sabato 29 giugno 2019

La maionese impazzita (parte prima)

Disclaimer: non ho certamente la pretesa che lo scenario che propongo sia quello vero, né che sia il più corretto, nemmeno che sia anche solo parzialmente corretto: è semplicemente il modo in cui vedo le cose, da cui discende ciò che scrivo su questo blog. In sintesi affermo che, in questo momento, la politica italiana è molto più complicata di quella che si svolge nel campo occidentale - che può essere sommariamente descritta con lo "schema Franza o Spagna" - e che l'espressione che meglio descrive la situazione italiana è "maionese impazzita".

La situazione politica nazionale e nel campo occidentale è sempre più confusa, sfuggendo ad ogni tentativo di analisi coerente e completa. Siamo di fronte a una specie di maionese impazzita, con grumi, pezzettini di uovo che non si legano, olio in eccesso: la tragedia dell'impotenza analitica è dietro l’angolo. Ben venga dunque ogni sforzo per cercare di tirar fuori dal disordine una chiave di lettura, come tra i tanti si sforza di fare Moreno Pasquinelli nel suo post dal titolo "L'ITALIA NON PUÒ FARCELA (DA SOLA)".

Per come la intendo (se sbaglio mi si corigerà) la tesi di Pasquinelli, che usa come pretesto un articolo di Alessandro Visalli - Giochi di specchi ed equivoci: il caso della Lega - è che lo scontro principale in atto sia quello tra capitalismo industriale e finanziario; il primo impersonato dall'America di Trump e dai settori che, in Inghilterra, sostengono la Brexit, il secondo dall'Unione Europea, dalle forze che in America si oppongono a Trump e, in Inghilterra, da coloro che frenano la Brexit. In Italia, paese industriale, si contrappongono, da un lato e pur con la constatazione che in entrambi questi partiti non mancano ambiguità, la Lega di Salvini e il M5S (in prospettiva forse FdI e Forza Italia); dall'altro il PD e la quasi totalità delle sinistre di governo e/o di lotta.

Nella visione di Pasquinelli, quella che egli definisce "sinistra patriottica" dovrebbe assumere, in questa fase, una postura di sostegno critico al governo giallo-verde, in estrema semplificazione schierando il nostro paese dalla parte dell'America di Trump e contro l'Unione Europea.

La mia critica principale a questa impostazione consiste nell'osservare (come ho fatto nell'ultimo mio commento che è stato pubblicato sul blog Sollevazione, prima di un ormai abbastanza lungo periodo di ostracizzazione) che il fatto di schierare una forza implica necessariamente che questa forza esista, e dunque che si dovrebbe quanto meno invertire l'ordine dei termini - non sostegno critico e denuncia delle ambiguità bensì denuncia delle ambiguità e sostegno critico-condizionato - dedicando inoltre ogni sforzo alla costruzione del soggetto politico che, questo sì quando avrà un minimo di consistenza, si potrà schierare. Ammesso, e non concesso, che quel giorno una tale scelta abbia un senso.

Ma prima di esaminare il tema della nascita di un soggetto patriottico e costituzionale vorrei segnalare come, relativamente alla complessa situazione italiana, la ricostruzione dello scenario occidentale testé riportata, cui mi riferirò per semplicità con l'espressione "schema Franza o Spagna", è ovviamente fin troppo sommaria. E' inoltre di tutta evidenza come sia nella Lega che nel M5S convivano interessi e orientamenti diametralmente opposti. Nel caso del M5S sono forti i sospetti che esso sia il frutto di una sofisticata operazione di ingerenza nella politica italiana, oppure che, ipotesi minimale, esso sia stato infiltrato da componenti ideologicamente vicine all'ideologia sorosiana, primo fra tutti l'attuale presidente della Camera Roberto Fico. Per quanto riguarda la Lega, la lettura più benevola è che essa rappresenti gli interessi della borghesia industriale e finanziaria del nord che, sentendosi danneggiata dal fondamentalismo unionista, ha deciso di scendere in campo, al contempo aprendo le porte alle posizioni no-euro intese però come arnese da tenere nel cassetto in vista di un suo possibile uso, se e quando ciò si renderà inevitabile.

