venerdì 15 marzo 2019

Il gretinismo

Vieni avanti Gretina!
Greta Thunberg, la novella Giovanna D'arco svedese, è riuscita là dove milioni di ambientalisti hanno fallito per anni. Deve essere una santa, ispirata dallo spirito globale dei nostri tempi. Pensateci, una ragazzina di quindici anni che per un anno è andata a protestare davanti al parlamento svedese, e nessuno che sia intervenuto davanti a un comportamento così strano per una quindicenne, anzi quattordicenne quando ha cominciato. La madre? Forse troppo impegnata per occuparsene, ma in fondo che rischi correva a star seduta davanti al parlamento? Un miracolo, qui c'è la mano della Provvidenza, chi siamo noi per dubitare? Mica Rita Pavone!

La bimbetta è ora giustamente, sacrosantemente e non qualunquemente candidata al Nobel per la pace, sapete quello che è stato assegnato anche a personaggi del calibro di Kissinger e Obama, nonché all'Unione Europea (“per oltre sei decenni ha contribuito all'avanzamento della pace e della riconciliazione della democrazia e dei diritti umani in Europa”). Niente male per un'adolescente che invece di giocare, studiare e fare sport ha trascorso un anno seduta per terra circondata di cartelloni.

Ma è giusto che sia così perché Greta ha fatto quello che andava fatto: puntare l'attenzione sulla sola cosa veramente importante per l'umanità, notoriamente minacciata dai cambiamenti climatici di cui nessuno si occupa. Non un giornale, telegiornale, nessuna figura pubblica ci parla mai del vero grave e improrogabile problema che incombe sulla vite del pianeta: l'aumento delle emissioni pro-capite di CO2. Ed è giusto indicare i responsabili!



Minchia, i cattivi sono i cinesi! I quali dal 1970 hanno aumentato le loro emissioni pro-capite del 700% (da 1 a 8), mentre gli USA le hanno diminuite (fino all'arrivo di Trump, ovvio) del 27%, da 22 a 16. Bravi gli europei, invece: Francia -44% (da 9 a 5), Regno Unito - 50% (da 12 a 6). Noi italiani? Stabili, salvo un breve periodo dal 2000 al 2008: poi per fortuna siamo rinsaviti.

Se ne deduce che la guerra ambientalista deve essere combattuta contro i cinesi e gli americani, prima di tutto. E i russi e gli indiani? Andiamo a vedere.

Un paese che nel 1998 sembrava ben avviato sulla via della virtù, improvvisamente è ricaduto nel vizio. Salvo un bel periodo nel 2009, ma una rondine non fa primavera, si sa.

Diamo un'occhiata all'India:

Veramente pazzesco, un aumento del 500%. 

Signori, se vogliamo evitare la guerra serve un governo mondiale che imponga un livello di emissioni di co2 al quale tutti dovranno convergere. Si potrebbe adottare lo standard medio della santa Unione Europea, che è a 3 tonnellate annue pro-capite. Dunque gli USA dovrebbero scendere da 16 pari al -80%, la Germania da 8,92 pari al -66%, la Francia da 5,19 pari a -42%. Al contrario l'India potrebbe crescere da 1,66 pari a +44%. 

Possiamo far leva sul movimento gretino che tanto entusiasmo sta suscitando. 

O no? Mi sfugge qualcosa? Vediamo, pare che le emissioni di co2 di tutte le flotte mercantili del mondo siano equivalenti a un consumo di 2 miliardi di tonnellate di gasolio al giorno, mentre quello di tutte le automobili a uno di 7 mln di tonnellate al giorno, cioè 285 volte in meno. Pare che riducendo dell'1% i consumi delle flotte mercantili si risparmierebbe più gasolio di quanto ne consumino tutte le automobili del mondo...

E allora che aspettiamo? Diventiamo tutti gretini! Siamo già sulla buona strada, ne vedo molti in giro.

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