sabato 20 luglio 2019

Oltre la sub-divulgazione

Da un po' di tempo, come annunciato nel post "Il toto-maggiordomi" dove ho fornito una spiegazione di questa scelta, ho rinunciato a postare gli articoli di questo blog sui social. Vi è però una ragione ulteriore che allora non mi era chiara ma adesso, a distanza di tre settimane, vengo ad esplicitare. Il fatto è che, per anni, mi sono percepito come sub-divulgatore di idee non mie, ragion per cui postare gli articoli obbediva alla ratio di divulgare quelle stesse idee. Tuttavia, dopo tanti anni, ultimamente sto proponendo idee che, almeno in parte, sono anche frutto delle mie personali riflessioni, cioè sto andando oltre la sub-divulgazione.

Sia chiaro, queste idee frutto delle mie personali riflessioni non sono necessariamente originali, magari sono state concepite da moltissimi altri, che però non conosco e dunque mi sento di considerarle mie perché ci sono arrivato da solo. E' il caso, ad esempio, della congettura eretica, secondo la quale sono sostanzialmente le burghesie compradore y vendedore (BCV) nazionali che stabiliscono le misure macroeconomiche di loro interesse lasciando che sia la Commissione ad imporle, secondo un classico gioco degli specchi che serve a tenere i provvedimenti impopolari lontano dal processo elettorale. L'idea non è nuova, la novità consiste nel rilanciarla in un momento in cui tutta la grancassa mediatica e social disegna uno scenario di attacco agli Stati nazionali da parte di una fantomatica cupola di oligarchi padroni del mondo, di cui l'UE sarebbe la succursale europea. Uno scenario che è assolutamente funzionale all'evocazione, specie in Italia, di un nazionalismo d'accatto, reazionario e di destra, vale a dire l'esatto opposto del sovranismo costituzionale.

Ora, se uno si sente un sub-divulgatore di idee altrui, è normale e ovvio cercare di farle conoscere, mentre penso che fare la stessa cosa con idee proprie sia alquanto inelegante. Le mie idee, se sono valide, devono camminare con le loro gambe senza che sia io stesso a promuoverle, ma lasciando che a farlo siano coloro che entrano in contatto con esse. Pertanto, lo ribadisco, rinuncio a usare i miei account FB e TW come strumenti per promuovere questo blog. Chi vuole leggere le scemenze che scrivo dovrà venirci intenzionalmente, ed eventualmente rilanciarle se ritiene che siano degne di attenzione.

Questa scelta mi garantisce una ulteriore e maggiore libertà espressiva: sarò pur libero di dare sfogo alle mie paturnie, o no? Sono già abbastanza radicalizzato, lo sarò ancor di più. La guerra per una più equa spartizione del plusvalore prodotto dall'ingegno umano è appena all'inizio, e sarà una guerra mondiale. Crudele e sanguinosa come tutte le guerre, ma quel che conta veramente non è vincere o perdere, bensì come si vince o si perde: vincere senza onore, solo perché le circostanze sono state straordinariamente favorevoli, non garantisce la stabilità del potere così conquistato, così come perdere con onore e dignità dopo aver combattuto con valore non è una condanna a un destino servile. Mai come prima di ora il vero fronte di combattimento è la lotta di classe, questa espressione così desueta, mentre tutti gli altri fronti sono secondari. La guerra che si è riaccesa nel mondo ha origini antichissime, ed è quella tra il principio democratico e quello oligarchico.

Questo blog aderisce al fronte democratico, che ovviamente non ha nulla a che fare né col Partito Democratico(?) né coi democratici(?) della città luminosa sulla collina, gli USA, ma è un principio di fondo. Democrazia significa rapporto, seppur conflittuale, tra pari, esattamente quello che avevano in mente i nostri costituenti quando scrissero l'art.3 della Costituzione secondo comma: "è compito della Repubblica rimuovere gli ostacoli di ordine economico e sociale, che limitando di fatto l'eguaglianza dei cittadini, impediscono il pieno sviluppo della persona umana e l'effettiva partecipazione di tutti i lavoratori all'organizzazione politica, economica e sociale del paese".

Sono un uomo ormai anziano, non so per quanto potrò dare il mio contributo in questa guerra, ma sappiate che questa è la questione di gran lunga più importante in un tempo in cui lo sviluppo delle tecnologie favorisce, come mai prima, la concentrazione del potere in poche mani. Ho una sola certezza: per quanto la situazione potrà apparire disperata, e così ci sembrerà, nella peggiore delle ipotesi finirà con un pareggio perché è una guerra di principi, come Yin contro Yang. Non chiedetemi quale dei due sia il principio democratico e quale quello oligarchico, perché questo è solo un esempio e la domanda non ha senso. Il punto da capire è che la guerra si combatte tra il principio democratico (Yin o Yang) e quello oligarchico (Yin o Yang). Le pippe mentali per determinare se sia Yin o Yang a rappresentare il principio democratico sono un passatempo per onanisti: non tutti gli isomorfismi sono possibili perché, come è noto, ci sono più cose tra terra e cielo che in qualsiasi filosofia. Restiamo coi piedi ben piantati in terra e sappiamo che lo scontro politico è tra il principio democratico e quello oligarchico.

Questo blog combatte per il principio democratico. Pertanto: Movimento dal basso.

1 commento:

  1. io credo
    che il male
    sia infinitamente democratico
    ci sussurra (quasi un sibilo):)
    che abbiamo diritto
    ad infinite possibilità
    in nome del diritto
    alla felicità(nostra di noi):)
    il Bene
    è un Tiranno
    ti Impone una scelta,sola
    l'Amore
    la vita è essenzialmente
    uno stato mentale
    democratico o Tiranno
    io aspiro,ora
    ad una sotto missione
    totale:)
    al Magnifico Dittatore

    sa che lei mi fa riderere e mi consola
    Non è impresa da tutti:)

    un abbraccio e un bacio

    la funambola

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