mercoledì 6 giugno 2018

Il caso Bagnai [I parte]

Alberto Bagnai

Una blogserie per molti ma non per tutti


Se un giorno avrò la voglia e il tempo per raccontare quello che ho vissuto negli ultimi dodici anni scriverò un libro. Per il momento mi limito a una serie di post dedicati al solo caso Bagnai, uno dei numerosi protagonisti del dibattito politico che ho incrociato in questi anni. Lo farò dando per scontate alcune conoscenze di base dell'intera vicenda, rivolgendomi quindi a coloro che hanno seguito come me tutti gli sviluppi, ed esponendo sia gli aspetti puramente politici che i non secondari risvolti umani. 

Ancora nell'estate del 2011 il prof. Alberto Bagnai era, politicamente parlando, un perfetto sconosciuto. Aveva partecipato a un dibattito sul Manifesto online pubblicando questo articolo (rimosso) ancora disponibile sul suo blog:

Alberto Bagnai: "Vi ricordo che l’articolo è stato inviato alla redazione l’8 agosto, e pubblicato il 23 agosto. Vi ricordo anche che è stato l’articolo del forum “La rotta d’Europa” più referenziato su Google (47800 hits)."

per poi rendersi conto che il dibattito sul noto foglio "de sinistra" era pilotato. Prima di ciò era intervenuto sul sito lavoce.info con questo articolo (rimosso) che è tuttavia disponibile sul suo blog.

Grazie a tali interventi pubblici era stato notato da un gruppo di militanti di ispirazione marxista, in particolare i compagni del blog Sollevazione e Stefano D'Andrea del FSI, i quali stavano organizzando un convegno dal titolo "Fuori dall'euro fuori dal debito". Partecipai anch'io a quel convegno (22-23 ottobre 2011), i cui video sono disponibili qui. L'ordine del giorno conclusivo è disponibile qui.

Tra noi e Alberto Bagnai si stabilì fin da subito una identità di vedute, sebbene alcune divergenze di fondo non venissero ben intese né da noi né da lui. Col senno di poi, forse questo suo post del 22 novembre 2011 avrebbe dovuto metterci in guardia, ma così non fu. I fatti successivi hanno ampiamente dimostrato come la radicalità socialista delle nostre posizioni non sarebbe stata accettabile per Alberto Bagnai. Questo post su Sollevazione ne è un segnale.

Il punto da comprendere bene è che Bagnai è un intellettuale, oltre che un economista e oggi un politico, appartenente al campo liberale nella sua articolazione keynesiana, meglio dire post-keynesiana. L'obiettivo di questa frazione non è quello di sottrarre il potere ai liberali per consegnarlo nelle mani del campo socialista, bensì di far funzionare in modo accettabile l'economia di mercato, pur lasciando il potere reale (lo stato di eccezione) nella mani del Capitale. Al contrario noi socialisti, quale che sia la particolare frazione cui apparteniamo, coltiviamo l'obiettivo politico di strappare il potere reale dalle mani del Capitale per riconsegnarlo in quelle del Lavoro, e dunque siamo strutturalmente statalisti e ostili al principio di concorrenza.

Questa profonda e irriducibile diversità di visione fu, in quell'ormai lontano autunno del 2011, messa da parte, credo soprattutto per la sorpresa reciproca dello scoprire nel campo opposto qualcuno in grado di leggere, con spirito realistico, la grave situazione nella quale stavamo entrando (di lì a poco sarebbe arrivato Monti).

E' bene ricordare il quadro generale dell'epoca dal punto di vista delle poche e solitarie voci critiche sul piano della divulgazione di massa, anche alla luce del frame incredibile che era stato creato dal sistema dei media, capace di rappresentare l'arrivo del governo Monti come la soluzione ai problemi del paese. Quale miglior modo se non il video dell'orchestrina al Quirinale?