Siamo di fronte a una maionese impazzita alla cui formazione e crescita, per altro, Pasquinelli ha dato e continua a dare il suo contributo, sia per carattere che per l'oggettiva difficoltà di riuscire nell'impresa alla quale si dedica da anni: estrarre dal caotico e confuso mondo della sinistra la sua componente patriottica, posto che questa esista e in percentuali non trascurabili. Temo che sia proprio il fallimento di questa operazione la ragione di fondo per cui Pasquinelli sta finendo con il trascurare la necessaria denuncia delle ambiguità del governo giallo-verde, privilegiando sempre di più una linea di appoggio critico. Una via di mezzo che, alla lunga, è insostenibile, perché la politica è azione, e dunque dovrà necessariamente scegliere tra l'entrare in qualche modo in una relazione più organica con una delle due forze dell'attuale governo, Lega o M5S, oppure, ulteriore biforcazione, decidere cosa vuole fare da grande: l'analista politico, magari costituendo un gruppo di studio alla stregua (per fare un esempio) di Conflitti&Strategie, il gruppo che si riunisce intorno a Gianfranco La Grassa, ovvero tornare a dedicarsi alla nascita di una formazione sovranista-costituzionale autonoma dai due schieramenti borghesi che si fronteggiano, un quadro nel quale l'Italia è solo un settore, sia pure importante. Infine, ultima opzione, dedicarsi guicciardinamente ai propri studi, se davvero in questo momento non ci sono le condizioni per un'azione politica coerente che abbia una minima rilevanza.

Ma non è da escludere che Pasquinelli stia tentando la strada dell'entanglement quantistico, cosa possibile quando una particella politica è sufficientemente piccola, avendosi così una particella Pasq con spin (orientamento) leghista correlata con un'altra particella Pasq con spin sovranista-costituzionale. Staremo a vedere, ma, per quanto mi riguarda, sono un fermo sostenitore, in politica, delle teorie a variabili nascoste. Cioè, fuor di metafora, che a mio parere agiscono in Italia, e in tutto il mondo, centri di potere politico di cui a malapena si percepisce l'esistenza, e men che mai si intendono le azioni, la cui presenza basta a spiegare il fenomeno della maionese impazzita. A titolo di esempio vi invito a leggere questo articolo del (nuovo)Partito Comunista Italiano - nPCI:

La comandante Carola Rackete del Sea Watch 3, ora finalmente è sulla strada giusta!
Andare fino in fondo nella violazione dei divieti imposti da Salvini in combutta con gli altri governi dell’UE! È legittimo tutto quello che è a favore delle masse popolari, anche se le leggi della borghesia lo vietano!

e a tenere nel dovuto conto questa ovvia osservazione di Giuseppe Masala (grassetto aggiunto):

«E dunque la Capitana della nave corsara teutonico-olandese Sea Watch contravvenendo agli ordini delle autorità italiane entra nel porto di Lampedusa - peraltro rischiando di speronare una motovedetta della GdF che la voleva bloccare - e fa scendere i migranti. Questo ovviamente prima che si trovasse un accordo tra paesi europei per la ripartizione. Ora che i migranti hanno messo piede a terra con il cavolo che i nostri fratelli europoidi si prendono la loro quota: chi ha dato ha dato e chi ha avuto ha avuto.
Nel frattempo la nave corsara spagnola della Ong Open Arms sta dirigendo verso le coste libiche per trasbordare un nuovo carico e mettere in scena la solita pantomima davanti a Lampedusa.

L'unico dubbio di questa operazione folle è relativa alla finalità: le navi corsare straniere agiscono per portare Salvini al 60% dei voti o lo fanno con l'intento di far collassare una nazione provata da dieci anni di dosi massicce di austerità europoide e spingere la popolazione ad una guerra civile?
Altre spiegazioni non riesco a darmi.»

Non trovate che la maionese sia veramente impazzita?

La seconda parte sarà pubblicata domani perché questa sera ha ospiti: ci sarà a casa mia la cena degli aborigeni, una riunione di ciociari nati in ciociaria e discendenti da ciociari finché la memoria soccorre.

La maionese impazzita (parte seconda)

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