venerdì 23 agosto 2019

Le liste bloccate e la riduzione del numero dei parlamentari sono la dittatura perfetta

Mi ero dimenticato della questione delle liste bloccate contro le quali il M5S si batté a lungo mentre oggi, questo stesso (non)partito, non solo non solleva più l'argomento ma, addirittura, pone la riduzione del numero dei parlamentari come questione dirimente per la formazione di un governo col PD, dopo l'inesplicabile scelta della Lega di far cadere il governo gialloverde.

Tocca rifarsi a un sito dei radicali per ricordare certe cose: «È l’8 settembre del 2007, quando in tutta Italia si tiene il Vaffanculo-Day, una manifestazione patrocinata da Grillo finalizzata alla raccolta delle firme necessarie per la presentazione di una legge di iniziativa popolare. Tra i punti della proposta, il terzo recita: “I candidati al Parlamento devono essere votati dai cittadini con la preferenza diretta”. Un concetto ribadito quel giorno da Grillo sul palco a Bologna: “Il Parlamento è occupato da abusivi scelti dai segretari di partito. (…) Nessuno li ha eletti. Ci hanno tolto anche la libertà di votare il candidato. Non voglio che i partiti decidano chi deve essere eletto in Parlamento”.»

Se consideriamo anche tutta una serie di altri fattori, di cui in questo blog ci siamo occupati, che non trovano una spiegazione razionale nel mentre sui social una marea di ingenuotti, anche acculturati e sicuramente indipendenti, si dedicano allo sforzo di cavare un ragno dal buco nel casino politico che stiamo vivendo, allora l'unica conclusione possibile è che siamo in presenza di uno spettacolo senza copione e senza sceneggiatura, buono soltanto ad intrattenere le masse mentre menti sopraffine progettano il nostro futuro.

L'esatto contrario della sovranità popolare.

Eppure la via d'uscita è a portata di mano, peccato che passi per uno scatto di orgoglio che è purtroppo alla portata di pochi: il rifiuto a priori di un tale stato delle cose, costi quel che costi. Anche la vita.

Potrei scrivere ancora a lungo, potrei fare esempi, addurre prove inoppugnabili, ma so che sarebbe vano. La libertà, con la dignità umana che ne è il corollario, è un bene che non è universalmente disponibile, essa spetta solo a chi è veramente un uomo.

Buona notte.


8 commenti:

  1. Dispiace aver perso il momento buono, quando (2010/2013) c'era fermento e dibattito, quando avremmo potuto stare uniti per portare avanti la causa e difendere i nostri diritti. Ci siamo divisi, abbiamo creato fazioni all'interno del dibattito no-euro e adesso siamo di nuovo fuori dalla porta... È colpa nostra, di tutti quelli che si sono impegnati ma non hanno saputo tirare un filo che unisse le varie correnti...

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    1. In troppi hanno avuto fretta, quando l'unico obiettivo possibile sarebbe stato quello di costruire una comunità politica nella quale preservare corrette modalità di dialogo, e capace di esprimere una forza politica in grado di avvicinarsi, o addirittura raggiungere, la soglia di sbarramento.

      La cosa che più mi è dispiaciuta, in tutti questi anni, è stata il rovesciamento della realtà, per cui noi che parlavamo di passi lenti e certi siamo stati accusati di tuttosubitismo. Oggi, con milioni di persone intrappolate nelle sabbie mobili dei social (TW in particolare) e con i dissidi che sono nati in tutti questi anni, è veramente difficile provare a far rinascere questa comunità.

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    2. Infatti TW è uno strumento di polarizzazione delle posizioni, un po' come essere in curva allo stadio, con insulti e sfottó alla controparte

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  2. Ciao Fiorenzo sulla riduzione dei parlamentari ho trovato molto interessante questo intervento di Unknown su Orizzonte48, faccio copia e incolla:

    Gent.mo Quarantotto,

    sarei davvero curioso di sapere se qualcuno ha intenzione di scrivere qualcosa in merito al "taglio dei parlamentari", ovvero la distruzione della base della forma di governo che noi chiamiamo "democrazia rappresentativa", come da art. 56 e 57 della Costituzione Italiana.