In effetti, mentre l'euro era stato oggetto di pesantissime critiche negli ambienti "alti", a livello popolare la morsa della propaganda mediatica era stata ferrea, cosicché la stragrande maggioranza dell'opinione pubblica italiana era del tutto all'oscuro delle sue gravi criticità che, proprio in quel periodo, si stavano manifestando in tutta la loro ampiezza. Una prova è data dalla venuta di Bagnai a Frosinone il 26 maggio 2012 al convegno "La natura dell'euro: la pillola rossa o la pillola blu", organizzato da me e da Claudio Martino.


Nel suo intervento Bagnai fece una carrellata di tutte le critiche "alte" al progetto della moneta unica, ma ad ascoltarlo c'erano meno di dieci persone. Erano presenti come relatori anche Moreno Pasquinelli, Stefano D'Andrea, Piero Valerio e Gioele Magaldi.

Fu proprio in quell'occasione che cominciai a rendermi conto dell'inconciliabilità di fondo tra la visione di Bagnai e quella di noi socialisti, che da poco avevamo cominciato a definirci sovranisti (un termine che, ben presto, ci sarebbe stato scippato dalla Lega e da FdI, anche per responsabilità di Bagnai). Emerse anche una terza posizione, propugnata da Gioele Magaldi, di ordine massonico democratico(?) che tuttavia non ho approfondito a sufficienza e che tralascio di trattare.

Credo sia ormai chiaro a tutti che Bagnai è sempre stato nel campo liberale, su posizioni che - non è oggi azzardato ipotizzare - aveva derivate da Paolo Savona. E infatti, già in un post del 28 novembre 2011 così si esprimeva:

"Non vorrei che la Goofynomics venisse liquidata come la scienza del bicchiere mezzo vuoto. Per natura sono quello del piano B, quello che pensa sempre al peggio, anche per scaramanzia. Qualcuno la chiama ansia, ma a me serve a avere ogni tanto una bella sorpresa (in quelle rare occasioni nelle quali il piano B non serve)."

A conferma di ciò posso riferire un particolare. Nel pieno dell'estate del 2012 lo chiamai chiedendogli di pranzare insieme a Roma, dove mi sarei dovuto recare per motivi di famiglia, ma declinò il mio invito perché doveva incontrare, mi disse con una certa emozione nella voce, proprio Paolo Savona. Sempre col senno di poi credo di poter affermare che fu proprio a partire da quel momento che iniziò ad essere sempre più evidente un certo suo cambiamento, che si sarebbe poi manifestato con estrema chiarezza tra la fine del 2012 e l'inizio del 2013. Ma andiamo con ordine.

Poco dopo il convegno di Frosinone lo accompagnai a Pescara, e poi a Cesena, sempre in occasione di convegni nei quali esponeva le sue tesi. Di ritorno da Cesena girammo una serie di video in macchina, che pubblicai col titolo "In viaggio con Goofy". Da quel momento la sua popolarità cominciò a crescere, con la conseguenza che mi ritrovai ad essere tempestato di richieste da parte di personaggi della più varia umanità, del tipo signoraggisti e affini, i quali, volendo mettersi in contatto con lui, mi chiamavano per essergli presentati, oppure lo contattavano citando la mia persona. Ebbi il sospetto che egli mi ascrivesse la frequentazione di tali personaggi, cosa che mi offese leggermente senza dare tuttavia eccessivo peso alla questione.

Una diversità di opinioni più seria si ebbe invece quando cominciò ad essere chiamato in televisione perché chiese la mia opinione in merito all'opportunità di continuare. Alla mia risposta negativa reagì con disappunto, non tenendo conto del consiglio di rifiutare per non finire maciullato dalla macchina dei media. Una traccia documentale di quella discussione è in questo video, registrato da me e dall'amico Claudio Martino.


