significato che si intende dare all'espressione "Stati Uniti d'Europa", la quale richiama alla mente il processo costituente che portò alla nascita degli Stati Uniti d'America. Questo accostamento tra la vicenda storica americana e l'attuale contesto europeo mi appare come un paralogismo, ovvero come un tentativo di accostare due situazioni radicalmente diverse e non confrontabili se non su un piano meramente superficiale e direi quasi terminologico.

Infatti l'ARS non propugna il ritorno a forme di nazionalismo competitivo come quelle che condussero alla prima guerra mondiale, in un contesto, giova ricordarlo, di ampia liberalizzazione dei movimenti di capitali in regime di Gold Standard, quasi un'anteprima dell'attuale globalizzazione. L'ARS, più concretamente, ha nostalgia del Mercato Comune Europeo il quale, dopo la ratifica del trattato di Maastricht, si è trasformato nell'attuale Mercato Unico, cioè una zona di libero scambio caratterizzata dalla totale libertà di movimento di capitali, merci, servizi e persone, in assenza di uno Stato europeo frutto di un processo costituente dal basso, e con una parte dei paesi aderenti che utilizzano una moneta unica gestita da un'Istituzione (la BCE) che non risponde a un potere politico. Il quale, per altro, non c'è, essendo surrogato dai semplici e brutali rapporti di forza tra i grandi capitali europei. Per non dire del fatto che lo stesso progetto monetario ha manifestato, alla prima crisi, difetti di funzionamento gravi e non emendabili.

Allo stato attuale, l'ARS ritiene che questa costruzione debba essere distrutta, essendo questa la condizione necessaria, sebbene non sufficiente, per avviare un eventuale nuovo processo costituente europeo che sia caratterizzato da: gradualità, dimensioni più ridotte, prevalenza dell'integrazione politica rispetto a quella economica, mantenimento delle strutture economiche e sociali caratteristiche degli Stati aderenti, partecipazione al processo dei cittadini in un quadro di effettiva informazione e democraticità delle scelte.

Un percorso di questo tipo prevede, dopo il fallimento dell'attuale tentativo incarnato dalla tecnocrazia dell'UE e della BCE, tempi molto più lunghi di quelli che sarebbero stati necessari se non si fosse messo in campo questo deplorevole tentativo. D'altra parte lo stesso processo che condusse alla formazione degli Stati Uniti d'America, in un contesto molto più favorevole di quello europeo per la mancanza di tradizioni caratterizzanti i diversi Stati dell'Unione, dovette scontrarsi con le resistenze degli Stati che non intendevano rinunciare a cuor leggero alle loro prerogative, e infine condusse a una dolorosa e atroce guerra civile.

Alla luce di queste considerazioni l'ARS ritiene che la riconquista della sovranità da parte dell'Italia, e augurabilmente degli altri Stati che compongono l'UE, sia un passaggio necessario e indispensabile per avviare in futuro, su basi rigorosamente paritarie, trattative che abbiano l'obiettivo di costruire uno Stato europeo. Tali trattative, tuttavia, non potranno mai più prescindere dalla necessità che la ratifica di qualsivoglia trattato sia preceduta dalla nascita e dal rafforzamento di un "comune sentire" dei popoli europei. Tale "comune sentire", che era in gestazione prima della ratifica del trattato di Maastricht e della svolta liberista degli anni ottanta, è stato strumentalizzato dalle élites euroliberiste per il raggiungimento dei loro scopi, con il deplorevole risultato di mettere i popoli europei gli uni contro gli altri, in un'insensata rincorsa della produttività basata sulla compressione dei salari e dei diritti dei lavoratori.

1 commento:

  1. Hai veramente colto nel segno di alcuni dei veri grandi problemi che i massoni fingono di non vedere nei loro sogni di un Grande stato europeo. Sono curioso di vedere se e cosa risponderanno i sodali del GOD a questo tuo post per me chiarissimo e ineccepibile.

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