Il titolo è tratto da un commento di Eugenio Bravetti a questo post che merita di essere a sua volta commentato. Il tema al quale ci rimandano le parole di Bravetti non è solo di natura politica quanto soprattutto antropologico, che occorre inquadrare anche in questa prospettiva. Quello che è successo dal 2009 ad oggi - fine inverno del 2019 - meriterebbe di essere raccontato da una penna migliore della mia, ma dovrete accontentarvi in attesa che un vero scrittore lo faccia. Io sono solo un italiano come tanti, nato nel 1956 e dunque ormai anziano, che ha fatto in tempo a vivere anni migliori per se stesso e il proprio paese. Anni migliori non solo dal punto di vista economico e sociale, ma soprattutto umano: forse perché gran parte degli italiani che c'erano negli anni della mia gioventù sono morti, per ovvi motivi anagrafici, sostituiti giorno dopo giorno come da una nuova specie, che è veramente diversa da noi?
Il tradimento. Non che il tradimento sia cosa nuova nella storia di questo paese, anzi. Ma quello che è nuovo è il modo in cui esso viene percepito e, soprattutto, giudicato. Gli ultimi dieci anni sono stati intensi, tante cose sono cambiate, e a un certo punto era quasi sembrato che ci fosse la possibilità di un risveglio, non dico delle masse nella loro totalità, ma che almeno una parte della società italiana si fosse destata da un torpore mentale durato molti decenni. Ad esser buoni almeno dalla fine della seconda guerra mondiale, quando un paese sconfitto e tradito si era sottomesso ai vincitori anglosassoni senza avere neanche la possibilità morale di scegliere di resistere al fianco di ex-alleati macchiatisi anch'essi di crimini orrendi, condotto a quel disastro dal fascismo giunto al potere per volontà e grazie agli appoggi dell'alta borghesia industriale e latifondista. Un disastro concreto e valoriale spaventoso. Con incredibile forza d'animo quel paese, la nostra Patria, si era risollevata, non sappiamo bene perché e come, ma è un fatto che questo era accaduto. Ed è stato allora che le stesse classi sociali che, davanti alla crisi degli anni venti del secolo scorso, avevano scelto come soluzione il fascismo, si sono rimesse in moto, ancora una volta spaventate di non riuscire a tenere a bada l'avanzata delle classi lavoratrici, e dunque ancora un tradimento di cui oggi vediamo gli esiti tra cessioni di sovranità e rischi concreti di rottura dell'unità nazionale.
Eppure, dieci anni fa, ancora una volta si è accesa una scintilla. Migliaia di italiani, una minoranza certo, ma combattiva e decisa, si è messa in moto, ha scelto di ragionare con la propria testa e ha ricominciato a chiedere una vera partecipazione democratica. Ci sono stati errori di ingenuità, molti sono caduti nelle reti immediatamente predisposte per catturare il rinascente dissenso: dapprima nelle forme di un non partito guidato da un comico, poi in quelle di un partito ormai sull'orlo dell'estinzione rivitalizzato dall'ascesa di un nuovo leader che è stato capace di parlare alle paure profonde di un popolo, spaventato dalla crisi e dall'immigrazione selvaggia, utilizzando uno stile comunicativo fascistoide. Eppure, a dispetto di tutto ciò, una frazione di italiani non è caduta nella trappola continuando a coltivare la speranza di costruire una modalità di partecipazione alla politica che non fosse né ingenua e sognante come quella propinata dal M5S, né rozza come quella della Lega di Salvini. Una minoranza, certo, anche litigiosa al suo interno, come è inevitabile che sia quando si è all'inizio di un percorso, e che tuttavia deve aver suscitato qualche timore tra i manovratori del popolo, perché costoro hanno sentito l'urgenza di sparigliarla comunque, a dispetto della sua ridotta entità numerica.
Questa minoranza, immatura lo sappiamo tutti, ha cercato di sopperire a ciò andando in cerca di punti di riferimento, di leaders non tanto di partito quanto capaci col loro esempio di essere attrattori aggreganti, ma ancora una volta è sopravvenuto il tradimento. Perché coloro ai quali questa minoranza si era ingenuamente rivolta, scegliendoli per quelle che sono apparse ai più come qualità, da essi possedute, di particolare valore, a un certo punto sono stati cooptati dai manovratori, finendo nelle fila del M5S, della Lega salviniana, o in qualche partituncolo di sinistra camaleonticamente addobbatosi di nuove parole d'ordine. Non serve fare nomi, ci si espone a inutili rischi, anche perché li conosciamo tutti; ma la cosa che fa più male non è il tradimento in sé, poiché sappiamo quanto debole sia la natura umana, quanto il constatare come, pur davanti a scuse ridicole, la maggior parte di questa pur agguerrita e preparata minoranza non sia ancora riuscita a riprendersi dal trauma, continuando a giustificare quello che è un evidente e misero cambio di casacca, per ragioni di carriera personale, con chissà quale profonda e complessa strategia che è bene che non si capisca perché, altrimenti, che strategia sarebbe?
Ora il problema consiste proprio nella necessità di riprendersi dal trauma facendo tesoro dell'esperienza vissuta per tramandarla a chi verrà dopo. Non si tratta di dire "basta leaders", perché i leaders servono, ma di mettersi bene in testa che non sono mai i leaders ad avere la forza di trascinare il popolo, bensì è il popolo che ha la forza di sostenere sulle sue spalle i leaders; e che costoro, chiunque essi siano e comunque siano arrivati ad essere sulle spalle del popolo, a questo e solo a questo devono rispondere, e anche col massimo rispetto e la più grande umiltà perché, senza il popolo, tornerebbero immediatamente nel nulla da cui sono emersi per volontà del popolo.
