martedì 3 settembre 2019

Il sovranismo in salsa leghista: orde di fascistelli che vogliono il duce per gli altri e i porci comodi per se stessi

Ferma restando l'inderogabile condanna per il PD, nonché i dubbi per me divenuti certezza sul fatto che il M5S sia etero ed estero diretto, il post potrebbe finire con il titolo. Ma voglio ugualmente intrattenervi un po', certo che i pochi ma assidui lettori delle mie paturniose elucubrazioni ne trarranno un momento di distrazione e sollievo.

I paturniosa elucubrazione


Da giovine credevo di essere nato in un paese serio, e in effetti tra elementari, medie, liceo classico e studi di ingegneria, dovetti affrontare un percorso di crescenti difficoltà e impegno, talvolta sopportato con insofferenza, che tuttavia mi ha formato. Poi, dal 1982 al 1992, diverse esperienze lavorative cominciarono a far sorgere in me il sospetto che qualcosa stesse cambiando. Ma, con l'ottimismo della gioventù, e soprattutto distratto dalle ovvie e normali occupazioni di quell'età, non ne trassi per tempo le dovute conseguenze; col risultato di ritrovarmi una sera del 1991 a Bologna, nella Cantina Bentivoglio, in compagnia di amici e deliziose fanziulle, ad assistere al bombardamento di Baghdad senza esserne preoccupato più di tanto. Non solo! pochi mesi dopo, soltanto il provvidenziale intervento di un carissimo amico, il quale mi ammonì sul fatto che me ne sarei vergognato per tutta la vita, fece sì che non fossi tra i lanciatori di monetine davanti all'hotel Raphael. Ma non è tutto perché, ancora pochi anni dopo, boccaloneggiai alla grande credendo nell'opportunità dell'intervento americano nei Balcani, asseverato dal bombardiere D'Alema che, a me, sembrava mejo de Vertroni, come oggi, a tanti grillini, er Diba sembra mejo de DiMaio. Fu l'ultima volta perché l'arrivo della maturità mi risospinse verso gli studi, sebbene ancora esclusivamente di natura tecnica e scientifica. Fu così che, pian piano, cominciai a rendermi conto di quanto la cosiddetta "sinistra" fosse marcia e complice, e anzi ancor più responsabile di quanto non lo fosse la cosiddetta "destra", della progressiva distruzione del paese dove il destino aveva voluto che nascessi. Dal che non dedussi affatto che io dovessi diventare di destra, bensì che fosse necessario trovare un'altra strada, a valle di altre spiegazioni. 

II paturniosa elucubrazione


Avendo così superato, non in tempo ma nemmeno troppo tardi, la falsa, infondata, illogica dicotomia destra/sinistra, cominciai a parlare con tutti, senza mai preoccuparmi degli anatemi lanciatimi contro da quelli bravi e buoni che sapevano di sapere (cit. dell'ineffabile Illo). Potrei fornirvi prove documentali e inoppugnabili, soprattutto video, del fatto che da almeno 20 anni ho bandito qualsiasi postura ad excludendum, ma vi prego di risparmiarmi la fatica di ricercarli nel mio vasto archivio.

III paturniosa elucubrazione


Nel corso dei miei vagabondaggi ideologico/politici, ormai libero da ogni pregiudizio ad excludendum, mi sono imbattuto, con largo anticipo rispetto ai tempi del loro successo, in una numerosa collezione di pensieri e posizioni politiche: i grillini della prima ora, i contestatori dei grillini, i diversamente contestatori dei grillini, i riformatori della cosiddetta "sinistra", i gruppetti che conducevano battaglie di resistenza marxista, i personaggi emergenti, i nuovi partitini, i partiti morti e poi resuscitati, insomma... confesso che ho vissuto. E voi non potete immaginare quanto, neanche lontanamente.

IV paturniosa elucubrazione


Non sono mancati quelli che mi hanno rimproverato di essere inconcludente. Consentitemi di essere durissimo con questa mala gente che non merita alcuna considerazione, questa razza di contestatori che contesta finché non riesce ad accomodarsi a tavola. Io, ve lo confesso, sono uno che, davanti all'abisso che si spalanca davanti ai piedi di tutti noi, ha fatto il seguente ragionamento: o la vita ha un senso, e allora bisogna assolvere ai compiti che ci presenta al meglio che possiamo, oppure non lo ha. Ebbene, il secondo caso è banale, e non merita di essere considerato, ma il primo è essenziale. Ecco, io mi sforzo di vivere dando un senso alla mia vita, anche se è possibile che non lo abbia. Per questa ragione io amo i nemici convinti di essere nel giusto, combattendoli lealmente, mentre disprezzo e combatto con ferocia i falsi alleati pronti a tradire. Rispetto di più un fascista o un liberista sinceramente tali, pur combattendoli lealmente, di tanti compagni che sono infami opportunisti e approfittatori. Il caso è chiuso.

V paturniosa elucubrazione


Vi sono poi i nemici in malafede, quelli che, facendo leva sui tradimenti dei compagni opportunisti e approfittatori, si presentano come colombe immacolate, riuscendo così a carpire la fiducia di chi si è sentito tradito e ne ha pagato le conseguenze. Non sono peggiori dei compagni opportunisti e approfittatori perché hanno, dalla loro, l'attenuante di combattere per qualcosa in cui credono. Li combatto con determinazione, anche ricorrendo ai loro stessi metodi: a la guerre comme a la guerre.

VI paturniosa elucubrazione


Sorge a questo punto una domanda: si possono scegliere le alleanze tattiche solo e soltanto sulla base di considerazioni morali? Penso che ciò dipenda dalle circostanze, cioè dalla posta in gioco. Quando questa è molto grande è necessario essere altrettanto, se non di più, spregiudicati, ovviamente a tutela del destino degli altri e non del proprio: se devo allearmi con gli inglesi per combattere il nazismo lo faccio (bene fece dunque Stalin) ma poi, ottenuta la vittoria, mi faccio da parte (cosa che non fece Stalin).

VII paturniosa elucubrazione


Da quanto detto deriva una domanda fondamentale: per combattere l'Unione Europea, ci si può alleare con queste orde di fascistelli che vogliono il duce per gli altri e i porci comodi per se stessi?

Conclusioni


NO.


Nessun commento:

Posta un commento