lunedì 4 giugno 2018

Nel popolo dal popolo per il popolo



Addendum al video


Tempo fa ho promesso di spiegarvi come si capisce se una forza politica è realmente espressione degli interessi popolari. Cominciamo con una condizione necessaria, sebbene non sufficiente: una simile forza deve essere clientelare. Sto parlando di oclocrazia. Una forza politica genuinamente popolare deve dover rispondere ad ampie e vaste clientele, ed anzi deve sussistere necessariamente in ragione della sua capacità di soddisfarne le esigenze. Che si tratti di sanità, di tutela del lavoro, di pensioni generose, di posti di lavoro, fino al più pilu per tutti, se questa necessaria condizione non è soddisfatta possiamo esser certi che questa forza politica è un cavallo di troia dei liberali. Questo perché il soddisfacimento dei bisogni clientelari non può che avvenire a spese del capitale, nella lotta per la ripartizione del plusvalore.

Un metodo classico per distruggere le forze politiche che sono espressione genuina dei bisogni popolari è quello di volgere in negativo il significato del termine "clientele", ma solo quando è riferito ai bisogni popolari. E' noto, infatti, che le élites non rubano, non organizzano cordate per spartirsi il bottino del plusvalore, non scatenano conflitti sociali e guerre arruolando il popolo e mandandolo al massacro! Noooo! Giammai!!! Solo il popolo è corrotto, sprecone, inefficiente, violento, e anche volgare e cafone! Quando questo metodo fallisce, allora si ricorre al terrorismo, all'infiltrazione, alla violenza.

Noi tutto ciò dobbiamo saperlo. Averlo dimenticato, aver ceduto alla narrazione delle élites che, grazie a ciò, hanno potuto riporre le tecniche del secondo tipo, ha segnato la fine dell'equilibrio sociale faticosamente e sanguinosamente raggiunto in secoli di lotte, e oggi è minacciata la stessa sopravvivenza della civiltà europea di origine greco-romana e cristiana. Ed è anche per questa ragione che l'etica protestante basata sulla grazia, di cui il successo sociale e negli affari rappresenta la versione volgarizzata, deve essere riconosciuta per quello che è: una visione del mondo funzionale agli interessi di coloro che si sentono vincenti perché si credono più virtuosi degli altri. Una foglia di fico posata sulla violenza di classe, che la legittima nascondendo alla vista la vergognosa realtà degli spiriti animali dell'uomo. 

Ebbene sì, gridiamolo: il popolo vuole mangiare perché ha sempre fame, anche quando il cibo è abbondante. Esattamente come i ricchi, che vogliono esserlo ancora più anche quando hanno più del superfluo. Ricordarlo, ribadirlo, rappresentarlo continuamente, serve ad affermare una banale verità: l'equilibrio è possibile solo quando tutte le forze in campo lottano e, finalmente, capiscono che la pace è un affare per tutti. Ma guai se una delle parti si lascia incantare e depone le armi: sarà annientata e sottomessa. Dunque lottare si deve!

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