    Costituzione che Lei conosce sicuramente meglio di me, che ho imparato a conoscere meglio attraverso le sue "lezioni". La Costituzione è la mia bussola e questo mi consente di uscire dalle logiche dei partiti: chiunque la distrugga, modificandola in peggio, è un mio "nemico".

    Il "taglio dei parlamentari" è forse il più grave e pericoloso attacco al sistema democratico dal 1946 ad oggi. Ce ne sono già stati di attacchi che hanno letteralmente "violentato" la Costituzione Italiana e Lei lo sa meglio di me: il divorzio banca d'Italia/Tesoro, il Porcellum, il governo Monti, giusto per citare le più eclatanti forme di distruzione della Costituzione materiale.

    Ma ridurre la rappresentatività dei cittadini è il colpo di grazia, perché demolisce alla base l'intero impianto democratico. Lei lo sa perché conosce ed ama la Costituzione Italiana. Io lo so perché se c'è UNA cosa che i miei amati libri di storia mi hanno insegnato è che quando le oligarchie decidono di far smettere di funzionare un regime democratico, partono sempre dallo stesso punto: la riduzione del corpo elettorale e la riduzione del numero degli eletti. Sempre.

    La prima volta che lo si vede succedere è nel 404 a.C. con il colpo di stato oligarchico ad Atene. E cosa fanno come PRIMA cosa? Riducono il numero degli "elettori" (i cittadini che possono partecipare all'assemblea) e riducono il numero degli "eletti" (la Boulè dei 500 che passa a 30).
    Da quel momento e per i successivi duemila anni il metodo oligarchico di distruzione del regime democratico ha sempre operato seguendo queste due linee ed il caso Italia del 2019 è l'ultima perla di una lunga collana e gli esempi sono talmente numerosi ed eclatanti che trovo sorprendente che nessuno se ne accorga. Se escludiamo il mondo Antico, è dal 1789 che si vede usare questo metodo ma poi conferma quel che invece l'Antico aveva previsto:

    ""qual è il carattere della tirannide? È pressoché chiaro che risulta da una trasformazione della democrazia"

    Così scriveva Platone nell'ottavo libro e così è sempre successo. Il caso più esemplare è la Repubblica di Weimar. Lei conoscerà bene, immagino, le politiche deflazionistiche del cancelliere Bruning ma allora saprà anche che il problema principale che si trova di fronte questo Cancelliere... è il parlamento. Per quello si ricorre all'utilizzo dell'art. 48 della Costituzione di Weimar, perché il parlamento è visto come una palla al piede. I cittadini votano, come votano non piace alla oligarchia al governo ma non potendo chiudere del tutto il Reichstag o tagliare i parlamentari, governano a colpi decreti. Poi ci penserà Adolf Hitler a chiudere i conti con il sistema democratico e lo farà con l'appoggio delle stesse oligarchie.

    Eppure... non ne parla nessuno. Un silenzio di tomba.
    Come se il numero dei deputati e dei senatori italiani, stabiliti dalla Costituzione, fosse un numero a caso, stabilito da quegli squinternati partigiani del 1946.
    Come se ridurre il numero dei parlamentari ne aumentasse la qualità ipso facto: quale intelletto normale potrebbe concepire una stupidaggine simile?
    Ma soprattutto: come se ridurre il numero dei parlamentari ci facesse risparmiare dei soldi. Quindi la democrazia ha un prezzo? Per risparmiare dei soldi ci priviamo della rappresentatività? La democrazia costa troppo e quindi non possiamo permettercela?


    Se Lei, da amante della Costituzione Italiana, volesse dire qualcosa in merito, sarebbe molto bello.

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  3. Davvero interessante. Mauro, potresti gentilmente mettere il link alla pagina originale in cui è stato scritto questo intervento?

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  4. Trattasi di tal Chinacat, commentatore seriale di blog sovranari; analogo commento, in un impeto compulsivo di crossposting trovasi sul blog sovranaro del Pedante.

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  5. Curiosità, il Pedante (che conosco a malapena) è sovranaro perché non sostiene l'idea di un'uscita dall'UE?

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  6. Una volta sembrava, oggi è monomaniacalmente antivax

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