venerdì 7 giugno 2019

Da Renzi a Cimaglia


Alcuni capoversi di un redazionale del sole24ore del 10 luglio 2017 riletti da Jonas che aveva vent'anni nel 2000.

Redazionale

La Ue respinge la ricetta Renzi sul deficit. Il leader Pd: pensino ai migranti
Jonas

La Ue respinge la ricetta Cimaglia sul deficit. Il leader della Lega: pensino ai migranti
Una ricetta replicata in un’intervista al Tg2: «Buttiamo giù il debito ma torniamo a Maastricht e a un deficit del 3%, per dare ossigeno all’economia. Rottamiamo il fiscal compact e tiriamo giù le tasse a famiglie con figli, ad artigiani e piccoli imprenditori, e a chi non ce la fa. Non sia solo l'idea del Pd ma di tutti i partiti da portare in Europa. Gli altri partiti - rilancia il segretario del Pd - accettino questa proposta, perché abbassare le tasse non serve al Pd ma al Paese» ha concluso Renzi. Una ricetta replicata in un’intervista al Tg2: «Buttiamo giù il debito ma torniamo a Maastricht e a un deficit del 3%, per dare ossigeno all’economia. Rottamiamo il fiscal compact e tiriamo giù le tasse a famiglie con figli, ad artigiani e piccoli imprenditori, e a chi non ce la fa. Non sia solo l'idea della Lega ma di tutti i partiti da portare in Europa. Gli altri partiti - rilancia il leader della Lega - accettino questa proposta, perché abbassare le tasse non serve alla Lega ma al Paese» ha concluso Salvini
Moscovici: Italia sia credibile nel rispetto delle regole
Netta la presa di Pierre Moscovici, commissario europeo agli affari economici. Vogliamo «un'Italia credibile, che rispetta le regole che vengono applicate in modo flessibile nel suo caso». Moscovici ha indicato che il dialogo di «questa Commissione con l'Italia è sempre stato buono, con tutti i governi che via via si sono succeduti (da Monti a Renzi all'attuale) e così sono state trovate soluzioni importanti, intelligenti, sottili, l'Italia è il paese che non può lamentarsi dato che è il solo paese che beneficia di tutti i tipi di flessibilità, dagli investimenti alle riforme strutturali a quella necessaria per fronteggiare i terremoti, con questo paese continuiamo a lavorare». Moscovici ha poi aggiunto di confidare in un'Italia che «resta attaccata alle regole, che le abbia a cuore, che trova con la Commissione un rapporto di fiducia, che è per l'ascolto costruttivo e così continueremo a lavorare quale che sia il governo».

D'altra parte «è interesse italiano continuare a ridurre il deficit per ridurre il debito pubblico che pesa sulle generazioni future e impedisce di investire: ogni euro per far fronte al debito è un euro in meno alla scuola, agli ospedali, all'economia». La speranza, l'obiettivo «è che l'Italia resti un partner affidabile, credibile, impegnato nella zona euro, c’è bisogno di un'Italia che resta una forza per l'Europa, che affronta i problemi».
Moscovici: Italia sia credibile nel rispetto delle regole
Netta la presa di Pierre Moscovici, commissario europeo agli affari economici. Vogliamo «un'Italia credibile, che rispetta le regole che vengono applicate in modo flessibile nel suo caso». Moscovici ha indicato che il dialogo di «questa Commissione con l'Italia è sempre stato buono, con tutti i governi che via via si sono succeduti  (da Monti a Renzi all'attuale) e così sono state trovate soluzioni importanti, intelligenti, sottili, l'Italia è il paese che non può lamentarsi dato che è il solo paese che beneficia di tutti i tipi di flessibilità, dagli investimenti alle riforme strutturali a quella necessaria per fronteggiare i terremoti, con questo paese continuiamo a lavorare». Moscovici ha poi aggiunto di confidare in un'Italia che «resta attaccata alle regole, che le abbia a cuore, che trova con la Commissione un rapporto di fiducia, che è per l'ascolto costruttivo e così continueremo a lavorare quale che sia il governo».

