martedì 19 giugno 2018

De gonzo italico

Gonzi italici divisi sunt in partes tres: piddini, padani atque ortotteri


le tre "etnie" sono comunque accomunate da un substrato antropologico comune, consistente nella tendenza a focalizzare l'attenzione su temi secondari, talvolta in senso onirico - specialità della tribù piddina e in parte di quella ortottera - tal altra costruendo e amplificando incubi, mentre al contempo dimenticano del tutto le questioni fondamentali.

Ne abbiamo una riprova in questi giorni in cui, dovendo affrontare (finalmente) la questione dei trattati europei che ci sono costati il 25% di produzione industriale, un aumento catastrofico dell'indebitamento privato anche estero, e la riduzione dei diritti del mondo del lavoro spinto in condizioni simili a quella schiavile - in alcuni casi anche ben oltre - l'attenzione di queste "etnie" è tutta concentrata sulla questione migranti.

Che non è una questione marginale ma è tuttavia subordinata alla prima!

A scanso di equivoci, vista l'attenzione isterica su questo tema, vi espongo la mia posizione sui migranti. Io credo che ci siano due possibili atteggiamenti:

1) governare il fenomeno, ovviamente riducendo i flussi
2) adottare una politica di laissez faire e attendere che il problema si risolva da solo

Tanto, spero vi sia chiaro, non è nemmeno lontanamente immaginabile che la percentuale di immigrati in Italia possa passare dal 10% attuale al 20% in venti anni senza che vi sia una sollevazione popolare di proporzioni gigantesche. Ognuno è libero di pensarla come vuole, ognuno è libero di anteporre a tutto i propri scrupoli morali, però questo esito deve essere ben presente e stampato nelle vostre menti: sarebbe il popolo, in massa, a insorgere e a dare il via a un pogrom.

Francamente io, di quello che accadrà, me ne impippo, perché tanto ci saranno dei morti, molti morti, sia nel primo che nel secondo scenario. Non lo capisce solo chi pensa, o si immagina, che quello in cui viviamo sia un mondo di gommapiuma.

Nel frattempo...


...la questione attuale è il confronto sui trattati europei. Non saranno 100.000 immigrati in più o in meno nei prossimi sei mesi a cambiare la composizione etnica e culturale italiana, mentre quello che si deciderà sull'Europa, da ora alla fine dell'anno, sarà fondamentale. Perdonatemi dunque se non parteciperò al dibattito sull'immigrazione, per concentrarmi invece sul tema della revisione dei trattati o, meglio, dell'uscita dall'Unione Europea.

Cosa sa il gonzo italico dei trattati europei?


Per le tribù gonziche, almeno ai piani bassi, la risposta è identica: una beneamata mazza! Basta parlare con qualche piddino, grillino o leghista di strada per rendersene conto: l'ignoranza assoluta regna sovrana. E non si tratta, si badi bene, di un'ignoranza conseguenza solo del fatto di non conoscere i termini, il significato e le conseguenze dei trattati - fosse così si potrebbe porre rimedio sia pure con molta fatica - ma della pregiudiziale, direi antropologica rinuncia ad affrontare il problema nei suoi termini reali, che sono culturali, politici ed economici. In ordine di importanza, ammesso che sia lecito assumere un tale ordine.

In questi anni molti si sono spesi nel tentativo di spiegare i termini del problema alle tribù gonziche, ma i risultati sono stati desolanti. Colpa dei media, certamente, che costruiscono continuamente frames interpretativi fallaci; ovviamente colpa della scuola (in particolare di noi insegnanti.... al rogo!); ma anche, se mi permettete, colpa di alcuni di coloro che, a torto o a ragione, e col senno di poi a torto, sono stati accreditati come portavoce dei movimenti eurocritici. Un errore, consentitemi di levarmi un sassolino dalla scarpa, che noi sovranisti siamo stati i soli a non commettere!

In effetti abbiamo assistito, almeno dal 2011 in poi, alla costruzione di una folle idolatria nei confronti di personaggi, dei quali non faccio il nome per decenza, nei confronti dei quali la suburra degli eurocritici ha adottato una postura genuflessa e adorante, trasformandosi in tifoseria. E' così nata una quarta tribù gonzica la quale, davanti agli spostamenti progressivi su posizioni dapprima concilianti, poi apertamente collaborative dei guru, ha trovato come unica forma di difesa psichica, ancor prima che politica, quella di rifugiarsi nel sonno della ragione. Ed ecco allora che, a dispetto delle intenzioni dichiarate del governo gialloverde, costoro sono ora costretti, pena la disarticolazione profonda delle loro personalità costruitesi in questi anni con migliaia e migliaia di post e twits di derisione verso i piddini, gli ortotteri e i leghisti che volevano la regionalizzazione d'Europa, a immaginare, letteralmente immaginare, che non è vero quel che appare perché, dietro le quinte, si starebbe preparando l'italexit.

Non è possibile eludere la domanda sul perché ciò sia accaduto, e la risposta è tutto sommato semplice: tutto ciò è accaduto perché gli italiani della quarta tribù gonzica hanno preferito essere fans piuttosto che militanti impegnati nella costruzione di partiti dal basso. Ora la differenza tra un gruppo di guru, e i quadri dirigenti di partiti dal basso, consiste soprattutto nel numero, che differisce per qualche ordine di grandezza, con la conseguenza che, se è relativamente facile comprare, minacciare, sedurre o al limite eliminare un ristretto numero di guru, lo stesso non può farsi con classi dirigenti formate da migliaia e migliaia di militanti. Sto forse dicendo che i guru sono stati comprati, o minacciati, o sedotti? Sì. E aggiungo che, se non ne è stato eliminato nessuno, è perché non c'è stata resistenza!

