venerdì 2 agosto 2019

Chi di #vaffanculo ferisce di #vaffanculo perisce [PopulPost]

Non ci sono solo gli en€rchi (aka abusivi del sovranismo) tra i quali si distingue il "bibbianologo":

sono entrato in politica per difendere la mia libertà di parola

E infatti ritwitta compulsivamente l'hashtag #bibbiano. La popola delle amanti deluse gli dedica questa bella canzone di Mina.



Ci sono anche Salvini, i piddini, e i grillini.

Oggi parliamo dei grillini. Non vi parlerò dell'opaca dirigenza massonica del M5S, né degli "eletti", e nemmeno di quelli che sono iscritti sulla piattaforma Rousseau in attesa del loro turno, no! vi parlerò del pollame attivista. E sarà un discorso antropologico.

Anzi, antropollogico!

Ho sentito un capopollo sostenere "glie problema è che non tenamo glie cinquantune peccento" (il problema è che non abbiamo il 51%) e il resto del pollaio dargli ragione. Ho ascoltato il silenzio assordante degli eletti della Ciociaria, una cosa da spaccare i timpani. E ho visto il disincanto sui volti di chi li ha votati.

Che questa lurida storia di manipolazione politica del consenso popollare abbia orma il fiato corto lo si capisce da molti indizi, ma il principale rimane per ora l'inversione dei consensi tra M5S e Lega nel breve volgere di un anno, dalle politiche alle europee. Perché il popolo sarà pure popollo, ma è anche gallo, e quindi bisogna cambiargli spesso le galline. E il fatto che il rinnovo del parco galline sia così veloce è il sintomo di un'insoddisfazione crescente, da coitus interruptus imposto che sterilizza ogni possibilità di cambiamento reale.

I fatti stilizzati sono di un'evidenza disarmante, da quelli elencati da Francesco Neri in un fortunato post su FB (qui l'articolo di egodellarete) tra i quali spicca l'oscena truffa di accreditarsi, in aperta concorrenza con la Lega di Salvini, come forza eurocritica - vedi: Disgusto (fuoridalleuro.com is for sale) ad altri. Ma c'è di peggio.

E il peggio è la coerenza. Infatti il fagiano piazzato a capo del movimeno popollistico, Giggino Di Maio, qualche giorno fa ha ricordato al pollaio tutto che, coerentemente con i valori e i principi del movimento, tra meno di un mese sarà legge la loro proposta di ridurre di un terzo il numero dei parlamentari, ottenendo per questa via una riduzione di costi, udite udite, di ben 500 mln di euro in cinque anni, equivalenti a 5 euro all'anno per ogni contribuente. Sul fatto che abbia preferito parlare di 500 mln in cinque anni, invece di 100 mln l'anno, si potrebbe aprire una discussione approfondita sulle tecniche di marketing. Sapete, quelle per cui nei prezzi c'è una strana frequenza del numero 9. Es. 199,99 €, che non è 200, signora mia. Un altro indizio, direi pesantuccio, del fatto che il target della comunicazione politica del M5S non è il popolo, ma il popollo.

Ma siccome i polli dopo un po', se non vengono messi al forno, diventano galletti, ecco che alle europee sono andati a cercarsi la gallinella legaiuola La quale, come tutte le gallinelle, se volesse tenersi i suoi galletti dovrebbe fare le uova, diventare chioccia e allevare pulcini. Si chiama riproduzione sociale, che è la sola cosa che interessa e può assicurare la fedeltà dei polli-galletti fino a farli diventare galli, cioè signori del pollaio. Peccato che la gallina legaiuola abbia fatto un patto leonino col fattore, che si prende tutte le uova e ha intenzione di fare arrosto i galletti. Se ne accorgeranno presto, ahi loro!

Torniamo ancora al M5S e alla legge che riduce di un terzo il numero di parlmentari. Premesso che si tratta di un provvedimento che ricalca paro paro uno dei punti del Piano di Rinascita Nazionale del gran Maestro della loggia massonica P2 Licio Gelli, esso avrebbe avuto senso se, contestualmente, il M5S avesse dato seguito effettivo alle sue promesse di democrazia diretta, a cominciare dalla sua gestione interna. Ma così non è, come è sotto gli occhi di tutti quelli che vogliono vedere e non credere con la benda sugli occhi. Ora si dà il caso che io conosca molto bene l'humus in cui è nata questa favola della democrazia diretta perché, negli anni in cui ero un attivista del MoV, ho assiduamente frequentato gli iscritti al meetup-285, qualcuno dei quali è entrato nel circolo degli eletti. Ebbene, tra le loro teorizzazioni, alle quali tuttavia non ho mai aderito pur continuando a frequentarli perché quel meetup era il meglio che ci fosse tra gli attivisti del MoV, e la pratica reale della democrazia diretta del M5S, non vi è niente in comune. Ho i video di interi convegni di quel meetup che posso ritirare fuori all'occorrenza, e più non dimandate.

Ne segue che il M5S non solo ha fatto marcia indietro su tutte le sue battaglie fondamentali, dal TAP alla TAV, dal no-Vax all'ILVA passando per il no-euro e molto altro, ma ha anche mancato di fede alla sua bandiera più importante, la democrazia diretta, che non implementa nemmeno nella sua gestione interna, nel mentre si fa promotore della riduzione di un terzo del numero dei parlamentari! Giustificando questa coltellata alle spalle della democrazia rappresentativa, riconosciuta in Costituzione, con ridicole giustificazioni di riduzione della spesa. Una vergogna che non resterà impunita, e infatti è già stata in parte punita.

Ma questo è solo l'inizio, perché il crollo del M5S è nell'ordine naturale delle cose, e anche nei piani di chi l'ha creato e sapientemente fatto crescere abusando della credulità del popollo. Questo movimento di popollo, rapidamente cresciuto sull'onda del #vaffanculo alla #casta, sparirà con altrettanta velocità, trasformandosi dapprima in una forza secondaria da mantenere all'opposizione per svolgervi la funzione originaria per cui era stato concepito, quella di #gatekeeper, infine per diventare marginale e finire sommerso da un disonorevole #vaffanculo.

Oggi il pallino è nelle mani della Lega di Salvini, della nuova formazione di destra che si annuncia, erede di FI, e di FdI; col PD ancora nel mezzo della sua camminata nel deserto in attesa di far dimenticare il fatto che, spacciandosi per una forza politica socialista, ha posto in essere le politiche più liberali dal colpo di Stato di tangentopoli in poi, ancor più di Berlusconi, fino allo scempio di eleggere Mario Monti alla Presidenza del consiglio. Quel governo che ha votato la riforma Fornero, il pareggio di bilancio in Costituzione, il Fiscal Compact, l'abolizione dello Statuto dei lavoratori.

Si apra dunque l'era di Salvini, la responsabilità del cui successo è da porre in capo, a pari merito, al PD e al M5S. Per meglio dire: al popollo elettore di questi due partiti. Sebbene il popollo che si appresta ad incoronare Salvini sia della stessa risma, essendo composto - basta studiare i flussi elettorali - in gran parte dai delusi che hanno creduto prima al PD e poi al M5S.

E dire che ci sono stati fini politologi che hanno scommesso sull'era nascente del populismo! Si sono sbagliati di poco, hanno solo dimenticato una elle: perché questo è popullismo.

Un PopulPost vi avevo promesso, un PopulPost vi ho dato. Godetevi l'estate perché l'inverno sta arrivando.

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