venerdì 1 giugno 2018

Il liberalsovranismo e il socialsovranismo

La natura del governo appena nato, formato dal Credo Militante e dalla Lega con la desistenza di FdI, è liberale, con l'aggiunta del concetto di interesse nazionale. Lo chiameremo il fronte liberalsovranista. Dopo tre decenni di deliri ordoliberisti sembra chissà quale cambiamento, ma bisogna mantenere i piedi per terra. Sono rimasti solo gli obrobriosi piddini a sostenere acriticamente il fogno ordoliberale di un mercato a concorrenza perfetta, organizzato e gestito da una tecnocrazia sottratta al controllo democratico, ma il passaggio di consegne cui stiamo assistendo è comunque tutto interno alla visione liberale. Quello che manca, meglio dire quello che non riesce a prender vita sebbene le forze sociali su cui fare leva ci siano, è un fronte politico di ispirazione socialista che faccia suo il concetto di interesse nazionale. In una parola un fronte socialsovranista.

Non può che finire così, con la nascita di due schieramenti opposti e inconciliabili, perché tali sono dal migliaia di anni la tesi e l'antitesi di fondo, riassumibili nella formula del conflitto tra il Capitale e il Lavoro. L'alleanza gialloverde tra il Credo Militante e la Lega produrrà sì la crisi e la fine di un modello liberale sconclusionato, ma non la messa in discussione dell'attuale egemonia del Capitale sul Lavoro. Perché ciò accada, e possa quindi porsi fine all'illusione della fine della Storia, occorre che torni a manifestarsi politicamente la tesi antagonista della visione liberale, cioè il socialismo, anch'esso ricalibrato intorno al concetto di interesse nazionale. La cui eclissi è stata, a ben pensarci, la premessa implicita dell'illusione della fine della Storia, e del suo corollario "There Is Not Alternative - T.I.N.A.).

Dunque il fronte socialsovranista è nell'ordine delle cose necessarie e inevitabili, è una prospettiva certa, che attende solo l'arrivo di migliaia e migliaia di militanti. Non dobbiamo sentirci sconfitti perché, alla crisi del modello ordoliberista, corrisponde quello che è, a tutti gli effetti, un arretramento e un riposizionamento dell'ideologia liberale, che torna a considerare l'interesse nazionale come qualcosa da cui non si può prescindere. La verità è che l'ideologia liberale registra una sconfitta drammatica, che coincide con la fine dell'illusione dei mercati che si autoregolano purché vi sia una tecnocrazia illuminata che opera per mantenere le condizioni di una concorrenza perfetta. Le dimensioni di questa sconfitta non sono ancora penetrate nella coscienza generale, ma essa è di entità pari alla fine dell'illusione ad essa complementare, il comunismo. Cioè a dire l'idea che imponendo, fosse anche con la forza, la fine della divisione di classe nella società, si sarebbe creato un ambiente sociale in equilibrio perenne. Insomma, un'altro tipo di fine della Storia, che la Storia ha provveduto a demolire.

Lasciamo che il Credo Militante e la Lega portino avanti la loro battaglia, tutta interna alla visione liberale, per sostituire con un modello più tradizionale e razionale quello estremista, fallimentare e demenziale che si è cercato di imporre con la costruzione dell'Unione Europea ordoliberista. Se la vedano loro, i gialloverdi, questa alleanza tra forze atlantiche e settori del capitale nazionale, con gli ultimi epigoni dell'ordoliberismo unionista. Mentre i gialloverdi spazzano via le ultime resistenze dei piddini e degli idioti confindustriali, pensiamo a costruire il fronte socialsovranista, la vera antitesi alla visione liberale.

Il socialsovranismo è il socialismo che abbraccia l'interesse nazionale. L'avversario del socialsovranismo è il liberalsovranismo, cioè il nazionalismo.

E adesso li voglio vedere questi sicofanti dei media mainstream buttarsi su questo neologismo, e stravolgerlo ancora. Lo faranno, siatene certi, ma noi gli rutteremo in faccia. Noi siamo socialisti e difendiamo l'interesse nazionale.

2 commenti:

  1. Ma parlare di Capitale Finanziario, Capitale Industriale e Socialismo non andava bene? Sonnino, Giolitti, Turati, così.. a grandi linee.

    RispondiElimina
  2. Ciao Fiorenzo, non avevo letto questo tuo post, ma ho messo due commenti su sollevazione dello stesso tenore. Anche se io condivido un post di Erspamer sul fatto che bisogna andare al potere per far sloggiare i piddini dalle posizioni di potere. Ma come dici tu, che se la vedano loro con le élite e gli stranieri. Noi è meglio che ci occupiamo del dopo. Questa non possiamo perderla però.

    RispondiElimina