domenica 22 settembre 2019

L'editto baltico


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Nella giornata di ieri il Parlamento europeo con 535 voti a favore, 66 contro e 52 astenuti ha approvato una mozione di condanna dell'uso dei simboli del comunismo, chiedendo la rimozione dei monumenti che celebrano la liberazione avvenuta ad opera dell’Armata Rossa ed equiparando il comunismo al nazifascismo. Di seguito tutti i parlamentari italiani che hanno votato questa infame mozione, tra i quali tutti i parlamentari del PD.

S&D (Alleanza Progressista dei Socialisti e dei Democratici): Bartolo (PD), Benifei (PD), Bonafè (PD), Calenda (PD), Chinnici (PD), Cozzolino (PD), Danti (PD), De Castro (PD), Ferrandino (PD), Gualmini (PD), Moretti (PD), Picierno (PD), Pisapia (PD), Tinagli (PD).

EFD (Europa della Libertà e della Democrazia): Adinolfi Matteo (Lega), Baldassarre (Lega), Bardella (Lega), Basso (Lega), Bizzotto (Lega), Bonfrisco (Lega), Borchia (Lega), Bruna (Lega), Camponemosi (Lega), Caroppo (Lega), Casanova (Lega), Conte (Lega), Da Re (Lega), Donato (Lega), Dreosto (Lega), Grant (Lega), Lancini (Lega), Lizzi (Lega), Panza (Lega), Regimenti (Lega), Rinaldi (Lega), Sardone (Lega), Tardino (Lega), Tovaglieri (Lega), Vuolo (Lega), Zambelli (Lega).

PPE (Partito Popolare Europeo): Berlusconi (FI), Dorfmann (SV), Martusciello (FI), Milazzo (FI), Salini (FI), Tajani (FI)

ECR (Conservatori e Riformisti Europei): Fidanza (FdI), Fiocchi (FdI), Fitto (FdI), Stancanelli (FdI)

Per la Lega hanno votato a favore 26 parlamentari su 29.

Questi sono i nomi dei promotori.

a nome del gruppo PPE (Partito Popolare Europeo):
Michael Gahler (tedesco), Andrius Kubilius (lituano), Rasa Juknevičienė (lituana), Željana Zovko (bosniaco-croata), David McAllister (tedesco), Antonio Tajani (italiano, per la precisione di Alatri), Sandra Kalniete (lettone), Traian Băsescu (rumeno), Radosław Sikorski (polacco), Andrzej Halicki (polacco), Andrey Kovatchev (bulgaro), Ewa Kopacz (polacca), Lukas Mandl (austriaco), Alexander Alexandrov Yordanov (bulgaro), Andrea Bocskor (ungherese), Inese Vaidere (lettone), Elżbieta Katarzyna Łukacijewska (polacca), Vladimír Bilčík (slovacco), Ivan Štefanec (slovacco), Liudas Mažylis (lituano), Loránt Vincze (rumeno), Arba Kokalari (svedese)

a nome del gruppo S&D (Alleanza Progressista dei Socialisti e dei Democratici)
Kati Piri (olandese), Isabel Santos (portoghese), Sven Mikser (estone), Marina Kaljurand (estone).

a nome del gruppo Renew (Renew Europe: Partito dell'Alleanza dei Liberali e dei Democratici per l'Europa; Partito Democratico Europeo)
Michal Šimečka (slovacco), Frédérique Ries (belga), Ramona Strugariu (rumena), Katalin Cseh (ungherese), Ondřej Kovařík (ceco), Vlad-Marius Botoş (rumeno), Izaskun Bilbao Barandica (spagnola, basca), Jan-Christoph Oetjen (tedesco), Sheila Ritchie (scozzese), Olivier Chastel (belga), Petras Auštrevičius (lituano).

a nome del gruppo ECR (Conservatori e Riformisti Europei - partiti conservatori di destra e di centro-destra che si dichiarano euroscettici e antifederalisti, in quanto si oppongono al federalismo europeo.)
Ryszard Antoni Legutko (polacco), Anna Fotyga (polacca), Tomasz Piotr Poręba (polacco), Dace Melbārde (lettone), Witold Jan Waszczykowski (polacco), Ryszard Czarnecki (polacco), Jadwiga Wiśniewska (polacca), Bogdan Rzońca (polacco), Anna Zalewska (polacca), Jacek Saryusz-Wolski (polacco), Grzegorz Tobiszowski (polacco), Joanna Kopcińska (polacca), Elżbieta Rafalska (polacca), Joachim Stanisław Brudziński (polacco), Beata Szydło (polacca), Beata Mazurek (polacca), Andżelika Anna Możdżanowska (polacca), Beata Kempa (polacca), Patryk Jaki (polacco), Charlie Weimers (svedese).

Se andiamo a contare le nazionalità dei promotori viene fuori questo bel quadretto:

Polonia: 22
Lituania: 4
Romania: 4
Germania: 3
Lettonia: 3
Slovacchia: 3
Belgio: 2
Bulgaria: 2
Estonia: 2
Svezia: 2
Ungheria: 2
Austria: 1
Bosnia: 1
Italia: 1
Olanda: 1
Portogallo: 1
Repubblica Ceca: 1
Scozia: 1
Spagna: 1

Dal quale si evince che ben 33 dei 61 promotori sono di nazionalità baltica (Polonia, Lituania, Lettonia, Estonia, Svezia) vale a dire paesi che da secoli sono in conflitto con la Russia (vedi prima guerra del nord e seconda guerra del nord). A questi bisogna aggiungere alcuni paesi dell'ex Europa sovietica (Romania, Slovacchia, Ungheria, Bulgaria, Repubblica Ceca), anch'essi ossessionati dal timore del grande vicino russo, per un totale di altri 12 promotori, sicché possiamo affermare che ben 55 dei 61 promotori sono stati mossi, con ogni probabilità, da considerazioni di ordine geopolitico prima ancora che ideologico.

Insomma un editto baltico, all'ombra dell'inutile Parlamento europeo. Pertanto coloro che insistono con la teoria dei poteri cosmopoliti espressione della finanza liquida apolide e bla bla bla sono invitati a riflettere un attimino: magari l'UE non è altro che un'organizzazione intergovernativa nella quale ogni paese porta le sue istanze affinché siano sostenute dall'assemblea dei soci? Magari, alla fin fine, in ogni paese comanda e decide la classe dominante nazionale, e non questa mitica Commissione dei nostri stivali?

E' una domanda fondamentale perché, se si continua a ritenere che siamo oppressi dai poteri eurocratici dimenticando quelli nazionali, ad esempio la nostra Confindustria che preme per l'abolizione del contante, forse siamo sulla strada sbagliata. Fa comodo questo spostamento dell'attenzione su Bruxelles, fa comodo a tutti: sia ai soci di questa associazione a delinquere tra classi liberali nazionali denominata UE, sia ai suoi finti oppositori. Magari il nemico ce l'abbiamo in casa, non a Bruxelles.

Quanto agli Stati Uniti, cioè l'Impero, mi domando e domando: cosa gliene importa al deep state americano se in Italia la quota salari è più alta o più bassa di dieci punti, posto che si sia disposti a rispettare i termini dell'alleanza militare denominata NATO?

Vi saluto segnalandovi due video sulla seconda guerra mondiale che mi sono piaciuti molto.




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