D'altra parte «è interesse italiano continuare a ridurre il deficit per ridurre il debito pubblico che pesa sulle generazioni future e impedisce di investire: ogni euro per far fronte al debito è un euro in meno alla scuola, agli ospedali, all'economia». La speranza, l'obiettivo «è che l'Italia resti un partner affidabile, credibile, impegnato nella zona euro, c’è bisogno di un'Italia che resta una forza per l'Europa, che affronta i problemi».

Dijsselbloem: l’Italia non può decidere da sola
Un commento arriva invece dal presidente dell’Eurogruppo, l’organismo che riunisce i ministri delle Finanze della zona euro: «Stare al 2,9%- afferma Jeroen Dijsselbloem da Bruxelles - sarebbe fuori dalle regole di bilancio, non è una decisione che un Paese può prendere da solo, in questa unione monetaria ci si sta insieme. Sono sempre aperto a rendere le regole più efficienti, efficaci, ma non possiamo unilateralmente dire che le regole non sono per me quest'anno e per i prossimi cinque», ha aggiunto.
Dombrovskis: l’Italia non può decidere da sola
Un commento arriva invece dal vice-presidente della Commissione: «Stare al 2,9%- afferma Valdis Dombrovskis da Bruxelles - sarebbe fuori dalle regole di bilancio, non è una decisione che un Paese può prendere da solo, in questa unione monetaria ci si sta insieme. Sono sempre aperto a rendere le regole più efficienti, efficaci, ma non possiamo unilateralmente dire che le regole non sono per me quest'anno e per i prossimi cinque», ha aggiunto.
La replica di Renzi: non potranno che dire sì
«Ho grande rispetto per i commissari europei che siano o meno d'accordo» con “back to Maastricht”, ma «quando arriveremo a discutere di questa soluzione in Europa non potranno che dire di sì». Lo ha detto Matteo Renzi a Rds, a proposito della reazione di Bruxelles alla sua proposta per i conti pubblici. «Ma è possibile che l'Europa ci dica cosa fare e poi non è in grado di mantenere gli impegni per la relocation? Ho grande rispetto, ma inizino anche loro a far rispettare agli Stati membri i propri impegni» sui migranti, ha aggiunto.

La proposta di ritorno a Maastricht, prosegue Renzi, «sarà sviluppata nella prossima legislatura e sarà pienamente compatibile con le regole della Ue, vedremo se a quel punto ci sarà ancora Dijsselbloem alla guida dell'Eurogruppo». «Dijsselbloem innanzitutto la proposta non l'ha letta: dobbiamo ridurre il debito pubblico ma di fiscal compact e austerity l'Europa muore», sottolinea Renzi.
La replica di Cimaglia: non potranno che dire sì
«Ho grande rispetto per i commissari europei che siano o meno d'accordo» con “back to Maastricht”, ma «quando arriveremo a discutere di questa soluzione in Europa non potranno che dire di sì». Lo ha detto Fabio Cimaglia a Radio Capital, a proposito della reazione di Bruxelles alla sua proposta per i conti pubblici. «Ma è possibile che l'Europa ci dica cosa fare e poi non è in grado di mantenere gli impegni? Ho grande rispetto, ma inizino anche loro a far rispettare agli Stati membri i propri impegni invece di applicare due pesi e due misure».

La proposta di ritorno a Maastricht, prosegue Cimaglia, «sarà sviluppata nel corso della legislatura e sarà pienamente compatibile con le regole della Ue, vedremo se a quel punto ci sarà ancora Dombrovskis alla vicepresidenza della Commissione». «Dombrovskis innanzitutto la proposta non l'ha letta: dobbiamo ridurre il debito pubblico ma di fiscal compact e austerity l'Europa muore», sottolinea Cimaglia.

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