Un'altra cosa che mi chiese fu la mia opinione sull'opportunità di scrivere un libro, quello che poi sarebbe diventato il Tramonto dell'euro, cosa sulla cui opportunità convenni con convinzione, e alla cui stesura diedi il mio contributo nel ruolo di correttore di bozze. Il libro uscì a novembre 2011, ma le vendite stentarono a decollare sia per difficoltà nella distribuzione, sia perché il grande pubblico dei lettori è cosa ben diversa da quello più ristretto di un blog tematico sia pure di grande successo.

Subito dopo la pubblicazione del libro, alla metà di dicembre 2012, tra me e Bagnai avvenne una rottura molto pesante, le cui ragioni di fondo erano sia politiche che caratteriali, sebbene sul momento e ancora per qualche tempo, io mi accorsi solo di queste ultime. Il punto è, come gli dissi una volta, che preferisco sbagliare con la mia testa piuttosto che fare la cosa giusta dando retta a quella di altri. Anche perché il rischio era di fare la cosa sbagliata ascoltando la sua, di testa!

Fu in quell'occasione che mi resi conto, per la prima volta, della natura settaria della comunicazione sui social, un luogo che, proprio per la sua caratteristica flat e non gerarchizzata, favorisce la nascita di vere e proprie tribù di fedeli adoranti un leader, il quale ottiene così il potere di additare alla muta di cani rabbiosi, pronti ad ogni suo ordine, il reprobo che non si piega ai suoi voleri. Mi ritrovai praticamente isolato, tutti coloro che conoscevo mi voltarono le spalle dandomi pregiudizialmente torto, perché così diceva Bagnai, e ci sono voluti anni perché, piano piano, il mio diritto di dissentire dalle opinioni del vate fosse infine riconosciuto. Non da tutti, e non certo dal vate, il quale, ancora due anni dopo, si permetteva queste simpatiche esternazioni:

Allora, cari "compagni", voi avete perso il treno, e come tutti quelli che lo hanno perso, da Tigellone alla Fraiola, state lì a ragliare le vostre abominevoli menzogne. Però io ve lo dico da non violento, da persona che ha sacrificato salute e carriera per scongiurare l'inaudita esplosione di violenza che minaccia tutti: sarebbe il caso che chiedeste scusa per aver soffocato il dibattito, e che il verso (o la rotta) la cambiaste voi.

Già! Io, con tutti i video che gli avevo fatto, e dopo avergli anche corretto le bozze del Tramonto dell'euro, ero diventato uno ci quelli che dovevano chiedere "scusa per aver soffocato il dibattito".

Più avanti:

(la stessa cosa auguro alla Fraiola, poverella, che in preda alla sindrome dell'amante tradita continua a delirare nel suo blogghetto che nessuno legge. Bucce d'uomini che passano la vita a lurkarmi, dopo essere state cortesemente messe alla porta per manifesta inadeguatezza, e alle quali non sfugge nulla di quello che dico, tranne alcuni dettagli, tipo questo o questo! Capite chi sono i nemici della democrazia in questo momento? Quelli che, come lo sbilifesto, si son fatti un vanto di soffocare il dibattito, e quelli che, come la Fraiola, si sono rifiutati di aiutare l'unico progetto serio, credibile e riuscito di divulgazione, in nome di loro paturnie politiche (alle quali una vita di fallimenti politici e non solo li avrebbe dovuti consigliare di rinunciare), e ora, una volta tolti di mezzo, lavorano h24 per gettare discredito su chi ha portato il dibattito all'attenzione dei grandi media ed è riuscito a imporre la propria voce come credibile perfino sull'organo della Bocconi. C'è più apertura di spirito a via Sarfatti che nella redazione dello Sbilifesto, e questo lo si sapeva. Quello che sfugge è che io potrei anche, com'è ovvio, trascurare e dimenticare i ragli dei tanti asini che sono stati distanziati dal destriero, e probabilmente lo farò.