Ovviamente, vista l'importanza cruciale del tema della necessaria rimodulazione delle regole europee, è bene che l'attenzione delle masse venga distolta da esso, e quale argomento migliore di quello dei migranti? Ripeto per i deboli di comprendonio: non è una questione secondaria che possa essere affrontata con metodo piddinico (non viviamo in un mondo di gommapiuma), ma la vera battaglia oggi si combatte sul fronte della rimodulazione dei trattati! Attenzione: ho detto rimodulazione, ahimé non denuncia dei trattati, il cui fine primario è, è stato e sarà quello di disciplinare i lavoratori in un quadro di rapporti economici fra sistemi bancari privati nazionali che siano in grado di superare le contraddizioni che si sono manifestate. In summa res: sempre in culo agli operai!

La quarta tribù gonzica oggi tace, al massimo mormora sotto traccia per timore di essere scacciata dal paradiso dei circoletti esclusivi che i guru hanno costruito, nei quali sono finiti in trappola quelle migliaia e migliaia di potenziali militanti sovranisti che io, nella mia immensa ingenuità paesana, credevo essere pronti a mobilitarsi per costruire una proposta elettorale alla ultime elezioni politiche. Così non è stato, ma almeno cerchiamo di capire perché.

6 commenti:

  1. "Vedere un branco di gente anche intelligente, bloccato a sperare che un governo faccia l'esatto opposto di quello che ha dichiarato e dichiara ogni giorno, dandosi di gomito e strizzandosi l'occhietto o peggio, vedere ogni dichiarazione europeista letta da essi come un chiaro segno di una strategia opposta e vederli gongolarne, o ancora peggio vederli cercare tra le righe di queste dichiarazioni un paio di avverbi o un aggettivo come chiari segni per decodificare il messaggio in senso opposto, mi fa insieme tenerezza e rabbia." (Iacopo Biondi Bartolini FSI di Firenze)

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  2. Ciao Fiorenzo, concordo su quanto hai scritto, migranti e Rom sono una grande distrazione di massa per nascondere come dici tu la rimodulazione dei trattati europei, e probabilmente per nascondere la continuazione della politica economica dei precedenti governi PD a trazione franco/tedesca.
    dal DEF 2018: " Per gli anni
    successivi il quadro previsionale colloca l'indebitamento all'1,6 per cento di Pil nel 2018, allo 0,8 nel 2019
    ed infine in pareggio nel 2020, fino a pervenire ad una posizione di avanzo dello 0,2 per cento nel 2021.Tale quadro, si è rammentato, incorpora i previsti aumenti dell'Iva e delle accise previste dalle c.d.
    clausole di salvaguardia, da cui deriverebbe un maggior gettito pari a 12,5 miliardi nel 2019 e di 6,7 miliardi
    nel 2020 (rispettivamente 0,7 e 0,4 punti di Pil). Quanto all'avanzo primario – vale a dire il saldo entratespese
    al netto degli interessi -, risultato nel 2017 pari all'1,5 per cento di Pil, si prevede che salirà all' 1,9
    per cento nel 2018, per poi giungere al 3,7 per cento al termine del periodo di previsione. La spesa per
    interessi, già diminuita di 0,2 punti percentuali nel 2017 rispetto all'anno precedente (3,8 per cento a fronte
    del 4 per cento nel 2016) scenderà nel 2018 fino al 3,5 per cento, mantenendosi poi su tale cifra fino al
    2021, nonostante il previsto aumento dei rendimenti sui titoli di Stato.", potrebbe averlo scritto Mario Monti, altro che governo del cambiamento.
    Non ho parole.

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    1. Beh è il DEF di Gentiloni quello, certo che si poteva fare qualcosa per cambiarlo, ma onestamente trovo corretto che sia stato presentato in questa forma

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    2. Nel senso di lui .

      http://goofynomics.blogspot.com/2018/05/la-relazione-pericolosa.html?m=1

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  3. Non voglio arrogarmi competenze che non detengo, per cui trovo più corretto fare un copia incolla delle parole dell'Avv. Mori

    "Ai più ignoranti ricordo che il DEF in sé è solo uno strumento che certifica il nostro Stato di Paese senza sovranità.

    Imbecilli coloro che dicono che non si poteva cambiare! Non solo andava cestinato questo DEF ma andava abrogata la stessa legge che ne impone l'adozione.

    Un ripasso di storia, nemmeno l'ho dovuto scrivere di mio pugno, è bastato un copia incolla:

    "L’attuale denominazione deriva dalla l. 39/2011, che ha adeguato la tempistica e i contenuti delle procedure di programmazione al nuovo modello di governance economica dell’Unione Europea e in particolare al cosiddetto semestre europeo, il quale comporta l’anticipo alla prima metà dell’anno della definizione delle strategie di bilancio dei singoli Stati membri e un più stretto coordinamento delle stesse mediante il coinvolgimento delle diverse istituzioni europee".

    Io sono stufo di vivere in dittatura."

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