Che degli uomini di poco carattere si siano fatti sedurre dalle lusinghe del potere, o finanche spaventare, non deve né indignarci né sorprendere. Anzi, l'indignazione e la sorpresa sono la prova provata di quanto tutti noi come popolo, anche i migliori tra noi, siamo ancora immaturi e abbiamo bisogno di perseverare per migliorarci. Come ci ricorda Eugenio Bravetti, anche Pietro rinnegò il Cristo, ben tre volte prima dell'alba: ma questo non è incredibile, è invece assolutamente normale. Dunque bando allo scoramento, dimentichiamo quelli che, per la debolezza della loro natura, hanno abbandonato il prezioso compito per il quale erano stati scelti dal popolo, e oggi farfugliano di strategia, e tirremm'innanz. Meritano la nostra pietà, perfino il perdono, non più la nostra attenzione. Non sono loro i nostri nemici, i nostri veri nemici sono quelli che li hanno arruolati.
Articolo 49 della Costituzione Italiana:
RispondiEliminaTutti i cittadini hanno diritto di associarsi liberamente in partiti per concorrere con metodo democratico a determinare la politica nazionale.
Spiegazione dal Broccardi.it:
"Il costituente afferma il diritto di ciascuno di costituire partiti in quanto esso è espressione del diritto di libertà dei singoli ed i partiti, manifestazione del pluralismo, rappresentano una delle basi dell'ordinamento democratico."
Quando nel lontano 2012, sembra passata un'era geologica, qualcuno iniziò a deridere, schernire, beffeggiare, chi propugnava la nascita di un partito dal basso che si rifacesse alla nostra Costituzione, proprio in ottemperanza ad essa, questo qualcuno invece di venire isolato, in quanto persona fortemente antidemocratica e in dissonanza totale con il dettato Costituzionale iniziò la sua ascesa pubblica. Egli cominciò a costruire la sua momentanea fortuna politica sostenuto paradossalmente proprio da chi si rifaceva ai valori Costituzionali.
Ora mi chiedo, pazienza io che non me ne sono accorto subito, anche se dopo qualche mese i dubbi iniziarono a straripare dalle mie viscere sulle evidentissime incongruenze del personaggio, ma tutti i dotti, soprattutto quelli che hanno studiato legge, perchè di essi solo pochi si sono accorti che egli aveva una sensibilità democratica molto più affine a the crisis of democracy, documento ideologico della trilaterale, che non con il dettato Costituzionale Italiano?
Ecco proprio da questo questo blog, che percepisco come la voce della profonda periferia italiana, vorrei fare un'appello a tutti i colti: Per cortesia non fate si che il vostro sapere, a volte enciclopedico, sia puro nozionismo fine a se stesso. Il sapere dovrebbe essere lo strumento per interpretare correttamente gli avvenimenti, che apparentemente si susseguono in modo vorticoso e casuale, ma che in realtà rispondono sempre a delle logiche sottili, che purtroppo noi popolo non siamo in grado afferrarne sempre il senso. Chi di noi (popolo) è in grado di capire che le dittature, sempre finanziate dalle sedicenti democrazie, sono funzionali a quest'ultime? Ricordatevi che se voi avete potuto sviluppare i doni che Madre natura vi ha dato, è perchè il cosiddetto "popolo" generava quel sovrapiù, di Ricardiana memoria, che vi ha consentito d'innalzarvi nella società. Inoltre il disprezzato, denigrato, detestato, odiato "Popolo" è quello che con il suo lavoro, nella maggior parte dei casi faticoso ed alienante, vi ha procurato la moneta come riserva di valore che vi ha consentito di riscaldarvi, di andare a spasso con le vostre lussuose macchine, che vi permette di girare il mondo, per dopo dare dei provinciali a chi con il suo lavoro ve lo ha permesso.
L'ultimo post di uno dei personaggi in questione è assolutamente illuminante. In sostanza cosa viene raccontato ai fedeli e sottomessi lettori/commentatori? La solita solfa, e cioè che è vero che la Germania ci sta pestando di brutto, e da anni, ma comincia ad essere stanchina per cui prima o poi crollerà, anche perché ce stanno l'amerekani che, dopo aver menato alla Ciiina, verranno a darle alla Germania.
EliminaIl tutto, ovviamente, esposto con linguaggio paracul-tecnico, così da indurre un fremito su per le mutande di quelli che sono tanto intelligenti e colti da capire er test de Granger. I cui risultati, per altro, vengono spiegazzati facendo largo uso di negazioni e doppie negazioni, così da risuonare meglio nelle testoline dei supporter.
Ma vabbè, beati loro che capiscono tutto. Correlation is not causation... e vai colle pippe mentali!!!
Quel blog è un monologo in presenza di testimoni. Si capisce adesso il motivo di tanti "click"?
Ieri il personaggio, dalla Gruber, essendo stato paragonato a Burioni ha detto che a differenza di quello lui ritiene che la scienza debba essere vagliata dalla democrazia, quando, allora, gli hanno chiesto se anche l'economia fosse democratica...lui ha fatto lo sburione.
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