lunedì 8 luglio 2019

La maionese impazzita (parte quarta)

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Siamo arrivati alla quarta parte della nostra saga, il cui scopo è quello di mostrare come la maionese impazzita che è la politica italiana sia il frutto di una strategia di fondo perseguita dalla nostra burghesia compradora y vendedora per deviare il dissenso emergente sulla politica economica, strutturalmente e inevitabilmente connessa alla scelta europeista, e quindi disattivarlo utilizzando un mix micidiale costituito dall'introduzione di nuovi temi di conflitto e polemica (il più importante, non il solo: l'immigrazione) e la nascita/rinascita di nuovi partiti in sostituzione di quelli vecchi e usurati, inizialmente proposti come anti-sistemici ma in realtà saldamente compatibili col concetto di "pilota automatico".

La vignetta a lato è esemplificativa di quanto accaduto, che è ormai sotto gli occhi di tutti. Vorrei chiarire che, a dispetto dell'ira funesta che agita il mio cuore al pensiero del trappolone che ci è stato teso, non penso affatto che Borghi e Bagnai siano dei venduti traditori. So di sorprendervi, e naturalmente potrei anche sbagliarmi, ma l'idea che mi sono fatto del ruolo da essi svolto è diverso, ossia che i primi a cadere nel trappolone siano stati proprio loro. La ben meschina figura che stanno facendo, e sempre più faranno, l'ondata di disprezzo popolare da cui saranno investiti entrambi, sono un prezzo troppo alto perché possa essere giustificato da cadreghe e compensi tutto sommato non eccezionali, e comunque di durata incerta. Sono più propenso a credere che i due dioscuri del sovranismo in salsa leghista se la siano bevuta, credendo davvero di svolgere un ruolo ben più importante nel dipanarsi della grandiosa tragedia nazionale che ci riguarda tutti, e che adesso che si sta profilando all'orizzonte l'inverno del loro scontento non sappiano come cavarsi d'impaccio.

La chiave di lettura che sto usando in questa serie di articoli è costituita dal fatto che l'UE è, ed è sempre stata, un'organizzazione intergovernativa, e non un progetto organico tendente alla nascita di una nuova realtà politica statuale, e che la sua struttura resterà sempre quella di un accordo intergovernativo, per quanto questa realtà possa essere nascosta sotto la maschera di un processo di riforma per la costruzione degli USE. Da ciò non può non discendere, per logica inoppugnabile, il fatto che (almeno) i governi degli Stati più importanti hanno piena libertà d'azione sia sulla politica interna che in campo internazionale, e dunque che quelle che ci vengono rappresentate come imposizioni delle oligarchie di Bruxelles sono, in realtà, il riflesso della volontà delle classi dominanti in ogni singolo Stato.

In altre parole è la burghesia compradora y vendedora nazionale che chiede a Bruxelles il grado di austerità che il paese deve sopportare, e questa viene ritrasmessa ai governi posti a vigilare sul pilota automatico, i quali possono così agire al riparo del processo elettorale. Borghi e Bagnai, con somma ingenuità e pari altezzosità, si erano convinti di poter contare qualcosa, sentendosi protetti dall'usbergo della cosiddetta razionalità economica, ma stanno toccando con mano l'amara realtà: senza una genuina forza politica organizzata a difesa degli interessi danneggiati dalle politiche deflazioniste, fondamento del progetto europeo, e fosse pure questa un'armata Brancaleone, i margini di manovra sono nulli. Purtroppo Borghi e Bagnai sono stati solo l'avanguardia di una vasta schiera di agitati agitatori che sono caduti nello stesso trappolone, i quali oggi sono in difficoltà nell'ammettere quello che è stato un grossolano errore di analisi della situazione reale e concreta, per cui trovano più facile trarsi d'impaccio blaterando di tradimento. Per non parlare degli ultimi giapponesi nella giungla "sovranista", che ancora cianciano di strategggia!

Ho già definito quanto appena riassunto "congettura eretica", che in quanto congettura non deve essere da me dimostrata, quanto piuttosto inverarsi nei fatti. Se ciò avverrà, e nella misura in cui i fatti confermeranno la congettura eretica, sarà necessaria una profonda riflessione su quella che è stata in questi anni la traiettoria del sovranismo correttamente inteso, alla quale io credo dovranno essere tutti invitati. Anche quelli che oggi sono accusati di tradimento, se vorranno e sapranno riconoscere i loro errori e porvi rimedio.

La validazione, che personalmente considero certa, della congettura eretica, avrà come principale conseguenza il riconoscimento che non ci sono solo il nemico vicino (l'asse carolingio) e il nemico lontano (gli USA) ma soprattutto il nemico interno, la cui ferocia e la stessa esistenza abbiamo troppo facilmente posto in ombra. Sconfiggere il nemico interno, camaleonticamente addobbatosi di giallo e di verde dopo la stagione rosa e azzurra, è la condizione necessaria sebbene non sufficiente per la riconquista della sovranità popolare, sancita dalla Costituzione ma sempre combattuta dalla burghesia compradora y vendedora.

1 commento:

  1. Caro Fiorenzo l'analisi è esattamente questa che tu congetturi. Bisogna assolutamente far entrare nella testa delle persone che il NEMICO è INTERNO.
    Compito tutt'altro che facile visto le teste di "minchia" che girano per il Paese.IL mio consiglio è di preparare ,magari con il tempo dossier dettagliati sui nomi e cognomi e sulle nefandezze della nostra burghesia compradora y vendedora .
    Buona Vita

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