Infine:

Chi siano certe persone lo si vede da distanza e sulla distanza. Dopo averli allontanati e aver fatto passare un po' di tempo si può capire chi fossero. Tigellone e la Fraiola volevano qualcosa, è evidente. Non potevano che perdere contro uno che non vuole niente. Ma non avevano lo spessore per capirlo. Quello intellettuale ed etico, che su quello fisico, almeno in un caso, dubbi non ce ne sono...)

Cosa lo aveva fatto tanto arrabbiare?

Il Borghiland


Un articolo nel quale, evidentemente, gli avevo rivolto accuse infondate, visto che twittava così:



Ha proprio ragione!

Bucce d'uomini che passano la vita a lurkarmi, dopo essere state cortesemente messe alla porta per manifesta inadeguatezza, e alle quali non sfugge nulla di quello che dico, tranne alcuni dettagli, tipo questo o questo

Ecco, questa è la pasta d'uomo che, da prossimo sottosegretario del governo gialloverde, si spenderà per la flat-tax e il reddito della gleba. Ma tutto può e deve essergli perdonato, perché è lui, e solo lui, ad avere il merito di aver "portato prima il tema dell'euro in televisione, sui giornali, sulle riviste scientifiche".

5 commenti:

  1. Caro Fiorenzo , perché riesumare un passato morto e sepolto ? Personalmente sono a conoscenza dei fatti da te descritti , e mi ricordo un tuo scritto se non vado errato su Sollevazione nel quale mettevi in guardia Pasquinelli e i sovranisti dalla figura di Bagniai che reputavi molto pericolosa e da non prendere in sottogamba , e un temibile concorrente sui social nel fronte anti euro . Sono stato sempre convinto che il tuo dissidio per Bagnai ,affondi più nel carattere divergente di entrambi,come fai notare in questo post. Se vogliamo trovare invece un dissidio intellettuale la causa va ricercata nel fatto che Sollevazione tifava apertamente per il M5S (GRILLO E I FASCISTI DELL'ANTIFASCISMO «Perché non aderisco alla campagna di demonizzazione di Beppe Grillo» ) (MPL (59) SÌ, QUESTA VOLTA FESTEGGIAMO!.....Il successo del M5S non rappresenta solo una legittima, sacrosanta e più che necessaria protesta. Esso rappresenta la chiusura di un buio periodo di letargia popolare, ed il segnale dell'apertura di una nuova stagione di lotte, che questa volta - a dispetto di tanti pessimisti incalliti - arriverà forse a misurarsi davvero con la questione del governo e del potere. )
    Questi estratti da me presi su Sollevazione danno una idea di quanto il popolo di sinistra sia stato attratto dal M5S . E anche tu caro Fiorenzo lo sei stato . Niente da rimproverarti da parte mia . Chi non è stato grillino scagli la prima pietra . Bagnai non lo è mai stato però . E qui c'è il vulnus fra voi due. Sicuramente conosci il suo pensiero su quello che tu ora chiami Credo Militante. Bagnai ha scagliato la prima pietra . Tutti i simpatizzanti del M5S erano per lui poco di meno che dei perfetti cretini al pari dei donaldiani e degli MMT.
    L'ironia della vita è che ora lui si ritrova il M5S come partners di governo, e tu ti trovi su posizioni critiche verso il suddetto movimento .
    Quindi cosa poteva pensare Bagnai di te e di Ego della Rete e degli amici di Sollevazione se non il peggio del peggio della sinistra ?
    Nota bene .Non sto difendendo Bagnai e ne accusando te. Sto solo contestualizzando il dissidio .
    Buona Vita .

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    1. Io ho voltato le spalle ai grillini all'inizio del 2009. Ho cominciato a parlarne criticamente nel 2010 (per una questione di stile quando lascio una realtà mi taccio per un po') anche se ho continuato a pensare che i grillini della prima ora fossero tutt'altro che degli sciocchi. E infatti sono stati tutti epurati e oggi sono praticamente tutti euroscettici. Pertanto Bagnai non poteva pensare che io fossi "grillino". Ricordo che gli dissi, in un'occasione, che in quel mondo si muovevano molte persone con cui valeva la pena discutere alla pari e con rispetto. Illo li chiamò "ortotteri". L'uomo può resistere a tutto, fuorché al piacere di una battuta.

      Quanto a Sollevazione, sono diventati "benevoli" coi grillini credo a partire dal 2013. E comunque sono fatti loro. Io a Pasquinelli&compagni l'ho detto e ripetuto fino alla nausea cosa sia il Credo Militante, per anni. Non mi hanno mai ascoltato.

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  2. Caro Lorenzo Grazie per la spiegazione . Ma le date non coincidono . IL M5S è nato il 4/10/2009 , ricordo tutta una retorica pauperistica alla San Francesco d'Assisi. Non puoi quindi aver voltato le spalle all'inizio del 2009 . In origine esisteva solo il movimento Amici di Beppe Grillo, attivo dal 2005, e le liste civiche dei Cinque Stelle sono state presentate per la prima volta alle elezioni amministrative del giugno 2009. Ma converrai con me che era ancora prematuro vedere chiaro nel futuro politico del movimento all'inizio del 2009 . Siccome ti reputo dai tuoi scritti una persona onesta credo che ci sia uno sfasamento di date dovuto al trascorrere del tempo. Sono d'accordo con te nel reputare Bagnai "L'uomo può resistere a tutto, fuorché al piacere di una battuta."
    Buona Vita .

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    1. In effetti mi sono espresso male, avrei dovuto dire che sono stato grillino dal 2006 al 2009, anche fondatore di un meetup. Cosa che posso documentare anche con i video che ho realizzato in quel periodo, alcuni dei quali ho recentemente ripubblicato sulla piattaforma youtube. Mi allontanai nel 2009 quando incontrai i compagni di Sollevazione (all'epoca si chiamavano "Fuori dal recinto") perché stanco della narrazione tutta centrata su due problemi gravi (corruzione e ambiente) ma secondari rispetto a quel che stava accadendo. Nel 2011, quando conobbi Bagnai al convegno "Fuori dall'euro fuori dal debito" me li ero abbondantemente lasciati alle spalle: mi limitai a dirgli, in una sola occasione, che lì in mezzo avevo conosciuto persone intelligenti e capaci, oggi in gran parte divenuti euroscettici o sovranisti.

      Aggiungo che partecipai alla prima fase del dibattito che verteva sulla questione se trasformare o meno il MoV in un partito, ed io ero per questa seconda ipotesi. All'epoca non avevo ancora maturato la convinzione che fossero manovrati, ma con la seconda epurazione, in occasione delle politiche del 2013, non ebbi più dubbi.

      Infine mi chiamo Fiorenzo, non Lorenzo.

      Buona vita.

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  3. Caro Fiorenzo ,scusami per aver sbagliato il tuo nome . Me ne sono accorto dopo l'invio quando non potevo più rettificare. Ti ringrazio anche per avermi chiarito il tuo rapporto con Bagniai, ma per quello che mi risulta leggendo goofynomics non ha mai avuto una cattiva impressione di singoli aderenti al M5S ,ma all'insieme dei pentastellati .Credo che le divergenze con te siano dovute al fatto che magari volevi convincere Bagnai al " famo er partito " per dirlo alla sua maniera .Idea alla quale il professore è sempre stato contrario . Ma tutto ciò ormai è il passato.Le vostre strade ormai sono agli antipodi tu hai una visione socialista del sovranismo , mentre Bagnai con la lega una visione liberale . IL problema rimane tutto politico e passa ( prima che per una rete di contatti come tu ci hai illustrato ) nel convincere i cittadini che ci sia ancora del buono nella sinistra........
    C'è qualcosa di nuovo oggi nel sole,
    anzi d'antico: io vivo altrove, e sento
    che sono intorno nate le viole e il rosso socialismo

    Caro Fiorenzo , passami questo incipit riveduto e corretto della poesia del Pascoli.
    Buona Vita .

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